Sciopero dell’ora di religione: «Nessun iscritto per protesta»
Data: Domenica, 07 marzo 2010 ore 09:35:55 CET
Argomento: Rassegna stampa


MESTRE - Una sorta di «disobbedienza » sull’ora di religione. E’ quella che annunciano le famiglie dei bambini che frequentano l’ora di religione, se non saranno trovati insegnanti per attività alternative a disposizione dei bambini che quell’ora non vogliono frequentarla. I genitori cattolici si schierano dalla parte dei laici e minacciano di non iscrivere più i loro figli all'ora di religione se non ci sarà un progetto educativo anche per i loro compagni. La protesta inusuale parte dal circolo didattico Tintoretto di Mestre ma sarà lanciata come proposta a tutti i circoli della terraferma e del centro storico il prossimo 12 marzo (ma la data è ancora ballerina) quando terranno i figli a casa da scuola per protesta contro il fatto che i compagni di classe finiranno l’anno scolastico senza un insegnante alternativo. Alla elementari la media dei bimbi che un’ora a settimana non sanno che fare è del 20 per cento, alle superiori si arriva anche al 60 per cento. Dovrebbero esserci per tutti attività alternativa ma per la mancanza di fondi i bambini vengono distribuiti nell classi a lezione o, per i più grandi, mandati a casa o fuori scuola.

«Le adesioni sono state molte, immediate e decise — spiega Michele Testolina, presidente del Consiglio di circolo della direzione didattica Japoco Tintoretto e uno degli ideatori della protesta — abbiamo presentato la proposta durante l'ultima riunione e abbiamo ricevuto l'appoggio dalle famiglie cattoliche. La richiesta verrà estesa il più possibile però anche agli altri Consigli di circolo, vorremmo che ci fossero adesioni in tutta la provincia e anche in tutta la regione. La risposta dei genitori è stata chiara: i diritti degli studenti devono valere per tutti». E mentre la protesta sembra allargarsi a macchia d'olio è nato anche in provincia di Venezia il «Comitato genitori per l'ora di Alternativa », che ha creato in questi giorni un osservatorio permanente sul problema per perm e t t e r e t r a m i t e m a i l (oradialternativa@gmail.it) a genitori e alunni di tutta la provincia di raccontare la situazione delle varie scuole del territorio. «Vogliamo dare voce a tutte le f a m i g l i e " spiega Antonio Favaretto, del Comitato veneziano, «in questo modo tutte le scuole della provincia saranno monitorate e le richieste dei genitori potranno arrivare compatte alle istituzioni».

Il contenzioso del Comitato con le istituzioni è un problema aperto da tempo, ma il malumore, in particolare nei confronti dell'Ufficio scolastico regionale è cosa recente. Lo scorso 23 febbraio, infatti, il Coordinamento veneto dei Comitati «Buona scuola», nati l'anno scorso, ha inviato all'Ufficio una lettera in cui chiedeva di fare chiarezza su alcuni punti del bilancio: «E’ con profondo stupore che abbiamo scoperto, all'interno del bilancio ministeriale l'esistenza di un fondo per le spese per l'insegnamento della religione cattolica e delle attività alternative che ammonta quest'anno, soltanto per il veneto a più di 53 milioni di euro». Di questi circa 2 milioni di euro sono destinati all'istruzione prescolastica, 26 milioni per le elementari, 8 milioni per le medie e 17 milioni per le superiori. «Dove sono finiti i soldi? —chiede il Comitato—finora ci è stato detto che non si potevano nominare docenti per le attività alternative per mancanza di fondi, ma questa risposta non ci convince più». Intanto i dirigenti si arrangiano come possono da settembre. «Alcuni — commenta Fabio Brusò del Comitato veneziano — attingono dalle casse d'Istituto, altri dai contributi volontari dei genitori ma questo non è possibile, l'ora di attività alternativa è un diritto degli studenti e come tale deve essere tutelato ».

Alice D'Este Corriere Veneto







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