Chiederà la Sicilia il rinvio della riforma della secondaria superiore?
Data: Giovedì, 08 aprile 2010 ore 12:58:31 CEST
Argomento: Rassegna stampa


L’Assemblea regionale siciliana, nella seduta dello scorso 25 marzo, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno (interpellanza n. 83 del 16/3/2010) con cui si impegna il governo regionale a porre in essere ogni azione necessaria a rinviare all’anno scolastico 2011/2012 l’avvio del provvedimento di riordino della scuola secondaria superiore, previsto dalla “Riforma Gelmini”.Pubblicato il 6 aprile 2010 da cobasscuolapalermo http://cobasscuolapalermo.wordpress.com/



L’Assemblea regionale siciliana, nella seduta dello scorso 25 marzo, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno (interpellanza n. 83 del 16/3/2010) con cui si impegna il governo regionale a porre in essere ogni azione necessaria a rinviare all’anno scolastico 2011/2012 l’avvio del provvedimento di riordino della scuola secondaria superiore, previsto dalla “Riforma Gelmini”.
La mozione sembra per molti aspetti ricalcare, con nostra soddisfazione, quelle che sempre più numerose vengono approvate dai Collegi e dalle Assemblee delle scuole ma non ci risulta che in sede di conferenza unificata Stato-Regioni, in occasione della presentazione dei provvedimenti di riordino da parte del MIUR, la Regione Sicilia abbia manifestato alcun dissenso. Strategia, tattiche politiche, grandi manovre? Comunque sia è quello che diciamo da tempo e che le scuole chiedono a gran voce e la bontà delle intenzioni si valuterà sul piano dell’azione politica. La Provincia di Bolzano avvalendosi della sua autonomia ha già deliberato la richiesta di rinvio all’anno 2011/2012 del riordino delle scuole superiori  e la Regione Toscana si appresta a farlo.
Il rinvio darebbe maggior respiro e forza alle iniziative di lotta per impedire lo smantellamento della scuola pubblica statale ma viene forte il dubbio che si tratti di due predatori che si affrontano per la spartizione della preda.
Il fatto è però che ciò che dalle istituzioni viene sempre di più considerato solo un problema di spesa o una fonte di finanziamento è invece per noi tutti un indispensabile bene comune necessario alla costruzione della libera crescita intellettuale e culturale, alla trasmissione del pensiero critico, alla realizzazione dell’integrazione sociale. Che ne tengano conto perché noi su questo non molleremo, mai.







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