Questionario Gelmini per dare la «caccia» agli immigrati
Data: Mercoledì, 14 aprile 2010 ore 11:47:04 CEST Argomento: Rassegna stampa
E’ una valutazione ambigua
ma, il questionario distribuito dal ministero alle scuole e
finito nel diario dei bambini per essere compilato dai genitori, nasconde una convinzione: gli insegnanti
sono una truppa. Parola antica, che serve ad indicare quei
militari che devono solo obbedire agli ordini. Scuola e prova Invalsi, rilevazione degli
apprendimenti per l’anno scolastico in corso. L’Istituto è sotto
stretto controllo dall’Istruzione della Gelmini e serve ad accertare le
conoscenze degli studenti italiani. (da l'Unità
di Maristella Iervasi)
Redazione
Due prove scritte obbligatorie da svolgersi nel mese di maggio di
Italiano e matematica per gli studenti della seconda e quinta
elementare e anche per i più grandicelli della prima media, tutti
seduti rigorosamente uno per banco per evitare suggerimenti. I bambini
frequentanti la seconda elementare verranno anche sottoposti ad una
prova di lettura, non davanti alle proprie maestre ma ad osservatori
esterni, esponendoli così ad un possibile insuccesso.
Ma non è tutto. Proprio in questi giorni e con largo anticipo rispetto
alle prove Invalsi, le scuole su “ordine” del ministero stanno
consegnando un questionario da compilare a cura dei genitori le cui
domande non hanno nulla a che vedere con la didattica né con la
valutazione delle conoscenze e dei saperi. La scheda in realtà serve
per individuare la provenienza “socio-economico-culturale” dei singoli
studenti. Indagine statistica che spetterebbe all’Istat e non
all’Ivalsi. Pertanto, è una schedatura delle famiglie e, ancora più
inquietante, si insiste con la “persecuzione” dello studente immigrato.
Di lui si vuole conoscere tutto: se è nato in Italia e l’arrivo in
Italia; se ha frequentato l’asilo nido e la materna. Ma l’obiettivo
finale di tutto questo è anche un altro: attraverso il solo risultato
degli alunni, il ministero intende valutare in modo indiretto ogni
singola scuola pubblica e i loro docenti.
Il questionario e la protesta. Le
domande sugli studenti sono per lo più dirette a raccogliere
informazioni sugli stranieri. Per quanto riguarda i genitori
italiani e non, si “spulcia” indirettamente sul reddito di mamme e
papà. Con strafalcioni sui titoli di studio e “dimenticanze” clamorose
nell’elenco delle professioni. Il ministero accorpa arbitrariamente
categorie di lavoratori secondo un’idea piramidale della società ancora
ferma all’era Gentile. La classifica si apre con il “disoccupato” ma
non c’è traccia del precario o dell’informatico e co.co.pro.
L’insegnante è equiparato alla truppa. Il docente universitario
all’ufficiale militare. E così via. Fino alla “chicca” sui titoli di
studio superiore al diploma: si cita l’Isef, che non esiste più. La
nuova terminologia è superata in Scienze motorie.
Le “ira” dei genitori si scaricano sui presidi. Le prove Invalsi a
tutela della privacy sono rigorosamente anonime, sui singoli fascicoli
compare solo un codice numerico identificativo del plesso, del livello
di classe frequentata e della sezione dello studente. Ma in un circolo
didattico di Roma, il dirigente ha consegnato alle famiglie la scheda
con lo spazio per il nome e il cognome dell’alunno, oltre la classe e
la sezione. Da qui la protesta delle famiglie: “Consegneremo la scheda
in bianco o incompleta”.
«Mio figlio Matteo all’uscita di scuola mi ha detto: 'Guarda mamma la
scuola vuole sapere se il papà di Gerry è italiano. Che gli importa?'»,
racconta Paola Angelucci consigliera del municipio XI. E le proteste si
annunciano anche altrove. La battagliera Simonetta Salacone, dirigente
della scuola Iqbal Mashid e capofila nella protesta anti-Gelmini, fa
sapere: “Pretendo la garanzia dell’anonimato sulle prove Invalsi e
sulla scheda studenti-famiglie. Ho già attivato i sindacati”.
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