Gli unici a 'salvarsi' docenti di sostegno e maestri d'infanzia
Data: Mercoledì, 14 aprile 2010 ore 22:13:26 CEST Argomento: Redazione
Roma, 14 apr. (Apcom) - Secondo fonti sindacali sarebbero 25.558 i
posti di insegnante che dal primo settembre prossimo verranno
cancellati dal Miur per effetto della politica di ridimensionamento
degli organici della scuola prevista nella penultima finanziaria:
una cifra considerevole, fortemente contestata dalle stesse
organizzazioni sindacali durante gli incontri tenuti al ministero negli
ultimi giorni, ed aggravata da ulteriori 15.000 tagli di personale non
docente (amministrativi, tecnici ed ausiliari).
Per l'ufficialità delle cifre bisognerà attendere l'imminente circolare
sugli organici (verrà emessa entro il 22 aprile), ma qualora dovessero
subentrare modifiche saranno comunque di poco conto.
In queste ore l'attenzione si concentra soprattutto sugli insegnanti,
molti dei quali perderanno la supplenza dopo diversi anni di servizio,
interrotta solo in prossimità del termine dell'inizio dell'anno
scolastico: si perderanno 22.018 in organico di diritto (contratti di
supplenza sino al 31 agosto) e 3.540 in organico di fatto (sino al 30
giugno).
Il sacrificio maggiore verrà chiesto ai docenti della scuola superiore,
dove per effetto della riforma si perderanno ben 13.746 posti.
Falcidiata anche la primaria (le ex elementari), dove il nuovo anno
scolastico partirà con 8.711 maestri in meno. Più indolore la
'razionalizzazione' delle medie inferiori, dove il taglio riguarderà
solo 3.661 posti da insegnante.
Rimarrà esente dai tagli il comparto degli insegnanti di sostegno, dove
si confermano i 63.348 posti in organico di diritto e i 27.121 in
quelli di fatto.
Una decisione quest'ultima su cui pesa non poco la recente sentenza
della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittime le norme che
limitano gli organici di sostegno in caso di supporto a studenti
disabili gravi. Addirittura controcorrente, infine, la scuola
dell'infanzia, dove si registrerà un incremento di 560 posti.
Complessivamente, unendo tutti i tipi di corsi, si attuerà una
riduzione pari al 4% del corpo docente. Con differenze, anche
sensibili, da regione a regione: le più colpite saranno quelle del sud.
In particolare la Calabria (-5,32%%), la Basilicata e la Sardegna
(-5,18%) e la Sicilia (-5,06%). Tutte regioni che pagano, in
particolare, il crescente calo della riduzione delle nascite degli
ultimi anni. Tagli in linea con la media nazionale, però, anche in
diverse regioni del nord dove, soprattutto grazie alla presenza fissa
di immigrati, il tasso demografico è invece in aumento: in Veneto e
Lombardia, per esempio si assisterà ad una riduzione di oltre il 3% del
personale docente, a fronte di un incremento degli alunni pari
all'1,3%.
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