L’Unità: se Bolzano chiede rinvio riforma, altre regioni a statuto speciale possono farlo. Il caso Toscana
Data: Martedì, 16 marzo 2010 ore 19:42:34 CET
Argomento: Rassegna stampa


Bolzano chiede il rinvio (L'Unità)
La Provincia di Bolzano chiederà al governo lo slittamento di un anno per l’applicazione in Alto Adige della riforma della scuola superiore: la decisione è stata resa nota dalla stessa giunta provinciale, attraverso un comunicato ufficiale, al termine della seduta di ieri. «La relativa normativa - si legge nella nota emessa dalla giunta di Bolzano - non è ancora entrata ufficialmente in vigore e la Provincia non riuscirebbe a disporre in tempo dei sei mesi previsti per recepire la normativa con legge propria e per redigere i nuovi programmi». E poiché i tempi per l’attuazione dei nuovi regolamenti sui nuovi istituti liceali, tecnici e superiori sarebbero troppo stretti, la giunta ha annunciato che esprimerà ufficialmente al governo «la richiesta di far slittare l’applicazione della riforma all’anno scolastico 2011/2012».
L’iniziativa della provincia di Bolzano è certamente legata allo statuto speciale di cui gode. Va da sé che un problema analogo potrebbero averlo anche le altre regioni a Statuto speciale. Se così fosse si tratterebbe di una larga fetta di cittadini a cui sarebbe concesso un inizio più umano e organizzato di una riforma che resta improponibile e dannosa di per sé. La provincia di Bolzano ufficialmente lega la richiesta alla legge di recepimento. Ma la montagna di problemi burocratici e giuridici legati alla approvazione definitiva dei regolamenti delle superiori (non c’è ancora la firma del Presidente della Repubblica, né ovviamente la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale) potrebbe essere motivo di ricorsi e ufficiali prese di posizione di molte altre amministrazioni. Tra undici giorni esatti si chiudono le preiscrizioni alle superiori con regolamenti che in punta di diritto non esistono.
Il caos Le scuole, tra l’altro, per non perdere iscritti stanno affannosamente moltiplicando le modalità per accrescere l’offerta formativa. Una è la lievitazione del cosiddetto «contributo volontario». Ma questo è un enorme capitolo da affrontare a parte.

REGIONE TOSCANA chiederà VERIFICA riforma A CONSULTA   
(ASCA) - Firenze, 16 mar - Quando saranno approvati i decreti di riordino della scuola superiore, la Regione Toscana verifichera' la possibilita' di fare ricorso alla Corte costituzionale. Lo comunica l'assessore all'istruzione Gianfranco Simoncini che ha proposto in giunta una delibera, approvata, per ''limitare il danno rispetto alla confusone che si sta determinando, testimoniata dalle decine di richieste di chiarimenti che arrivano quotidianamente anche negli uffici della Regione e che conferma quanto fosse sensata la richiesta fatta dalla Regione di rinviare di un anno l'entrata in vigore della riforma''.
La programmazione per il prossimo anno, spiega la Regione, e' stata fatta come previsto dalla legge regionale. Il piano di dimensionamento e' stato approvato con delibera nel gennaio 2010. Da quel piano, fatto sulla base della normativa ad oggi vigente, non ci si puo' discostare, almeno per il prossimo anno.
In attesa di nuove regole sono queste le uniche regole cui e' possibile attenersi.
Le scuole, in questa fase di passaggio, possono ricorrere alla facolta', prevista dalla legge, di determinare in autonomia il 20% del monte orario annuale.
Risorse aggiuntive da parte della Regione saranno destinate al sostegno scolastico degli studenti che si iscrivono quest'anno al primo anno e che vorranno, eventualmente, transitare nei nuovi indirizzi che saranno creati a partire dall'anno successivo.

