La magistratura del lavoro individua l’ANP come sindacato giallo
Data: Venerdì, 05 marzo 2010 ore 15:29:01 CET
Argomento: Opinioni


“Il sindacato giallo (company union in inglese) è la denominazione con cui si indicano i sindacati creati e controllati dagli imprenditori, presenti negli Stati Uniti negli anni venti e dichiarati illegali con la legge Wagner (National Labor Relations Act, o "Legge sui rapporti nazionali di lavoro") del 1935. In Italia lo statuto dei lavoratori (legge n.300 del 1970) nell'articolo 17 proibisce ai datori di lavoro e alle loro associazioni di costituire e finanziare associazioni sindacali dei lavoratori.
Il termine viene oggi utilizzato in ambito giornalistico per indicare una organizzazione sindacale che si ritiene di fatto asservita al datore di lavoro, o ad altri soggetti i cui interessi sono contrapposti a quelli dei lavoratori.

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Un "sindacato giallo" viene ritenuto differenziarsi dalle legittime associazioni sindacali, le quali sono organizzate in base a regolare statuto secondo criteri democratici e trasparenti, hanno titolo a sottoscrivere i contratti nazionali, e prevedono il versamento di una quota di iscrizione.”
Questa è la definizione fornita dall’enciclopedia Wikipedia, l'enciclopedia libera.
A questo punto correttezza vorrebbe che Rembado chiedesse scusa agli iscritti e si dimettesse, in quanto unico e pervicace responsabile di questa scelta fallimentare di precipitare i dirigenti scolastici in un’avventura, che non solo si è rivelata fallimentare per ben due tornate di elezioni rsu, ma che ha gettato una macchia di opportunismo e di spregiudicatezza in una categoria che sta soffrendo le sette piaghe d’Egitto per risalire la china della credibilità, intaccata anche da episodi simili.

Lasciamo parlare la rassegna stampa:
ELEZIONI RSU: RESPINTO IL RICORSO DELL’ANP, GILDA SODDISFATTA.
Soddisfazione della Gilda degli Insegnanti per il provvedimento con cui la Corte di Appello di Ancona ha respinto il ricorso avanzato dall’Associazione nazionale presidi in merito alla partecipazione delle loro liste alle elezioni per le Rsu. La sentenza di secondo grado, quindi, conferma quella emanata nel 2006 dal Tribunale del Lavoro che aveva già stabilito l’inammissibilità delle loro liste alla competizione elettorale.
“Le motivazioni con cui la Corte di Appello ha respinto il ricorso presentato dall’Anp – afferma il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio – sono pienamente in linea con quanto abbiamo sempre sostenuto: il sindacato dei dirigenti scolastici, godendo di una capacità contrattuale autonoma distinta da quella delle altre categorie di lavoratori della scuola, non può presentarsi alle elezioni delle Rsu insieme con le rappresentanze sindacali degli altri dipendenti. Se la sentenza della Corte di Appello fosse stata di segno opposto, si sarebbe configurata una posizione di predominio dei dirigenti scolastici rispetto ai docenti. Ci auguriamo - conclude Di Meglio - che questo importante precedente contribuisca a uno svolgimento più sereno delle prossimi elezioni Rsu”.
Roma, 4 marzo 2010
UFFICIO STAMPA GILDA INSEGNANTI

Da La tecnica della scuola
I SINDACATI DEI CAPI D’ISTITUTO NON POSSONO AVERE RAPPRESENTANTI RSU
di A.G. 
La Corte di appello di Ancona respinge, in secondo grado, il ricorso presentato dall’Anp contro la Gilda. Esulta il sindacato dei prof: in caso contrario si sarebbe configurata una posizione di predominio dei ds rispetto ai docenti. Intanto dopo le suppletive svolte nei giorni scorsi, ora si guarda alle prossime elezioni: che potrebbero servire per eleggere rappresentanti non più d’istituto. 
L’Anp dovrà rassegnarsi: il sindacato dei dirigenti scolastici e della alte professionalità della scuola non può concorrere nella formazione delle liste di aspiranti a ricoprire posti di Rsu nella scuola. A stabilirlo è stata la Corte di appello di Ancona, che ha respinto il ricorso avanzato, nel novembre 2006, dal sindacato guidato da Giorgio Rembado contro la sentenza emanata nel maggio del 2006 dal Tribunale del Lavoro che di fatto impediva la partecipazione dell’Associazione nazionale presidi nelle competizioni per l’elezioni Rsu.
La sentenza di secondo grado ha riscosso l’immediata soddisfazione da parte della Gilda, il sindacato degli insegnanti portato davanti ai giudici dall’Anp: secondo Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, "se la sentenza della Corte di appello fosse stata di segno opposto, si sarebbe configurata una posizione di predominio dei dirigenti scolastici rispetto ai docenti".
La sentenza di secondo grado conferma quindi l’inammissibilità ad accogliere sindacati dei capi d’istituto nella competizione elettorale per la scelta delle rappresentanze sindacali d’istituto poiché godrebbero di una valenza diversa: "le motivazioni con cui la Corte di Appello ha respinto il ricorso presentato dall’Anp – ha sottolineato oggi il leader della Gilda – sono pienamente in linea con quanto abbiamo sempre sostenuto: il sindacato dei dirigenti scolastici, godendo di una capacità contrattuale autonoma distinta da quella delle altre categorie di lavoratori della scuola, non può presentarsi alle elezioni delle Rsu insieme con le rappresentanze sindacali degli altri dipendenti".
La Gilda spera anche che la sentenza spazzi ora definitivamente il campo dalle lotte interne ai sindacati: "ci auguriamo – ha detto sempre Di Meglio - che questo importante precedente contribuisca a uno svolgimento più sereno delle prossimi elezioni Rsu". Elezioni che, è il caso di ricordare, potrebbero però essere svolte in un contesto completamente diverso da quello delle tre sessioni precedenti. Ed anche da quelle, terminate pochi giorni fa, svolte negli istituti dove la maggioranza delle Rsu erano decadute e quelle oggetto di fusioni o accorpamenti (sugli esiti definitivi bisognerà attendere ancora qualche giorno, anche se dalle prime rilevazioni sembrerebbe che la Flc-Cgil abbia fatto riscontrare il più alto numero di incrementi rispetto al passato). La riforma Brunetta della pubblica amministrazione prevede, infatti, un rinnovamento delle rappresentanze sindacali dei dipendenti. Nei prossimi mesi, e comunque entro l’estate poiché la proroga della attuali Rsu scadrà a novembre, il quadro prescelto con le parti sociali dovrà essere definito: nelle scuole l’idea da cui intende partire la Funzione pubblica è quella di decentrare la contrattazione spostandola a livello regionale. Un passo che forse, anche alla luce della sempre più scarna quota del Fis assegnato da viale Trastevere, potrebbe non trovare più la ferma opposizione dei sindacati.
05/03/2010







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