Graduatorie regionali, sindacati: discriminatorio, anti costituzione e norme Ue. Pronti lotta.
Data: Martedì, 20 aprile 2010 ore 07:49:34 CEST
Argomento: Rassegna stampa


È pronta la replica dei sindacati della scuola a proposito delle dichiarazioni rilasciate dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, sulla volontà del governo di introdurre delle nuove graduatorie regionali degli insegnanti al fine di garantire “la continuità didattica e il miglioramento della qualità dell’insegnamento”: secondo le organizzazioni sindacali un provvedimento di questo genere, che premierebbe i docenti in servizio nella regione di residenza, sarebbe in contrasto con la Costituzione italiana, ma anche con le normative europee, che negano discriminazioni legate alla territorialità. (Apcom)

È pronta la replica dei sindacati della scuola a proposito delle dichiarazioni rilasciate dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, sulla volontà del governo di introdurre delle nuove graduatorie regionali degli insegnanti al fine di garantire “la continuità didattica e il miglioramento della qualità dell’insegnamento”: secondo le organizzazioni sindacali un provvedimento di questo genere, che premierebbe i docenti in servizio nella regione di residenza, sarebbe in contrasto con la Costituzione italiana, ma anche con le normative europee, che negano discriminazioni legate alla territorialità. (Apcom)
La novità è stata criticata dal coordinatore della Federazione Gilda-Unams, Rino Di Meglio, secondo cui “piuttosto che insistere nel voler bloccare l’ingresso di insegnanti provenienti da altre regioni sarebbe preferibile incoraggiare il radicamento sul territorio e la stabilizzazione dei docenti con meccanismi premiali”.
Di Meglio ha anche sottolineato che “ciò che conta non è se l’organizzazione dei concorsi avvenga a livello regionale, provinciale o nazionale, ma che siano pubblici e che l’accesso sia consentito a tutti i cittadini in possesso dei requisiti richiesti dai bandi”.
Per il leader della Gilda, inoltre, la normativa annunciata dal ministro, che troverebbe applicazione a partire dal prossimo aggiornamento previsto per i primi mesi del 2011, sarebbe in contrasto con le norme dell’Ue: “non dimentichiamo – ha sottolineato – che le normative dell’Unione europea prevedono il libero accesso anche dei cittadini non italiani, ponendo come unico vincolo la conoscenza della lingua”.
Contrario all’auspicio espresso dal responsabile dell’istruzione italiana è anche Marcello Pacifico, presidente Anief, gli educatori in formazione, secondo il quale con questa ‘mossa’ il ministro cancellerebbe in un colpo solo “le graduatorie di 400.000 precari docenti e del personale Ata”.
“Ricordiamo al ministro – ha detto Pacifico – di studiare gli artt. 3, 4, 16, 51, 97 della Costituzione, di leggere le recenti ordinanze di Tar e Consiglio di Stato di remissione alla Corte costituzionale di una legge nazionale, la 167/09, e della legge della provincia autonoma di Trento, la 5/06, orientate ai principi richiamati nel ddl governativo di prossima emanazione, prima di chiedere al parlamento l’approvazione dell’ennesima norma dal rilevante sospetto di incostituzionalità”.
Il leader dell’Anief respinge con forza quella che considera “la ricerca di una scuola federale, legata al merito e allo sviluppo del territorio, alla tutela della continuità didattica” perché ottenuta “con provvedimenti discriminatori e protezionistici che dispongono il reclutamento secondo la residenza dei cittadini a dispetto del punteggio valutato (abilitazione, servizi, titoli culturali), limitando la mobilità nel territorio nazionale, il diritto al lavoro, l’accesso ai pubblici uffici in condizioni di eguaglianza”.
Pacifico annuncia, quindi, di voler impugnare il ddl qualora venisse ‘promosso’ dalla commissione Cultura: “dopo aver ottenuto due ordinanze di remissione alla corte costituzionale dai giudici del Tar – dichiara – non esiteremo a denunciare in parlamento l’illegittimità del provvedimento allo studio del governo, ad appellarci al presidente della Repubblica, pronti a ricorrere nei Tribunali”.
L’ultima ’stoccata’ del rappresentante Anief è per il responsabile del ministero dell’Istruzione: “questa volta, in caso di esito positivo delle vertenze poste e dei conseguenti risarcimenti milionari per le migliaia di precari ricorrenti, il ministro Gelmini dovrebbe sottoporsi ai procedimenti disciplinari, come ogni altro dirigente dell’amministrazione, secondo la normativa vigente perché – ha concluso Pacifico – è tenuto al buon funzionamento e non alla mortificazione del sistema nazionale di istruzione”.







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