Legambiente presenta: Ecosistema Scuola 2010: classifica efficienza istituti
Data: Giovedì, 15 aprile 2010 ore 12:00:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Nelle scuole regionali bene, secondo il dossier di Legambiente, il risparmio
energetico, benino le energie rinnovabili, male scuolabus e impianti
sportivi "Ecosistema scuola 2010" -
presentato ieri da Legambiente - che classifica gli istituti scolastici
presenti in 95 dei 103 comuni italiani capoluogo di provincia secondo
criteri di qualità, sicurezza, efficienza funzionale ed energetica,
servizi forniti agli studenti.
Riccardo Mostardini
FIRENZE. Prato al primo posto nazionale per il sesto anno consecutivo
(seguono Parma, Biella, Trento, Modena e Asti), Livorno al settimo, e
Firenze al 16°, da ottava che era nel 2009, ma comunque al primo posto
tra i capoluoghi di regione. Sono lusinghieri per la Toscana, i dati
contenuti nello studio "Ecosistema scuola 2010" - presentato oggi da
Legambiente - che classifica gli istituti scolastici presenti in 95 dei
103 comuni italiani capoluogo di provincia secondo criteri di qualità,
sicurezza, efficienza funzionale ed energetica, servizi forniti agli
studenti.
La ricerca che quest'anno raggiunge la decima edizione è, secondo
quanto dichiarato dal responsabile Scuola e formazione di Legambiente
Toscana Silvia Battini, «l'unico strumento che, in Italia, dà
annualmente una fotografia dello stato generale dell'edilizia
scolastica del paese: quando negli anni passati tragedie significative
hanno colpito le scuole (pensiamo al caso di S.Giuliano) Legambiente ha
infatti - ripetutamente - chiesto allo Stato di istituire un'anagrafe
degli edifici scolastici, ma è stato fatto ben poco».
Al di là di questo, la situazione delle scuole in Toscana è appunto
«positiva, ci sono stati investimenti importanti»: in particolare Prato
(il cui primo posto in graduatoria nazionale è associato, tra le altre
cose, ai dati di eccellenza in termini di igiene, sicurezza,
accessibilità e a investimenti significativi in "buone pratiche" per la
sostenibilità quali raccolta differenziata, mense biologiche, risparmio
energetico, energie rinnovabili, bioedilizia) ha operato «da almeno 6
anni investimenti importanti per la sostenibilità ambientale
nell'edilizia scolastica».
Le criticità che secondo il dossier di Legambiente più incidono sul
sistema scolastico toscano, ha sottolineato il presidente della sezione
regionale dell'associazione Piero Baronti, investono in primo luogo
«l'età avanzata di buona parte dei 565 edifici scolastici toscani, il
cui 60% risulta costruito prima del 1974», cioè prima dell'entrata in
vigore delle norme di sicurezza antisismica di odierna concezione. Più
in dettaglio, emerge che il 42% degli edifici è stato edificato tra il
1940 e il 1974, il 30% tra il '74 e il 1990, mentre sono il 6% le
scuole ospitate in edifici costruiti prima del 1900.
I principali elementi negativi del sistema scolastico regionale,
secondo Baronti, riguardano comunque «i servizi di scuolabus, che
risultano disponibili per il 33% delle scuole, e l'assenza di strutture
per lo sport» (presenti solo nel 41% degli edifici, nda), oltre che «il
mancato completamento dell'anagrafe scolastica». Inoltre, Legambiente
giudica nel 20% il numero delle scuole regionali che necessita di
interventi di manutenzione urgenti.
Riguardo agli ambiti di analisi più direttamente riconducibili al
perseguimento di una sostenibilità dello sviluppo, Legambiente
evidenzia in Toscana una significativa evoluzione (sia pur tuttora
«insoddisfacente nonostante l'aumento rispetto al 2009») sotto diversi
punti di vista: l'83% degli edifici è dotato di fonti di illuminazione
a basso consumo, mentre più limitati (21%), anche se pure in crescita,
sono gli edifici dotati di impianti a fonti rinnovabili.
Riguardo alla raccolta differenziata, spicca il dato della carta (94%,
in calo rispetto al 2009) mentre la plastica è al 74% e minori sono i
dati relativi a vetro, alluminio, organico e a pile, toner e cartucce
di stampanti. Nelle mense biologiche i pasti sono interamente bio per
il 29% e parzialmente per il 65%, mentre l'utilizzo dell'acqua di
rubinetto (misurato per la prima volta quest'anno) è nelle scuole
regionali del 60%.
Infine emerge una situazione meno florida riguardo le situazioni di
rischio ambientale: al positivo dato per radon (nessun edificio in cui
è presente) e amianto (presente nell'1% degli edifici) fanno da
contraltare il dato relativo agli edifici scolastici situati in aree a
rischio sismico (58%) e a rischio idrogeologico (6%).
All'odierna presentazione della ricerca è intervenuto anche l'assessore
alla Pubblica istruzione del comune di Firenze, Rosa de Giorgi, che ha
riportato svariati dati (su cui ritorneremo più approfonditamente nei
prossimi giorni) relativi alle 158 scuole che, tra materne, elementari
e medie, sono situate in 112 plessi sparsi sul territorio comunale. De
Giorgi, nel ricordare come la strategia attuata dal comune di Firenze
preveda, tra le altre cose, di «utilizzare per scuole e impianti
sportivi tecnologie per il risparmio energetico e l'uso di rinnovabili,
grazie anche - speriamo - a fondi provenienti dall'Ue».
Inoltre sono stati comunicati i provvedimenti approvati ieri in giunta,
che prevedono investimenti per 1,7 milioni di euro (1,4 milioni di
ordinario, 300.000 euro di straordinario) per la manutenzione del
patrimonio edilizio scolastico comunale.
Dal punto di vista metodologico, sono tre i macroparametri di analisi
(anagrafica/informazioni generali sugli edifici; servizi messi a
disposizione/avvio di pratiche ecocompatibili; situazioni di rischio)
utilizzati dall'associazione ambientalista per stilare la graduatoria
annuale: ciò che non trova ancora sufficiente posto nella ricerca è lo
status delle scuole superiori, che sono di competenza provinciale e non
comunale.
Comunale è invece la gestione delle scuole medie, di quelle elementari
e soprattutto di quelle materne, le quali per la prima volta,
nell'edizione 2010 della ricerca (che, ricordiamo, classifica i dati
riferiti all'anno 2008), sono state comprese nell'analisi. Comunque,
sottolinea Legambiente, alcuni elementi di consultazione hanno
riguardato anche le scuole superiori, attraverso «due tipologie di
domande, quelle legate all'efficienza e a pratiche eco-compatibili e
quelle connesse a situazioni di inquinamento e rischio ambientale»: a
questo riguardo, tra le province che più hanno investito a livello
nazionale, vanno citate Pistoia (12° posto) e Firenze (17° posto).
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