Cambia il liceo, programmi non ci sono:editori contro la Gelmini
Data: Martedì, 16 marzo 2010 ore 22:35:00 CET
Argomento: Comunicati


Se ne occupa La Repubblica in un articolo di prima pagina "Stiamo andando sul trapezio senza rete". Ulisse Jacomuzzi, che di mestiere stampa libri scolastici attraverso la sua Sei e che è anche presidente del gruppo degli editori del settore, usa una metafora. Lui e i suoi colleghi hanno dovuto giocare d'azzardo sul prossimo anno scolastico. Perché i testi dei ragazzi che, a settembre, faranno prima superiore li hanno preparati alla cieca: il riordino della secondaria di secondo grado è partito, gli istituti stanno raccogliendo le iscrizioni, ma cosa dovranno effettivamente studiare gli alunni ancora non si sa, perché i programmi dell'anno prossimo paiono essersi persi nei meandri del ministero dell'Istruzione. "Prima ci hanno detto che erano pronti a metà ottobre, poi a fine ottobre, poi a novembre. Ora siamo a metà marzo e ancora non ne sappiamo nulla", spiega a Repubblica Michele Lessona, presidente di De Agostini Scuola. Solo ieri sono uscite le bozze delle indicazioni nazionali per il sistema dei licei, che saranno oggetto di una vasta consultazione e poi verranno riesaminati - eventualmente corretti - da un'apposita commissione per la redazione definitiva. Eppure i libri scolastici hanno bisogno di tempo per essere pensati, scritti, impaginati e stampati in tempo per finire a maggio nelle mani dei professori che decideranno se adottarli o meno. Gli editori hanno dovuto prepararli in autunno e poi giocare d'astuzia. Orecchie dritte per captare indiscrezioni provenienti da viale Trastevere, giri di telefonate tra colleghi. Marco Griffa, amministratore delegato della Loescher, ha puntato sull'interpretazione dei quadri orari: "Alcuni sembravano ispirati alla riforma Moratti, altri al periodo Fioroni, così abbiamo seguito un po' le indicazioni dell'epoca. Ma il rischio industriale non è indifferente". Il motivo lo spiega il presidente Jacomuzzi: "Se prima nel biennio c'erano tre ore di fisica e da settembre ne restano solo due, è chiaro che i programmi cambiano. Su alcune materie, come l'italiano, è presumibile che le nostre proposte possano funzionare, sulle materie scientifiche no. Così ognuno si è attrezzato. Ora noi i libri li stiamo pubblicando, ma quanto saranno effettivamente aderenti alle esigenze dei docenti resta da verificare".







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