Milano: Stop all´orario corto per i professori
Data: Venerdì, 02 aprile 2010 ore 12:48:50 CEST Argomento: Rassegna stampa
Da
oggi, le ore del cosiddetto orario
corto (50 minuti anziché 60) vanno recuperate: «Ogni preside -
dispone la circolare - definirà l´eventuale recupero del tempo scuola
per gli alunni e del tempo lavoro per i dipendenti, tenendo presente
che l´orario di lavoro del personale docente va prestato a favore
dell´intera scuola». Traduzione: i
professori usino quelle due o tre ore per fare supplenze e corsi di
recupero ai ragazzi. (FRANCO VANNI Da Repubblica-Milano)
Gli insegnanti non potranno
più lavorare solo 15 o 16 ore a settimana anziché 18, come prevede il
contratto. Una circolare della direzione scolastica abolisce infatti
l´"orario corto", formula prevista nelle scuole con numerosi studenti
pendolari: per consentire ai ragazzi di non perdere il treno, infatti,
molti istituti (soprattutto tecnici e professionali) accorciano le ore
di lezione da 60 a 50 minuti anticipando l´uscita da scuola. Con il
risultato che, a conti fatti, i professori alla fine della settimana
hanno lavorato per 2 o 3 ore in meno. Da oggi, quelle ore vanno
recuperate: «Ogni preside - dispone la circolare - definirà l´eventuale
recupero del tempo scuola per gli alunni e del tempo lavoro per i
dipendenti, tenendo presente che l´orario di lavoro del personale
docente va prestato a favore dell´intera scuola». Traduzione: i
professori usino quelle due o tre ore per fare supplenze e corsi di
recupero ai ragazzi.
Se fra gli studenti la prospettiva di dover tornare a scuola per un
paio d´ore in più provocherà al massimo qualche mugugno (tanto più che
la riforma Gelmini ha ridotto il numero delle ore di lezione
settimanali), gli insegnanti sono sul piede di guerra. E già si sono
rivolti ai sindacati. Attilio
Paparazzo, segretario provinciale di Flc-Cgil, spiega: «Il nostro
contratto dice chiaramente che in caso l´orario sia ridotto per ragioni
di "forza maggiore", ad esempio avere un alto numero di studenti
pendolari, quelle ore di lavoro non vanno recuperate». E invita le
scuole «a non tenere conto della nuova indicazione, dal momento che è
in conflitto con il contratto». La circolare precisa però che
«il pendolarismo studentesco è tutt´altro che eccezionale e
imprevedibile», quindi verrebbe meno il presupposto della "forza
maggiore". E precisa che, se è legittimo accorciare l´orario alla prima
e all´ultima ora, non lo è nel resto della mattinata.
La disputa, seppur giocata sull´interpretazione di norme antiche e
complesse circolari ministeriali, riguarda però la sostanza
dell´organizzazione del lavoro in centinaia di scuole. Se saranno i
docenti di ruolo a dover sostituire i colleghi assenti e fare corsi di
recupero, il ministero risparmierà i soldi necessari a chiamare
insegnanti supplenti. Dall´altro lato, però, il rischio è che non
vengano più chiamati a lavorare, almeno per quelle ore, i docenti
precari che attendono di essere stabilizzati.
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