Insegnare ad apprendere le lingue nel terzo millennio: la lingua “straniera” per comunicare
Data: Giovedì, 15 aprile 2010 ore 01:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


 L’apprendimento della lingua straniera nella scuola primaria si basa sulla comunicazione. È bene incoraggiare gli alunni a servirsene precocemente per il suo scopo principale, quello di scambiare messaggi, attraverso le routine scolastiche, i materiali autentici, gli scambi e gli incontri con parlanti nativi e non. di Giuliana Veruggio
•    http://www.educationduepuntozero.it/Community/2010/04/13/veruggio.shtml

Da quando ho iniziato a insegnare Inglese ad alunni dai 6 ai 10 anni (ho anche avuto qualche breve esperienza con alunni cinquenni di scuola dell’infanzia), mi sono posta il problema di proporre la lingua come uno strumento piuttosto che come un obiettivo di apprendimento. Ho cercato di convincere gli alunni a giocare con me un gioco nuovo, in cui una delle regole è un nuovo codice linguistico: parole nuove, suoni nuovi per parlare delle cose che li interessano: animali, giocattoli, persone, l’ambiente nel quale vivono e fanno continue esperienze di scoperta.

In classe prima inizio quasi subito a proporre frasi che riguardano la quotidianità della vita scolastica: i saluti, prima di tutto, e alcune istruzioni. Inizialmente si tratta di lingua passiva, che i bambini comprendono, ma non sono in grado di riprodurre; quindi introduco espressioni che gli alunni stessi usano sia oralmente che in forma scritta. Introduco soprattutto molto lessico, un patrimonio che consentirà agli alunni di utilizzare poche strutture grammaticali con innumerevoli varianti: i giorni della settimana, gli aggettivi per descrivere il tempo atmosferico, i cibi della mensa scolastica. Non pretendo che gli alunni memorizzino questi vocaboli nell’immediato, ma la ripetizione quotidiana, con opportune variazioni mentre la competenza linguistica cresce, consolida un lessico di base che al termine dei cinque anni di scuola primaria è discretamente ricco e vario.

Utilizzo per quanto possibile materiale autentico, dalle storie a qualunque materiale stampato reperibile off-line e on-line, passando per le corrispondenze con alunni di altri Paesi e per qualunque manufatto che in qualche modo attraversi il percorso didattico che sto svolgendo con la mia classe. La mia condizione di insegnante specializzata in lingua mi permette di avvalermi della lingua inglese come veicolo di contenuti che riguardano altre discipline. Questo significa che se voglio potenziare un aspetto della lingua inglese non devo “rubare” tempo ad altre discipline di mia competenza, ma posso creare un’attività per potenziare un’abilità matematica o scientifica o motoria o musicale insieme a una relativa all’Inglese. Posso inoltre gestire molte routine quotidiane come già esemplificato, cosa che un insegnante specialista non può fare data la sua limitata presenza in una stessa classe.

Un esempio di utilizzo di materiale autentico, è l’English Corner, uno spazio (che può essere anche ridotto a un pannello) in cui raccogliere materiali che in qualche modo facciano uso dell’Inglese o esemplifichino aspetti di civiltà: cartoline, giornali e riviste, ma anche “reperti” di qualche viaggio aereo (i sacchettini del sale e dello zucchero forniti con il pasto a bordo), incarti di prodotti (ormai l’Inglese ha invaso in modo sensibile la nostra vita quotidiana); a questi esempi possiamo aggiungere slogan e spot pubblicitari oltre naturalmente alle canzoni.

Ovviamente il materiale autentico va selezionato attentamente, con un occhio di riguardo ai contenuti, sia sotto il profilo linguistico sia sotto un profilo più generale, all’età e alle competenze linguistiche acquisite dagli alunni che ne saranno i fruitori. Questo impegnativo lavoro di selezione ed eventuale adattamento è compensato però da un forte impatto emotivo e motivazionale sugli alunni.

Per quanto riguarda l’aspetto comunicativo della lingua, fondamentale nei principianti, il gioco di ruolo con l’insegnante può essere sufficiente come primo approccio, ma è poi necessario creare situazioni comunicative autentiche in cui l’uso della lingua inglese diventi l’unico strumento possibile per lo scambio del messaggio. Nel mio caso mi sono potuta avvalere degli scambi di materiali e soprattutto degli scambi di insegnanti previsti dai partenariati Comenius. Le visite di ospiti estranei alla scuola, con i quali sia impossibile comunicare se non in Inglese, hanno sempre spinto i miei alunni a mettersi in gioco nella lingua senza vergogna o timidezza, spinti dalla curiosità di conoscere le persone e le novità di cui erano portatrici.

Naturalmente gli incontri devono essere attentamente progettati e preparati: una preparazione consapevole trasforma una possibile occasione di conoscenza in un volano della curiosità e delle capacità produttive e recettive, a dispetto degli ostacoli posti dall’età degli alunni e dalle loro competenze linguistiche, ovviamente sproporzionate rispetto a madrelingua o comunque a persone competenti in Inglese.


English abstract:
The learning of a foreign language in primary school is based on communication. Encouraging pupils to use precociously the target language for its main purpose – sharing content – through daily routines, the use of authentic materials, correspondence and meetings with non native speakers is therefore highly recommendable in the primary classroom.







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