Nessuno più parla di stipendi europei per gli insegnanti. E i sindacati?
Data: Giovedì, 22 aprile 2010 ore 10:00:00 CEST Argomento: Opinioni
Lo stesso Berlusconi, durante la
campagna elettorale che vinse nello stesso anno, promise ai quattro venti che il suo governo
avrebbe garantito quegli stipendi, rendendosi conto della miseria che
il corpo insegnanti riceveva dallo Stato. Ma siamo
nel lontano 2001, qualche anno dopo la rovinosa caduta di Luigi
Berlinguer nella laguna del concorsone per valutare il merito dei
docenti che unitariamente protestarono in tutte le piazze italiane. Fu quella compattezza il motore che
indusse Berlusconi a promettere quelle paghe, timoroso che oltre un
milione di voti, senza contare amici e familiari, potesse
prendere altre strade.
Pasquale Almirante
p.almirante@aetnanet.org
Solo una volta abbiamo visto piangere un ministro della istruzione per
il futile (tanto per dire) motivo che gli insegnanti italiani erano
così pagati male da apparire come dei morti di fame. E su quelle
lacrime per tanto tempo si parlò di adeguare i loro stipendi alla media
europea che a conti fatti sarebbero di qualche migliaio di euro
in più al mese. Lo stesso Berlusconi, durante la campagna elettorale
che vinse nello stesso anno, promise ai quattro venti che il suo
governo avrebbe garantito quegli stipendi, rendendosi conto della
miseria che il corpo insegnanti riceveva dallo Stato. Ma
siamo nel lontano 2001, qualche anno dopo la rovinosa caduta di Luigi
Berlinguer nella laguna del concorsone per valutare il merito dei
docenti che unitariamente protestarono in tutte le piazze italiane. Fu
quella compattezza il motore che indusse Berlusconi a promettere quelle
paghe, timoroso che oltre un milione di voti, senza contare amici e
familiari, potesse prendere altre strade. Ma la memoria è
degli smemorati e la prima operazione attuata dal suo ministro alla
istruzione fu la controriforma alla legge di riforma di Berliguer della
secondaria superiore, accantonando del tutto quella fatidica promessa.
Ai nostri giorni, e dopo circa 8 anni, le cose si sono invertite e i
professori, oltre a essere fannulloni, sono poco preparati, sudisti,
giocherelloni e chi sbaglia paga: altro che stipendi europei.
Sicuramente Gelmini non piange per l’aumento di appena 10 euro circa
lordi concessi dal suo collega Brunetta e i docenti vagano a ordine
sparso, come le quaglie, contesi tra proteste dei precari, riduzione di
ore, graduatorie regionali, nuovo stato giuridico, valutazione da parte
dei presidi o degli alunni, perdita del posto, accorpamenti, aumento di
alunni per classe, incentivi alle scuole private e così via. Una
divisione al loro interno esiziale e pericolosissima se ci si riferisce
a quel mitico 2001 contro il concorsone. Ma allora anche il sindacato
era unito, un unico fronte che consigliava non solo a Berlusconi di
promettere stipendi europei, ma anche a Moratti di riconoscere l’opera
speciale dei professori. Non stupisce quindi il fatto che giornalmente
arrivino bordate contro la classe insegnante e la scuola pubblica nel
suo complesso, né che non si parli più, anzi, di stipendi europei. I
docenti sono divisi, sbandati e con loro i sindacati che svolazzano
secondo una visione particolare e spesso incomprensibile di fronte alle
scelte politiche cha hanno di fronte; come le quaglie appunto: ognuno
per i fatti propri e ognuno nel suo nido.
In tempo di allargamento dei mesi della caccia è forse bene riscoprire,
non già le abitudini delle quaglie, ma quelle degli storni che quando
si uniscono tutti insieme e insieme raggiungono il cielo, volteggiando
riescono perfino a oscurare il sole.
PASQUALE ALMIRANTE
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