Contro i mostri contemporanei
Data: Luned́, 12 aprile 2010 ore 00:15:00 CEST
Argomento: Eventi


Il titolo del nuovo libro di Pietro Barcellona («Viaggio nel bel Paese - Tra nostalgia e speranza» - pagg. 221, € 16,00, ed. Città Aperta), potrebbe fa pensare a resoconti più o meno turistici del genere caro ai modelli classici dei viaggiatori del Settecento e del secolo scorso. Ma non è così, perché ne! l viaggio di Barcellona non troveremo descrizioni di monumenti, ruderi preziosi e paesaggi, ma un responsabile susseguirsi di analisi socio-politiche e logiche deduzioni a mo' di diagnosi basate sul presente per poter leggere il futuro, oltre il turbinìo dell'attuale decadenza.
Il "viaggio" di questo libro è tale a patto di dare al significante il fascinoso significato metaforico dell'avventura odisseica, nella quale l'uomo dei nostri giorni nel suo perenne ritorno a Itaca, si scontra con mostri non più mitico-leggendarii ma tremendamente tangibili nelle loro realtà di lotofagi, ciclopi, maghe-circi etc, e dove le sirene eludono la difesa delle cere alle orecchie con persuasioni occulte al consumismo capaci di sedurre attraverso tutti gli organi dei sensi.
E allora il titolo si manifesta ancor più invasivo di là dalle contingenze significanti della parola "viaggio", che per i tossicodipendenti allude all'effetto della droga e che nell'uso ordi! nario rinvia a ogni spostamento da luogo a luogo. Invasivo per! ché il viaggio di questo straordinario e coinvolgente libro, oltre a collocarsi nel significato privilegiato dalla metafora ulissica trionfa nella irrinunciabile accezione della sua etimologia latina di viaticum, col preciso significato di "ciò che serve per il viaggio", quindi più di "provvista" che di percorso.
Siamo, appunto, tra la metafora odisseica (il viaggio tra i mostri dei nostri giorni) e il viatico (istruzioni per l'uso) caro alla pura etimologia della parola.
Un paio di esempi, cominciando dai mostri: " …in questi decenni fondamentalismo e nichilismo si sono spartiti il campo che una volta consentiva agli uomini di sperimentare la propria creatività". (Cfr.pag.22); "Quanti professori universitari sono disposti a riconoscere che l'Università è uno degli sprechi più gravi del nostro bilancio, che funziona soltanto per riproduzioni familiari e amicali senza alcun rapporto con le esigenze di conoscere il proprio tempo&q! uot;; (Cfr. pag 51); "…la vita pubblica siciliana è soffocata da un sistema di potere paramafioso dove proliferano gli scambi e gli affari, che impediscono ogni vera discussione sulla responsabilità (…) responsabilità politiche che vanno affrontate e che non penso affatto possano o debbano essere delegate alla magistratura" (cfr.pag180).
E il viatico: "Personalmente sono contro il testamento biologico e ogni forma di legislazione che al momento del mio trapasso richiedesse l'intervento dei giudici. Non in nome di una naturalità del morire, ma al contrario in nome della tragica accettazione di un destino che, come i grandi poeti greci hanno scritto, rende gli essere mortali più grandi degli dèi dell'Olimpo". (Cfr.pag.95); "E' proprio sull'abbandono della terra e dei piccoli centri abitati che i giovani devono farsi promotori di una proposta culturale e produttiva, creando forme di cooperazione che siano in grado di vincere l'inerzia e l'ottusità! degli enti locali". (Cfr. pag.137).
Lo spazio della segnalaz! ione libraria scoraggia il dissertare sul contrasto tra la contingenza del giornalismo (questo libro di Barcellona accoglie articoli pubblicati su La Sicilia) rispetto al cammino della storia; un contrasto che Barcellona elimina con l'atemporalità delle sue "provviste per il viaggio" con la stessa impronta perenne che alle attualità dei suoi tempi ha impresso il Cicerone di Usque tandem Catilinae abuteris (...), attualità di allora che continua a squillare di altrettante urgenze in questo decadente e tumultuoso momento della vita sociopolitica del nostro caro Bel Paese.

La sicilia







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