VERSO LA PENSIONE 244MILA DOCENTI!
Data: Sabato, 29 gennaio 2005 ore 06:15:00 CET
Argomento: Comunicati


VERSO LA PENSIONE 244MILA DOCENTI!

28 gennaio 2005 - Sole24Ore
Esodo entro il 2013. Il 50% dei «prof» ha più di 50 anni, gli aspiranti ne hanno già 39. Il nostro personale è il più anziano di tutta Europa: soltanto il 4% ha meno di 30 anni, contro una media Ue di 12,8.

di Luigi Illiano

In cattedra ci sono le "pantere grigie". La metà degli insegnanti italiani ha più di cinquant'anni e, anche se nei prossimi dieci anni per circa 244mila prof scatterà la pensione, la situazione non è destinata a cambiare: l'età media degli aspiranti docenti in attesa nelle graduatorie permanenti è di 39 anni. Questo vuol dire che anche le nuove leve di insegnanti nasceranno già "vecchie" perché conquisteranno la nomina in ruolo ben oltre i quarant'anni.

Ma la scuola non invecchia soltanto nell'età di chi insegna. Secondo un'indagine messa a punto nelle scorse settimane dalla Uil la metà del personale amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata) ha tra i 36 e i 49 anni; i direttori dei servizi generali e amministrativi (ex segretari) sono quasi per il 60% sopra i 50 anni. Infine, il 70% dei dirigenti scolastici supera i 56 anni. Basti pensare che nell'ultimo concorso riservato, da poco concluso, molti dei presidi neoassunti sono prossimi alla pensione.
Pensionamenti. Secondo previsioni di fonte ministeriale, entro l'anno scolastico 2013/2014 andranno in pensione 243.500 insegnanti. La progressione, cominciata con le 15.800 cessazioni dal servizio registrate quest'anno, continuerà con i 17.300 pensionamenti del 2005/2006 per poi proseguire fino al 2013/2014. In particolare, gli abbandoni del servizio per raggiunti limiti di età saranno in totale nei prossimi otto anni pari a 23.300 nella scuola dell'infanzia, 76.400 nella primaria, 71mila nella secondaria di primo grado e 72.800 insegnanti lasceranno la cattedra nella secondaria di secondo grado.

Anzianità. Gli insegnanti giovani sono quasi inesistenti. Dal dossier Uil emerge che nel 2002 la percentuale di coloro che hanno un'anzianità di servizio fino a cinque anni era al di sotto dell'1%. Resta confermato che circa il 50% dei prof ha superato i 50 anni. Si tratta di docenti assunti negli anni Settanta e Ottanta anche attraverso sanatorie che permettevano l'immissione in ruolo dei cosiddetti "precari". Inoltre, a partire dal 1992 sono state fortemente ridotte le opportunità di pensionamento anticipato ("pensioni baby") di cui in passato avevano usufruito molti insegnanti. Prima di tale data potevano lasciare il servizio e ottenere la pensione coloro che avevano maturato un'anzianità di servizio di quindici anni, sei mesi e un giorno. «Si calcola che di tale generoso trattamento - è scritto nel Quaderno dell'associazione "Treellle" del luglio 2004 - che aveva contribuito ad abbassare l'età media della popolazione docente, abbiano fruito non meno di 400mila insegnanti».

Europa. Sull'età degli insegnanti il confronto con l'Europa si rivela perdente. La media dell'età dei docenti italiani, nei vari ordini di scuola, è tra le più alte. In particolare, secondo i dati dell'anno 2000 (rapporto Eurostat 2002) in Italia lavorano i maestri più anziani d'Europa: i giovani sotto i 30 anni nella Ue sono il 12,8% e in Italia il 4%. In assoluto abbiamo meno insegnanti di tutti nella fascia più giovane, siamo pari al Lussemburgo in quella più anziana (ma questo paese ha il 28,2% di docenti sotto i 30 anni), Svezia e Germania hanno una percentuale di over 50 superiore alla nostra.

Il Belgio ha il maggior numero di insegnanti sotto i 39 anni (53,1%). Nella scuola superiore le cose non vanno meglio. Rispetto ai parametri europei emerge ancora di più la mancanza di professori under 30: siamo allo 0,1% in Italia, rispetto al 23,8% del Portogallo, al 12% circa di Spagna, Lussemburgo, Belgio, Francia e Svezia. Inoltre, come segnala il sito web della Cgil scuola, l'Europa ha bisogno di insegnanti. Secondo l'Etuce (sindacato europeo dei docenti) entro il 2015 dovranno essere assunti un milione di docenti per sostituire quelli che andranno in pensione. «Molti paesi europei sono privi di docenti qualificati - ricorda il portale web - soprattutto nelle discipline scientifiche e tecnologiche, per questo si ricorre sempre più a professori provenienti da altre nazioni, specialmente dall'Asia». Quindi, mentre gli altri paesi europei hanno difficoltà a reperire insegnanti, l'Italia sembra andare in controtendenza, ritrovandosi con circa 472mila aspiranti nelle graduatorie permanenti.







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