A Cagliari record di cinque in condotta:docenti più severi o segnale di scontento?
Data: Lunedì, 15 marzo 2010 ore 07:14:06 CET Argomento: Rassegna stampa
A quale scuola è stata assegnata la maglia nera del cinque in condotta?
La curiosità di andare a scavare tra le cifre è fortissima visto che il
ministero dell’istruzione ha snocciolato solo clamorosi numeri
complessivi. L’anno scorso, nel primo quadrimestre, erano state
affibbiate 52.344 insufficienze in comportamento, quest’anno ben
63.525. E ciò significa che più di sessantamila studenti rischiano la
bocciatura per comportamenti disdicevoli o per atti di bullismo,
vandalismo, per maleducazione cronica.
Il giudizio negativo in comportamento è un fenomeno diffuso. Colpisce i
ragazzi delle scuole medie (più di 17mila studenti) ma soprattutto
quelli delle superiori, istituti tecnici in testa (ben 968), per di più
del Sud.
Ma per rintracciare la scuola più «monella» d’Italia bisogna sbarcare
su un’isola. La Sardegna. È l’istituto tecnico commerciale «Mattei» di
Cagliari ad aggiudicarsi la maglia nera con un record assoluto con il
12,3% di cinque in condotta sul totale degli studenti. Vale a dire che
più di dodici ragazzi su cento si comporta male. Anzi, malissimo. Però
sia chiaro, non vogliamo additare questa scuola come se fosse un covo
di teppisti. Anzi. C’è da lodare il corpo docente che ha avuto li
coraggio di applicare con rigore la norma sul cinque in condotta
introdotta dalla riforma Gelmini. E lo conferma Pietro Demurtas,
dirigente scolastico della scuola che ospita 727 studenti al «Mattei»
di Cagliari. «Il nostro è un segnale di scontento che abbiamo lanciato
soprattutto ai ragazzi del biennio. Li abbiamo avvertiti che il loro
comportamento non ci piace e il loro impegno scolastico non è
adeguato». Ma cosa hanno combinato 90 studenti per meritarsi un segno
meno in condotta? «Non si può parlare di atti di bullismo – precisa
Demurtas – qualche atto di vandalismo c’è, così come qualche litigio
tra studenti. Quello che preoccupa, però, è la diffusa mancanza di
interesse per la scuola. È tutto banalizzato, i ragazzi sono svogliati
soprattutto quelli di prima e di seconda. Questi alunni non studiano,
sono disattenti, vivono le relazioni tra di loro in modo scorretto e
non tengono nel dovuto rispetto gli insegnanti». E qui spunta
l’educazione dei singoli. «Non sempre c’è l’attenzione dei genitori che
tendono a scaricare sulla scuola tutti i problemi». Al «Mattei» ci sono
ragazzi che hanno accumulato anche trenta ore di assenze in un
quadrimestre. Ma se una mamma o un papà viene chiamato per dare
spiegazioni, fa spallucce. E c’è di peggio. «Ci sono mamme casalinghe
che curano con amore il figlio assenteista che sta stravaccato a casa
sul divano e lo giustifica pure».
Il quadro è desolante. Quasi peggio di un cazzotto dato a un compagno,
motivo sufficiente per un cinque in condotta. Il cancro diffuso nelle
scuole, invece, non è il solito bullismo, ma «lo svacco» detto in gergo
giovanile. Lo conferma anche Diego Cuzzucoli, preside del tecnico
commerciale «Galilei» di Vibo Valentia, 62 studenti con 5 in condotta
su 620 alunni, uno su dieci. Secondo posto nella classifica dei
peggiori. «Gli alunni sono spesso ottime persone ma ogni tanto
dimenticano l’educazione. Si comportano male, disturbano, non vengono a
scuola, si presentano in classe come se partecipassero ad una vacanza
in Medio Oriente. Insomma, c’è un rilassamento generale e noi non
possiamo stare a guardare. Con il cinque in condotta abbiamo detto loro
che così non possono continuare. Basta fare i fessacchiotti, è tempo di
studiare». Per Cuzzucoli, l’intervento è servito «a svegliare molti
ragazzi che, con il loro modo di fare, non avevano rispetto né verso i
docenti né verso i genitori». Ma qualche risultato c’è stato dopo la
consegna della pagella? «Noto che sono più attenti e puntuali alle
lezioni. Per i risultati scolastici bisogna aspettare, ma credo che
quel cinque faccia molto male. Li vedo meno indolenti».
