Docenti L2: un problema per l’attuale governo
Data: Martedì, 06 aprile 2010 ore 09:24:29 CEST Argomento: Rassegna stampa
Insomma, in questi anni migliaia di insegnanti come i
sottoscritti si sono abilitati con sacrificio, hanno lavorato per anni
al servizio della scuola sperando di crescere professionalmente e di
stabilizzare la loro posizione e soprattutto di dare continuità ai
ragazzi. I docenti in questione sono
diventati un problema per il nostro attuale governo. Così, con
un ritocchino al quadro orario delle scuole medie il ministro è
riuscito a risolvere la spinosa situazione relativa agli organici dei
docenti. Puntualmente, anche
quest’anno, il 30 giugno p.v. o per i più fortunati il 31 agosto, noi
insegnanti di lingue L2 verremo licenziati.
Filippo Perini filperin@virgilio.it (da
OrizzonteScuola)
Siamo ancora noi, docenti precari della seconda lingua
comunitaria (francese, spagnolo e tedesco) della scuola secondaria di
primo grado (già scuola media) di Firenze e non solo, che con la
presente vorrebbero riproporre alcune puntualizzazioni sulla riforma
Gelmini. Anche quest’anno i genitori che hanno iscritto i propri figli
alla prima classe della scuola media, hanno avuto la facoltà di
chiedere di avvalersi dell'insegnamento potenziato dell'inglese,
realizzato con l'utilizzo delle 2 ore settimanali dedicate alla seconda
lingua comunitaria.
In questo modo il tempo dedicato all'insegnamento dell'inglese passa da
3 ore a 5 ore settimanali (quanto quelle di lettere!). Unica condizione
posta dal regolamento è che non vi siano nella scuola prescelta docenti
titolari della seconda lingua comunitaria (L2). E qui nasce il
problema. Docenti di seconda lingua comunitaria titolari di cattedra ce
ne sono pochissimi. Ma facciamo un passo indietro.
Lo studio obbligatorio della seconda lingua straniera comunitaria è
stato introdotto dal ministro Moratti ed ha creato nel tempo un
cospicuo incremento di docenti di francese, spagnolo e tedesco nelle
scuole medie. Tali docenti però sono sempre stati inseriti
nell’organico di fatto delle scuole, ossia chiamati a ricoprire i posti
con incarichi annuali, da supplenti. Assunti a settembre e licenziati a
giugno e con la promessa che prima o poi le loro cattedre sarebbero
entrate in organico di diritto e che finalmente anche loro sarebbero
entrati in ruolo garantendo così la continuità didattica. Solo
dall’anno scorso le cattedre della L2 sono passate da organico di fatto
ad organico di diritto, dopo ben 5 anni da quando è stato esteso lo
studio di una seconda lingua straniera nella scuola secondaria di primo
grado. Dobbiamo puntualizzare che le uniche cattedre di diritto
presenti fino all’anno scorso appartenevano alle vecchie
sperimentazioni (ex-bilinguismo) che prevedevano, tra l’altro, 3 ore
settimanali di studio della L2, esattamente come la lingua inglese.
A tale proposito vorremmo aggiungere che l’aver ridotto a 2 ore lo
studio della L2 sta portando un certo disagio all’interno delle scuole,
in quanto, adesso per formare una cattedra (18 ore di lezione frontale)
occorrono non più 6 classi, cioè 2 sezioni, ma ben 9 classi e quindi 3
sezioni, con conseguente diminuzione dei posti di lavoro (scopo di
questo governo).
Senza parlare della ricaduta negativa che ha nella didattica. Per
apprendere bene una lingua straniera è importante favorire la
competenza linguistico-comunicativa che si articola in macro-abilità
nel compiere attività linguistiche che coinvolgono la comprensione
scritta e orale (leggere, ascoltare), la produzione scritta e orale
(scrivere, parlare) e l’interazione (attività ricettiva e produttiva
per la costruzione di un discorso comune). Questo non lo diciamo noi,
ma è quanto stabilito nel CEFR (Common European Framework of Reference
for Languages) altrimenti citato con l'acronimo QCER (Quadro Comune di
Riferimento Europeo), che rappresenta una linea guida impiegata per
descrivere i risultati conseguiti da chi studia le lingue straniere in
Europa, nonché allo scopo di indicare il livello di riferimento di un
insegnamento linguistico negli ambiti più disparati. Tale documento è
stato messo a punto dal Consiglio d'Europa come parte principale del
progetto Language Learning for European Citizenship (Apprendimento
delle lingue per la cittadinanza europea) tra il 1989 e il 1996. Suo
principale scopo è fornire un metodo - per accertare le conoscenze e
trasmetterle - che si applichi a tutte le lingue d'Europa. Nel novembre
2001 una risoluzione del Consiglio d'Europa raccomandò di utilizzare il
CEFR per costruire sistemi di validazione dell'abilità linguistica.
http://archivio.pubblica.istruzione.it/argomenti/portfolio/pelquadro.shtml
Quindi, proviamo ad analizzare per esempio una di queste abilità: la
produzione scritta. Oggi un docente si trova in questa situazione: 9
classi con una media di 25 alunni per 6 compiti scritti all’anno (3 a
quadrimestre) vuol dire più di 1300 prove scritte da correggere e un
bel po’ di ore tolte alla preparazione e all’organizzazione della
didattica! Ed è solo una delle abilità menzionate. Non a caso molti
colleghi hanno deciso di ridurre le prove scritte a 2 per quadrimestre.
Insomma, in questi anni migliaia di insegnanti come i sottoscritti si
sono abilitati con sacrificio, hanno lavorato per anni al servizio
della scuola sperando di crescere professionalmente e di stabilizzare
la loro posizione e soprattutto di dare continuità ai ragazzi. I
docenti in questione sono diventati un problema per il nostro attuale
governo. Così, con un ritocchino al quadro orario delle scuole medie il
ministro è riuscito a risolvere la spinosa situazione relativa agli
organici dei docenti. Puntualmente, anche quest’anno, il 30 giugno p.v.
o per i più fortunati il 31 agosto, noi insegnanti di lingue L2 verremo
licenziati. Vorremmo ribadire, così come avevamo avuto modo di scrivere
in una precedente lettera, che rendere opzionale una materia del
curricolo nella scuola dell’obbligo crea disparità di preparazione di
base nei ragazzi.
Lo studio della seconda lingua è menzionato anche nell’art. 165 del
Trattato di Lisbona del 17 dicembre 2007, dove è riportato quanto
segue: L'azione dell'Unione è intesa: a sviluppare la dimensione
europea dell'istruzione, segnatamente con l'apprendimento e la
diffusione delle lingue degli Stati membri.
http://bookshop.europa.eu/eubookshop/download.action?fileName=FXAC08115I...
In gran parte d’Europa, fin da piccoli, i bambini studiano due o tre
lingue straniere e il 13 dicembre 2001, alla fine dell’Anno Europeo
delle Lingue, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione in cui
si raccomandava di adottare misure atte a promuovere la diversità
linguistica e l’apprendimento delle lingue.
Inoltre, un paio di mesi più tardi, il 14 febbraio 2002, il Consiglio
Istruzione e Gioventù ha adottato una risoluzione con la quale si
chiedeva alla Commissione europea di presentare proposte per azioni
volte a promuovere la diversità linguistica e l’apprendimento delle
lingue. http://ec.europa.eu/education/policies/lang/policy/index_it.html
Riportiamo anche ciò che c’è scritto sul sito del Commis
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