Il balletto del liceo musicale
Il quadro dei licei musicali italiani è fluido, si è modificato, e si modifica tuttora, alquanto ballerino almeno nel numero e nelle sedi che, in una settimana, sono arrivate prima a quota 21, poi a 24 e infine a 27.
Il primo marzo cercando il liceo musicale nei record della neonata applicazione “cerca la scuola” presente sul sito MIUR, risultava il numero di 11 sedi attivate. Alcuni giorni prima una nota della CGIL aveva anticipato questo numero e alcuni quotidiani si interrogavano sul destino dei previsti 40 licei. Difficile, ad esempio, trovare un criterio per la distribuzione territoriale delle previste 40 sedi. “Si muove anche il deputato nuorese Bruno Murgia con una interrogazione parlamentare in difesa del liceo musicale di Nuoro. Ancora il 28 febbraio viene assicurato al Dirigente scolastico del Liceo di Nuoro che solamente 10 saranno le classi attivate in tutta Italia, quindi la sua scuola probabilmente non avrà il riconoscimento richiesto”. Questo sipario sardo è solo un esempio del dibattito sul liceo musicale che ha coinvolto esperti, musicologi, ragazzi in cerca di musica, corporazioni in difesa di diritti ormai acquisiti, insegnanti e famiglie in difficoltà per districarsi tra i regolamenti delle iscrizioni. Questi dati evidenziano un percorso a ostacoli, confuso soprattutto nella partenza e nell’assetto normativo.
Ma il quadro è fluido, si è modificato, e si modifica tuttora, alquanto ballerino almeno nel numero e nelle sedi dei licei che, in una settimana, sono arrivati prima a quota 21 poi a 24 e infine a 27. Il 5 marzo è sparito dal database del Ministero il liceo musicale di Latina prima presente nell’elenco per riapparire poi il pomeriggio del 10 marzo. Appare ancora misteriosamente la sera del 10 marzo una sede a Roma, presso il Liceo della Farnesina (con indicazione errata dell’indirizzo sulla mappa di Google). Quindi Basilicata, Molise e Umbria per ora non avranno il liceo musicale mentre in Lombardia passano da 5 a 4 perdendo Varese e Como, ma acquistando Pavia. In Toscana sparisce il liceo musicale di Siena, presente in rete per poche ore, ma in Campania la spunta Salerno. Non sarà facile per i genitori iscrivere i figli al liceo musicale: poche le sedi attivate, incerta la situazione. Calcolando che in ogni scuola media a indirizzo musicale (circa 1200 sedi) 20 alunni abbiano frequentato i corsi musicali, si raggiunge un numero complessivo di 24.000 studenti con un percorso strumentale di tre anni. Ma nei licei musicali entreranno non più di 600, nella migliore delle ipotesi…
Per mettere un po’ di ordine nelle sedi assegnate, ecco la mappa dei licei e la tabella con le sedi attivate, il numero delle scuole medie a indirizzo musicale (bacino privilegiato di utenza), il numero degli alunni che frequentano il terzo anno della scuola secondaria di primo grado e il numero dei conservatori e istituti musicali pareggiati presenti nella regione:
Nel corrente anno scolastico sono 37 i licei musicali sperimentali presenti nel territorio che hanno attivato insegnamenti musicali (alcuni con esperienza ventennale come il Francesco Petrarca di Arezzo attivo dal 1983) con molteplici tipologie di quadri orari e di corsi; alcuni (pochi) sostanzialmente allineati con il quadro previsto dalla riforma, altri differenti. Di questi licei, 27 saranno quindi confermati per il 2010/2011: ma che fine faranno i restanti 10 attivi da tempo nel territorio? Torino, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, sono destinate al silenzio?
Tornando a Nuoro, è praticabile una convenzione con un conservatorio distante più di 100 Km? Emblematico il caso dell’Istituto Giovanni Verga di Modica (RG): sarà uno dei due licei musicali della Sicilia, ma è anche linguistico, pedagogico, sociale, con un indirizzo per geometri e un indirizzo per arte del mobile e arredamento… e il conservatorio nella provincia di Ragusa non esiste! Come si comporterà l’Istituto Magistrale Regina Margherita di Palermo nell’adeguamento del quadro orario (attualmente solo 3 ore di musica nel biennio e 3 ore di musica nel triennio con compresenze musica/religione, musica/ed. fisica, musica/diritto)?
Il liceo Berchet di Milano invita sul sito chi necessita di informazioni sul liceo musicale a prendere contatto con il conservatorio; pochissime istituzioni (Arezzo e Brescia) fanno riferimento alla prova selettiva preordinata alla verifica del possesso di specifiche competenze musicali.
Era forse auspicabile, viste le difficoltà e le incertezze della fase di avvio, governare il cambiamento con un processo più disteso. L’organizzazione del liceo musicale meritava una riflessione più ampia e mirata, per risolvere i problemi presenti e consentire un avvio corrispondente alle istanze provenienti dalla società. Era necessario attivare un sistema che definisse meglio sia la rete territoriale che le necessità di adeguamento delle classi di insegnamento e dei quadri orari anche in relazione alle sperimentazioni già esistenti. È questa un’occasione mancata, ma nemmeno le note dell’Incompiuta di Schubert possono recare sollievo a chi auspicava un cambiamento di registro della politica riguardo alla Musica, a chi guardava al sorgere del liceo musicale come un segnale forte di vitalità culturale. Ma la Musica non è apparsa in nessun ordine di scuola superiore, persino nel liceo artistico a indirizzo audio-visivo manca la parte “audio”…
Resta solo la speranza che i numeri possano cambiare ancora: non è possibile avere 550/600 posti di liceo musicale su un totale di oltre mezzo milione di alunni!
Il balletto del liceo musicale è ancora alla ricerca del suo Béjart.







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