Liceo Boggio Lera di Catania: mozione contro la controriforma della scuola
Data: Mercoledì, 10 marzo 2010 ore 08:00:00 CET Argomento: Redazione
Approvata
all'unanimità, oggi 5 marzo 2010, dal Collegio dei docenti del Liceo scientifico
statale "E. Boggio Lera" di Catania.
"Quella che comunemente viene presentata come 'riforma' della scuola
superiore appare, invece, densa più di ombre che di luci e non pochi
passaggi lasciano dubbi e perplessità e, in altri casi, suscitano,
invece, aperta contrarietà. E' evidente a tutti che la scuola italiana
avesse bisogno di cambiamenti profondi; cioè di una vera riforma. Ma il
senso dei cambiamenti che questo progetto di legge porta avanti sembra
andare nella direzione opposta rispetto quello che si potrebbe
auspicare. Vale a dire: piuttosto che un maggiore investimento nei
confronti della scuola pubblica siamo in presenza di un tipo
d'intervento che, con il lessico delle politiche industriale, si può
definire di 'ristrutturazione aziendale' e che la storia insegna
tradursi sempre in licenziamenti e, quindi, nel caso della scuola in
una privatizzazione sempre meno strisciante e sempre più manifesta.
Non sembra, Infatti, che il nuovo corso della scuola prenda in
considerazione i temi al centro delle attenzioni quotidiane:
l'adeguamento stipendiale al ruolo e alla funzione oggettivamente
svolta, il problema della formazione del corpo docente, un ripensamento
generale delle strutture scolastiche con l'allungamento del
tempo-scuola, né tanto meno il progressivo innalzamento dell'obbligo
scolastico (e non solo formativo) o la riduzione del numero degli
alunni per classe.
Eppure, non è soltanto una logica miope e ragionieristica quella che
presiede nelle sue linee di fondo alla politica scolastica che questo
progetto vuol mettere in atto: dietro vi è molto di più (che comunque
non è già poco) dei tagli sui costi, cioè sui lavoratori della scuola.
Dietro c'è un'idea di formazione che è funzionale al tipo di classe
dirigente che si vuole selezionare e al tipo d'Italia a cui si vuole
giungere. Ecco perché per certi versi si può parlare di controriforma e
non di riforma. Schematicamente potrebbero essere questi i punti sui
quali aprire una riflessione critica:
1)una questione di metodo: la cosiddetta 'riforma' viene fatta passare
'sulla testa' dei docenti senza nessun dialogo reale, capace, cioè, di
ascoltare i bisogni effettivi della scuola pubblica italiana;
2)la progressiva 'precarizzazione' dell'intero corpo docente con, tra
l'altro, conseguenze evidenti sotto il profilo della tanto sbandierata
continuità didattica;
3) l'inesistenza di qualsiasi dibattito pedagogico e culturale sullo
statuto epistemologico delle singole discipline e del loro insegnamento
e sugli assi culturali attorno ai quali fare ruotare la formazione dei
giovani;
4) la drastica riduzione dell'offerta scolastica ai licei e ai
professionali con la soppressione dei tecnici e la mutilazione di quasi
tutte le sperimentazioni messe in campo negli anni passati;
5) la riduzione del monte orario complessivo per ogni corso di studi;
6) l'accorpamento di alcune classi di concorso.
Si tratta di punti essenziali che riducono il problema all'osso ma che
possono rappresentare, pragmaticamente, l'avvio di un dibattito non
solo nella realtà scolastica del nostro Istituto ma svolgere anche la
funzione di prima piattaforma d'incontro e di confronto con gli altri
istituti della scuola secondaria superiore, per giungere ad
un'assemblea cittadina che si assuma la responsabilità di fare presente
al Ministero le osservazioni critiche che la scuola stessa sarà in
grado di formulare. Per queste ragioni siamo, dunque, contrari alla
cosiddetta 'riforma' e chiediamo al governo la sospensione di ogni
intervento sulla scuola, al fine di facilitare un ampio, approfondito
e, soprattutto, partecipato, confronto sul merito delle questioni
avanzate.
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