Droga e minori: «Ecco come si spaccia nella mia scuola»
Data: Mercoledì, 07 aprile 2010 ore 10:54:08 CEST Argomento: Rassegna stampa
È
un fenomeno consueto. Più di quello che si pensi. E colpisce scuole
superiori di ogni grado e livello: lo dicono i dati che annualmente
vengono diffusi dai ministeri dell’Interno e della Gioventù. La droga entra
nelle aule con una facilità disarmante e tra le mura degli istituti
viene anche spacciata e consumata. ( Federico Casabella da Il
Giornale)
«Nella mia scuola se vuoi del fumo si sa chi avvicinare, come farlo e
dove vedersi per lo scambio». A raccontarci l’esperienza diretta di chi
vive la realtà scolastica è un alunno di una scuola professionale
genovese. È un ragazzo di 17 anni che chiameremo Roberto con nome di
fantasia. Ha scelto di spiegare cosa avviene nelle ore di lezione,
durante la ricreazione, nei bagni come negli spazi aperti. «Nella mia
scuola girano marijuana e cocaina, si fuma e c’è chi striscia (chi
assume cocaina, ndr). Lo fanno in tanti e averla è molto semplice -
racconta Roberto -. Noi abbiamo un giardino ed è quello il luogo
prediletto per scambiare la merce con i soldi e per poi consumarla». Un
giardino, luogo aperto e meno controllato dai bidelli che, invece, sui
piani girano e vigilano nelle ore di lezione. Così come durante la
ricreazione quando un minimo di sorveglianza viene garantito anche dai
professori che girano nei corridoi: «Ho amici di altri istituti che mi
raccontano che sniffano cocaina in classe durante le ore di lezione -
continua lo studente -. Ma nella mia classe non succede e non l’ho mai
sentito da altri della mia scuola. Però consumarla sì: lo fanno e si
vantano di farlo. Poi ci sono quelli che durante la ricreazione si
spostano negli angoli più nascosti della scuola e si fanno le canne».
La droga viene consumata. Ma come entra e, soprattutto chi è che riesce
a farla entrare? Sono gli stessi studenti. Alcuni di loro, infatti,
sono veri e propri spacciatori, lavorano per conto di pusher di
«professione». Da questi ultimi comprano la merce che rivendono ai loro
compagni di classe: «Non è necessario che i venditori si avvicinino
alla scuola, usano altri ragazzi a cui garantiscono una percentuale su
quello che riescono a piazzare e marijuana o coca gratis - racconta
ancora Roberto -. Di “giro” se ne vede di più verso il fine settimana
perché tanti comprano la “roba” da consumare al sabato sera per fare
serata: fumare tutti assieme, prendere qualche acido in discoteca».
Roberto ci spiega di non aver mai fatto uso di sostanze stupefacenti e
che nessuno è però mai andato a proporgliene l’acquisto: «È ovvio che
alla fine tra di noi si sappia chi sono quelli che vendono droga, ma è
anche vero che se non sei tui ad andarli a cercare quelli si fanno i
fatti loro. Non propongono anche perché sanno che qualcuno potrebbe
raccontare ai professori».
Ma qual è l’identikit del giovane spacciatore scolastico? «Sono ragazzi
più grandi, qui da noi sono maggiorenni che hanno voglia di farsi soldi
in maniera facile e magari si comprano il cellulare nuovo o i jeans di
marca. Se sono ragazzi con difficoltà in famiglia? Ci sono
extracomunitari e giovani di famiglie normali: non conta l’estrazione».
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