Precari della scuola in rivolta
Data: Sabato, 27 marzo 2010 ore 07:06:37 CET Argomento: Rassegna stampa
Non bastava la Proposta di Legge Aprea, che propone
l’aberrante soluzione dell’assunzione diretta da parte dei Dirigenti
Scolastici degli insegnanti, sottoposti a valutazioni “anatomiche” del
loro essere docenti e sottoposti a trattamenti economici subordinati a
competenze stabilite sempre dai Dirigenti Scolastici, il Ministero ci
stupisce con la nuova discriminazione sociale: la nuova formazione dei docenti targata
Israel.
Non bastava la Proposta di
Legge Aprea, che propone l’aberrante soluzione dell’assunzione diretta
da parte dei Dirigenti Scolastici degli insegnanti, sottoposti a
valutazioni “anatomiche” del loro essere docenti e sottoposti a
trattamenti economici subordinati a competenze stabilite sempre dai
Dirigenti Scolastici, il Ministero ci stupisce con la nuova
discriminazione sociale: la nuova formazione dei docenti targata
Israel. A 43mila docenti precari in
Italia privi di abilitazione, insegnanti a tutti gli effetti, con
servizi ormai decennali presso lo Stato italiano,il Ministero proporrà
un esame sbarramento per poter accedere all’abilitazione. I docenti non
abilitati avranno solo due chance per potersi abilitare, due esami,
dopodiché verranno esclusi definitivamente dal mondo dell’insegnamento,
vedendo i propri titoli di studio non validi per la docenza dal 2013!
Il Consiglio di Stato che ha approvato i regolamenti formativi nel
giorno di martedì 22 marzo e nei confronti di questa epurazione
immotivata di docenti, ha espresso perplessità relativamente alla
considerazione del servizio dei docenti non abilitati, che dovrebbe
costituire criterio prioritario per l’inserimento nelle Graduatorie ad
Esaurimento. Il Ministero ha risposto cianciando di “disciplina meno
rigorosa”, ” disparità di trattamento con chi ha conseguito in questi
anni l’abilitazione attraverso il percorso delle SSIS”, ” ricondurre a
limiti fisiologici il costante aumento del numero dei precari iscritti
nelle graduatorie “, “aumento dei potenziali abilitati, di gran lunga
superiore rispetto al numero dei posti vacanti e disponibili”, “limite
delle risorse attualmente disponibili”, “sussistenza delle necessarie
conoscenze disciplinari in capo ai tirocinanti” Traduciamo in italiano:
Per anni vi abbiamo spremuto come limoni perché servivate come
lavoratori sottocosto, assumibili e licenziabili a piacimento, ora non
ci sono soldi o, per l’esattezza, il governo non vuole investirli,
quindi non abbiamo posto per voi! A questo punto, la lotta dei precari
deve ribadire che non siamo capi di bestiame, ma docenti preparati e
fino ad ora in grado di insegnare, programmare, gestire classi e che
non può essere accettata la tesi che se finiscono le risorse sei finito
tu. Se credete che spariremo come vi fa comodo vi illudete.
Riprenderemo l’iniziativa sino al blocco degli scrutini ad oltranza!
Pubblicato da fidest su venerdì, 26 marzo 2010
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