Perché aumentano i 5 in condotta: stanno cambiando i docenti, gli studenti o cos’altro…..?
Data: Mercoledì, 24 marzo 2010 ore 08:51:54 CET Argomento: Opinioni
Dal
collega Nino Marchese, docente
di matematica al Liceo Scientifico " E.Fermi"di Paternò, riceviamo
una interessante nota relativa al dibattito di carattere nazionale sul 5 in
condotta.
“Da queste poche e semplici
considerazioni scaturisce che, a mio parere, un Ministro della
P.I non dovrebbe dirsi soddisfatto guardando all’aumento dei cosiddetti
5 in condotta e non dovrebbe valutarlo come risultato di un
atteggiamento più rigoroso dei docenti, ma dovrebbe ricercare le cause
che hanno portato a così poco entusiasmanti risultati.”
Redazione
Come ogni comunità che intende rispettare e farsi rispettare, anche la
Scuola, principale agenzia formativa e per molti aspetti educativa
della nostra società, stabilisce i propri percorsi di lavoro dotandosi,
attraverso i cosiddetti organi collegiali (veri e propri organismi di
governo), di strumenti e parametri di valutazione dei processi
formativi ed educativi. Gli strumenti e i parametri di valutazione
vengono accettati dagli studenti e/o dai loro genitori all’atto
dell’iscrizione sottoscrivendo il cosiddetto contratto formativo o
Patto scuola- famiglia. Tra questi strumenti di valutazione nella
pratica didattica ci sono i voti e, dall’anno scorso, anche il voto di
condotta. Secondo quanto si dice nella O. M. che lo ha
recentemente rivisto, esso misura, oltre che il grado di rispetto
delle regole di comportamento, anche l’adeguatezza degli atteggiamenti
e delle risposte degli studenti verso gli impegni assunti all’atto
della stipula del contratto formativo.
Le risposte alle sollecitazioni formative ed educative messe in atto
dalla scuola dipendono soprattutto dalla personalità dello studente ,
personalità che in età scolare è in continua evoluzione e quindi
influenzabile dai comportamenti degli adulti; ne consegue che gli
adulti vengono spesso visti dai giovani ( in particolare da quelli che
non hanno ancora acquisito capacità critiche e di giudizio ) come
modelli da imitare indipendentemente dalla positività o dalla
negatività che tali comportamenti esprimono.
Ora, quanto più prestigioso è il ruolo rivestito dagli adulti nella
società, tanto più la loro influenza è incisiva nella formazione della
personalità dei giovani. Questa è una responsabilità di cui gli adulti
devono essere consapevoli sempre, per questo hanno il dovere di porsi
come modelli positivi rispettando per primi le regole in tutti i
momenti delle loro attività (genitoriali, lavorative, amministrative,
politiche, ecc.); gli adulti, solo se irreprensibili, potranno trarre
forza ed autorevolezza nel contrastare o correggere atteggiamenti
giovanili non adeguati ad una normale e civile vita di gruppo.
Da queste poche e semplici considerazioni scaturisce che, a mio parere,
un Ministro della P.I non dovrebbe dirsi soddisfatto guardando
all’aumento dei cosiddetti 5 in condotta e non dovrebbe valutarlo come
risultato di un atteggiamento più rigoroso dei docenti, ma dovrebbe
ricercare le cause che hanno portato a così poco entusiasmanti
risultati. Il modo aberrante di intendere il potere e le leggi dello
Stato da parte di un ceto politico che quasi ogni giorno si affanna ad
inventarsi regole nuove per giustificare il mancato rispetto delle
regole vigenti, non potrebbe avere il suo peso?
Nino Marchese
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