Terminato corteo Cobas, ma rimane presidio Miur fino domenica
Data: Sabato, 13 marzo 2010 ore 08:51:10 CET Argomento: Rassegna stampa
Assedio
permanente' del Miur per chiedere stop tagli e riforma superiori
Avrà un 'coda' almeno fino a domenica la manifestazione
organizzata ieri a Roma dai Cobas della scuola in difesa
dell'istruzione pubblica, contro i tagli al settore e l'approvazione
delle riforme in tutti i cicli: il
sindacato di base, i cui manifestanti (in testa i precari ed in coda
diverse centinaia di studenti) hanno raggiunto il Miur nella tarda
mattinata dopo essere partiti da piazza della Repubblica, ha deciso di
adottare un presidio fisso almeno fino a domenica. (Apcom)
Redazione
redazione@aetnent.org
(Apcom) - Avrà un 'coda' almeno fino a domenica la manifestazione
organizzata ieri a Roma dai Cobas della scuola in difesa
dell'istruzione pubblica, contro i tagli al settore e l'approvazione
delle riforme in tutti i cicli: il sindacato di base, i cui
manifestanti (in testa i precari ed in coda diverse centinaia di
studenti) hanno raggiunto il Miur nella tarda mattinata dopo essere
partiti da piazza della Repubblica, ha deciso di adottare un presidio
fisso almeno fino a domenica. Alcuni insegnanti e unità di personale
non docente si alterneranno, in pratica, davanti al ministero
dell'Istruzione per l'attuazione di un "assedio permanente". Le
motivazioni dell'iniziativa sono spiegate da Piero Bernocchi, portavoce
nazionale dei Cobas: "chiediamo il ritiro immediato dei tagli che
cancellano o accorpano senza senso le scuole, ma anche indirizzi
didattici e materie importanti di studio, ore di insegnamento
settimanali, laboratori e esperienze pratiche professionalizzanti. E
tramite cui - continua Bernocchi - si cacciano decine di migliaia di
precari, colpendo ulteriormente una istruzione già immiserita dai
governi dell'ultimo ventennio". La mobilitazione nasce anche come
protesta contro "la distruttiva 'riforma' delle superiori che il
governo - sottolinea il leader dei Cobas della scuola - sta imponendo
nella massima confusione, esattamente come già accaduto con le altre
riforme, come quella delle elementari, all'insegna del risparmio e
prive di alcun progetto didattico". I Cobas hanno riassunto in un
volantino le rivendicazioni sul fronte scolastico: oltre ai tagli e
alle nuove superiori, il sindacato contesta "il decreto Brunetta, il
disegno di legge Aprea, la gerarchizzazione nella scuola e il decreto
'ammazza precari', l'illegale 'tassa' imposta alle famiglie all'atto
delle iscrizioni e l'abbassamento dell'obbligo scolastico a 15 anni,
per significativi investimenti". I comitati di base chiedono quindi al
governo "l'assunzione a tempo indeterminato dei precari e la democrazia
sindacale nelle scuole e la restituzione a tutti del diritto di
assemblea (quindi di indire riunioni, al pari dei sindacati più
rappresentativi, anche nelle ore di servizio ndr)".
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