Ricorsi anti-pensionamento prof. 40 anni anzianità
Data: Mercoledì, 14 aprile 2010 ore 20:35:43 CEST Argomento: Comunicati
PAVIA, PRONTI RICORSI AL TAR
PAVIA. C’era tempo fino al 28 febbraio. Per dire agli insegnanti con 40
anni di contributi che la scuola non aveva più bisogno di loro:
pensione obbligata. In provincia sono una cinquantina in questa
situazione. In dieci sono pronti al
ricorso. Da quest’anno: le pubbliche amministrazioni - quindi
anche le scuole - possono «risolvere
unilateralmente il rapporto di lavoro» (licenziare) con i dipendenti
con 40 anni di contributi. L’h anno chiamata la «manovra
d’estate», ovvero il decreto legge 78 del primo luglio scorso. Poi c’è
anche la direttiva della Gelmini.
PAVIA. C’era tempo fino al 28 febbraio. Per dire agli insegnanti con 40
anni di contributi che la scuola non aveva più bisogno di loro:
pensione obbligata. In provincia sono una cinquantina in questa
situazione. In dieci sono pronti al ricorso.
Da quest’anno: le pubbliche amministrazioni - quindi anche le scuole -
possono «risolvere unilateralmente il rapporto di lavoro» (licenziare)
con i dipendenti con 40 anni di contributi. L’h anno chiamata la
«manovra d’estate», ovvero il decreto legge 78 del primo luglio scorso.
Poi c’è anche la direttiva della Gelmini.
Gli insegnanti, che rientrano nella categoria dei dipendenti pubblici,
e con loro anche il personale Ata, si sono visti recapitare una lettera
dai dirigenti scolastici, costretti a mandarli in pensione. Cinquanta
lettere in provincia. Ci sono maestre che si trovano a dover lasciare a
un’altra insegnante i bimbi in quinta elementare, nel delicato anno di
passaggio verso le medie, ma anche docenti delle superiori. In alcuni
casi, come per la maestra Franca Rapallini della Carducci, i genitori
si stanno mobilitando. Ora si sta cercando una soluzione per vie
legali: impugnare i licenziamenti. A Pavia se ne sta occupando
l’avvocato Luisa Flore.
Davanti al giudice del lavoro porterà il ricorso, per il momento, di
sette docenti. Altri si stanno aggiungendo. «Entro aprile faremo un
ricorso urgente per ottenere la sospensione di questo preavviso di
licenziamento», spiega l’avvocato Flore. I suoi assistiti sono di Pavia
e Vigevano. Si stanno aggrappando alla speranza di poter continuare un
lavoro che fanno con passione. La speranza, in questo caso, ha elementi
su cui lo studio legale farà leva per riuscire a vincere il ricorso. Il
«collocamento anticipato a riposo» è stato messo in atto senza tenere
conto delle esigenze delle scuole. Dal ministero l’indicazione era di
evitare situazioni di esubero e favorire il riassorbimento dei
soprannumerari mandando in pensione un po’ di insegnanti. Ma di esuberi
per le elementari non ce ne sono. E tra gli «obbligati» ci sono
insegnanti con progetti affidati loro dai presidi, lavori ancora in
corso, ci sono docenti che si occupano di formazione per i colleghi più
giovani. Sono tutte esigenze delle stesse amministrazioni pubbliche che
devono rinunciare al personale.
Un altro punto da far valere per il ricorso è il riferimento alle leggi
sulla pensione, anche a livello europeo. Si sta portando l’e tà
pensionabile delle donne a 65 anni come per gli uomini. «Appare quindi
contraddittorio questo provvedimento - spiega l’avvocato Flore - e
discriminatorio. Anche perché l’obbligo del licenziamento per chi ha i
40 anni di contributi è una disciplina transitoria, che vale solo dal
2009 al 2011». Dopo le regole cambieranno. Così oltre a chiedere
l’annullamento dei licenziamenti, verrà chiesto davanti al giudice del
lavoro di lasciare in servizio gli insegnanti almeno fino al 65esimo
anno d’età.
(13 aprile 2010)
da PROFESSIONEINSEGNATE
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