Ultima e terza tappa del nostro cammino, Itis «Volta» di Palermo. Qui i
cinque in condotta sono «solo» 55 ma su una platea di 1600 studenti. Il
terzo posto è aggiudicato a questo istituto che non si discosta dai
molti altri tecnici e commerciali del Sud e del Nord. Però il preside
non è contento. «Le sembrano pochi 55 voti negativi in condotta? -
sbotta il dirigente Roberto Tripodi - Io credo che siano tantissimi e
spero che diventino un freno contro atti vandalici, atti di violenza,
scritte sui muri». Tripodi non tollera più bagni distrutti o intasati
dalla carta igienica, schiaffoni e pugni distribuiti ai compagni anche
durante le ore di lezione, comportamenti esuberanti che non si sposano
con la buona educazione. «Dopo anni di demagogia e di sei politici, il
cinque in condotta ci voleva. E io penso che il sistema
premio-punizione funzioni, il resto sono chiacchiere».
da TuttoscuolaNews
Maggiore severità dei docenti meridionali
Dai dati degli scrutini intermedi resi noti dal Miur emerge, tra
l’altro, una maggiore diffusione di insufficienze nel comportamento e
negli apprendimenti nelle scuole del Sud e delle Isole.
È la prova della solita Italia divisa in due con gli studenti peggiori
nelle regioni meridionali?
I numeri sembrano dare ragione a questa tesi, ma vi può essere un’altra
ragione dietro il maggior tasso di insufficienze, soprattutto nel
comportamento: i docenti potrebbero avere deciso di adottare una linea
di maggior rigore per tentare un certo riscatto delle scuole
meridionali che negli ultimi due o tre anni sono state oggetto di forte
critica negativa per i bassi livelli di rendimento.
Il dato sembra confortato anche da una rapida inchiesta condotta nei
giorni scorsi dal “Il Giornale” nei confronti di alcuni istituti
superiori detentori della maglia nera del voto di comportamento che,
guarda caso, sono tutti di regioni meridionali o insulari.
Ad esempio, nell’istituto tecnico commerciale «Mattei» di Cagliari che
ha il non invidiabile primato del 12,3% di cinque in comportamento sul
totale degli studenti (quasi uno studente ogni otto) il dirigente della
scuola dichiara che «il nostro è un segnale di scontento che abbiamo
lanciato soprattutto ai ragazzi del biennio. Li abbiamo avvertiti che
il loro comportamento non ci piace e il loro impegno scolastico non è
adeguato… Quello che preoccupa, però, è la diffusa mancanza di
interesse per la scuola. È tutto banalizzato, i ragazzi sono svogliati
soprattutto quelli di prima e di seconda. Questi alunni non studiano,
sono disattenti». Anche al tecnico commerciale «Galilei» di Vibo
Valentia, dove circa il 10% degli studenti hanno avuto un’insufficienza
nel comportamento, il dirigente scolastico dichiara «gli alunni si
comportano male, disturbano, non vengono a scuola, si presentano in
classe come se partecipassero ad una vacanza. Insomma, c’è u n
rilassamento genera le e noi non possiamo stare a guardare: è tempo di
studiare».
E l’intervento è servito «a svegliare molti ragazzi che ora sono più
attenti e puntuali alle lezioni. Per i risultati scolastici bisogna
aspettare, ma credo che quel cinque faccia molto male».
All’Itis «Volta» di Palermo (55 cinque nel comportamento su 1600
studenti) il dirigente dichiara «Dopo anni di demagogia e di sei
politici, il cinque in condotta ci voleva. E io penso che il sistema
premio-punizione funzioni, il resto sono chiacchiere»
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