Sciopero Cgil-Flc della scuola: Come si fa a rimanere indifferenti?
Data: Venerdì, 12 marzo 2010 ore 06:00:00 CET
Argomento: Opinioni


E non hanno torto e con ogni probabilità anche i loro colleghi di ruolo arriveranno a questa conclusione quando la riduzione delle ore a seguito della riforma Gelmini li raggiungerà. Mancano infatti 8 miliardi di  finanziamenti per la gestione degli istituti e di oltre 25 mila docenti e 15 mila ATA non si sa il destino, a parte il futuro di tanti maestri per  il riordino dalle elementari. Non crediamo tuttavia che la partecipazione allo sciopero sarà massiccia, e non perché manchino tutti gli altri sindacati della scuola, ma per il semplice motivo della grande, enorme sfiducia.

Pasquale Almirante
p.almirante@aetnent.org


Uno sciopero della scuola, quello di oggi, promosso dalla sola Cgil-Flc a cui si uniscono i Cobas e tutte le associazioni dei precari che stanno subendo più di ogni altro lavoratore la politica del risparmio (o dei tagli) del Governo. Loro dicono: come si fa a rimanere indifferenti? E non hanno torto e con ogni probabilità anche i loro colleghi di ruolo arriveranno a questa conclusione quando la riduzione delle ore a seguito della riforma Gelmini li raggiungerà. Mancano infatti 8 miliardi di  finanziamenti per la gestione degli istituti e di oltre 25 mila docenti e 15 mila ATA non si sa il destino, a parte il futuro di tanti maestri per  il riordino dalle elementari. Fra l’altro questo sciopero non è per il contratto o per i miglioramenti salariali, ma proprio per una diversa impostazione della scuola pubblica nei confronti della quale la stessa ministra Gelmini non è tenera, a giudicare dalle sue parole. Sembra addirittura di avvertire una sorta di compiacimento di fronte ai dati negativi che dalla scuola provengono, come il caso delle insufficienze in condotta, i cui numeri complessivi sono però contestati dalla sinistra; o come la proposta dell’on. Valentina Aprea di dare ai genitori e agli alunni la facoltà di giudicare e valutare gli insegnanti: si potrebbe proporre la stessa cosa per l’imputato nei confronti del giudice? E non è la funzione docente per certi versi simile e altrettanto delicata? Ma non finiscono qui i motivi della protesta messi sul tappeto dalla Cgil per contestare l’impianto dato all’istruzione dal governo.  La maggior parte delle scuole è senza soldi, qualche preside si inventa lotterie, qualche altro chiede oboli ai genitori, qualche altro aumenta le tasse, benché sia noto che l’istruzione è gratuita, altri attendono tempi migliori per evitare tirate di orecchie.  “La nostra lotta”, dicono gli aderenti allo sciopero, “non è per ottenere un aumento di stipendio, quanto per poter lavorare con dignità e nel rispetto del diritto costituzionale dei bambini e delle bambine ad un'istruzione di qualità.”  Anche il coordinamento dei genitori democratici e il Cidi si uniscono alla protesta di oggi, puntando il dito contro il disegno di legge approvato al Senato con cui viene stabilito che l’obbligo scolastico, terminata la terza media, può essere assolto anche attraverso il contratto di apprendistato. “Ma come si può paragonare l’apprendistato a un percorso di istruzione e di formazione? Quale lavoro si può immaginare per un ragazzino o una ragazzina di 15 anni?“  Tuttavia il vero convitato di pietra di questo sciopero ci sembra sia la riforma della secondari superiore che, non solo non è stata ancora pubblicata in Gazzetta ufficiale e quindi non è ancora legge, ma è pure osteggiata apertamente da tanti collegi dei docenti che hanno votato delibere ufficiali di rifiuto. Troppe infatti sono le questioni aperte e su cui è difficile orientare i ragazzi all’atto della iscrizione e troppo indicazioni mancano, come la ridefinizione delle nuove classi di concorso, quali materie saranno ridotte nel tecnici e nei professionali a partire dal secondo a quarto anno, quali e dove saranno dislocati i licei coreutici e musicali, come si provvederà per l’insegnamento ai portatori di andicap,dopo la sentenza della corte costituzionale, com’è l’esatto piano di confluenza dei vari indirizzi, in che modo si intende trattare con la conferenza delle regioni. E rimangono nel guado altre questioni: stato giuridico e reclutamento dei professori, premi e incentivi, dispersione e abbandoni degli alunni, il rinnovamento della didattica, edilizia e messa a norma degli edifici, numero di alunni per classe e altro ancora su cui sono più gli annunci che gli effettivi atti. Non crediamo che la partecipazione allo sciopero sarà massiccia, e non perché manchino tutti gli altri sindacati della scuola, ma per il semplice motivo della grande, enorme sfiducia che i docenti hanno nelle organizzazioni sindacati nel loro complesso e della netta, precisa  percezione di essere loro stessi oggetto di contestazione e di accusa: una sorta di complesso di colpa che impedisce loro di attuare una serrata generale dei loro saperi almeno per un giorno.
PASQUALE ALMIRANTE .







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