8 marzo/ Stop ''gendercide''; evitare che ''cielo ci cada addosso''
Data: Lunedì, 08 marzo 2010 ore 06:00:00 CET
Argomento: Eventi


Oggi la festa donna,occasione per non dimenticare la violenza
La copertina dell'Economist di questa settimana vara un neologismo: il "gendercide", il genocidio di genere. Ovviamente quello femminile: "Uccise, abortite, abbandonate o schiavizzate: milioni di donne sono 'missing', 100 milioni secondo un calcolo effettuato nel 1990 da un'economista indiana, Amartya Sen, e il numero oggi è aumentato. Alla vigilia dell'8 marzo, come ogni anno, emergono dati e statistiche. Che è bene, ogni anno, ricordare. A cominciare dalle violenze domestiche: si contano 5mila donne l'anno uccise "per proteggere l'onore della famiglia", denuncia Navi Pillay

Redazione

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(Apcom) - Oggi 8 marzo, un'occasione per festeggiare le donne, ma anche per ricordare il significato più profondo di questa ricorrenza, quello di promuovere l'uguaglianza fra i sessi, assicurando innanzitutto alle donne la protezione dalle violenze. La copertina dell'Economist di questa settimana vara un neologismo: il "gendercide", il genocidio di genere. Ovviamente quello femminile: "Uccise, abortite, abbandonate o schiavizzate: milioni di donne sono 'missing', 100 milioni secondo un calcolo effettuato nel 1990 da un'economista indiana, Amartya Sen, e il numero oggi è aumentato. Alla vigilia dell'8 marzo, come ogni anno, emergono dati e statistiche. Che è bene, ogni anno, ricordare. A cominciare dalle violenze domestiche: si contano 5mila donne l'anno uccise "per proteggere l'onore della famiglia", denuncia Navi Pillay, Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. "In nome della difesa dell'onore della famiglia, donne e bambine sono uccise a colpi di arma da fuoco, lapidate, bruciate, sepolte vive, strangolate, soffocate o pugnalate a morte a un ritmo stupefacente". La violenza domestica non è appannaggio solo dei paesi poveri, anzi, è in aumento anche nei paesi dove le donne hanno un alto livello di indipendenza economica". Da Save the Children arriva un'altra denuncia: "Ogni minuto una donna muore per cause legate a gravidanza o parto, pari a 536.000 l'anno". E' di appena un punto percentuale annuo - scrive l'ong in un comunicato - la diminuzione del tasso di mortalità materna nel mondo. Circa il 99% dei decessi avviene in paesi in via di sviluppo. "La morte materna non è solo un indicatore negativo delle inadeguate condizioni di salute delle donne ma ha un impatto diretto anche sulla sopravvivenza e benessere dei bambini e su quello di un'intera comunità. Garantire il diritto alla salute delle donne significa dunque garantire più diritti per tutti, come recita il tema di questa giornata internazionale della donna". Nel passare dalla sfera sociale a quella politica, uno studio dell'Unione interparlamentare (Uip) rileva come attualmente la rappresentanza parlamentare media di donne sia del 18,8%, (più 0,5% rispetto all'anno scorso), ma ancora lontana dall'obiettico auspicato dall'Onu del 30%. I paesi che nei loro Parlamenti non hanno che una donna, sono il Bahrein e lo Yemen, alcuni neanche una, come Arabia Saudita, Qatar e Oman. Anche nell'arcipelago di Tonga, in quello delle isole Marshall, nella Papuasia-Nuova Guinea una sola donna siede tra i parlamentari. Alle donne va meglio nei Parlamenti dei paesi nordici: in Svezia (46,4%), Islanda (42,9%), Finlandia (40%) e Norvegia (39,6%). In Italia alla Camera la percentuale è del 17%, 14 al Senato. Se, come diceva Mao Tse-tung, "le donne reggono l'altra metà del cielo", il mondo dovrà fare ben di più di quanto fatto finora "per prevenire un gendercide - citando l'Economist - che potrebbe farci cadere il tutto il cielo addosso".






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