Catania senza suono né canto. Almeno con la danza? Neanche. E i docenti?
Data: Martedì, 02 marzo 2010 ore 19:28:47 CET
Argomento: Opinioni


Il Miur ha pubblicato gli elenchi degli istituti di istruzione secondaria di II grado funzionanti sul territorio nazionale, suddivisi per regioni e per province, con a fianco di ciascuno indicati i corsi di studio con eventuali opzioni ed articolazioni, il cui avvio è previsto per il prossimo 1 settembre 2010. Inserendo regione e provincia si aprono le tendine con le indicazioni delle scuole e la loro dislocazione nel territorio. E così si scope che Catania non avrà il Liceo musicale e coreutico.

Pasquale Almirante
p.almirante@aetnanet.org

Il Miur ha pubblicato gli elenchi degli istituti di istruzione secondaria di II grado funzionanti sul territorio nazionale, suddivisi per regioni e per province, con a fianco di ciascuno indicati i corsi di studio con eventuali opzioni ed articolazioni, il cui avvio è previsto per il prossimo 1 settembre 2010. Inserendo regione e provincia si aprono le tendine con le indicazioni delle scuole e la loro dislocazione nel territorio. Se si inserisce la voce “liceo musicale e coreutico” si svela che in Sicilia ce ne saranno, forse,solo due, dei 40 annunciati e poi ridotti a 11: uno a Palermo e uno a Modica (Rg). E a Catania? Nulla. Se per certi versi una sede di liceo musicale poteva essere prevedibile nel capoluogo di Regione, non si capisce la scelta di aprirlo a Modica; e non perché non sia meritevole di tale dignità, ma più semplicemente perché sarà impossibile (per motivi logistici, di lontananza, di trasporti ecc.) a molti giovani di poterlo frequentare e in modo particolare a tutto quel bacino di utenza che gravita nella Sicilia orientale. E allora perché questa decisione?  Con ogni probabilità tutto nasce dal fatto che già all’inizio i licei musicali dovevano essere in numero assai ridotto rispetto alla richiesta (e oggi ridotti ulteriormente) e poi dalla annunciata decisone di accettare le iscrizioni a numero chiuso, non più quindi di almeno 27 studenti al primo anno e per una sola classe, sulla base delle nuove disposizioni ministeriali. L’accesso dovrebbe dunque essere limitato ai soli ragazzi che già alla media hanno studiato strumento musicale e all’interno di questi studenti una prova o un esame farebbe una ulteriore cernita per limitarne appunto le iscrizioni. Un liceo musicale a Catania avrebbe forse significato richieste altissime, oltre sicuramente il limite imposto di 27 alunni, innescando proteste e mugugni. Bloccare fin dall’inizio questi malcontenti è stato forse il motivo di questa scelta che però penalizza una città con grande tradizione culturale e artistica e soprattutto tanti giovani che si vedranno costretti o a fare la vecchia trafila con l’Istituto musicale Bellini, che a questo punto non sappiamo come si dovrebbe attrezzare, oppure a continuare gli studi in qualche altra scuola superiore. Il progetto de licei doveva essere, anche perchè rappresentava una novità attesa da decenni, il fiore all’occhiello almeno di ogni capoluogo di provincia e dove si sarebbero formate le future orchestre, nel quadro della promozione artistica della nazione intera, invece non è così.
Resta drammaticamente senza risposta la situazione dei docenti di musica il cui insegnamento, con la riforma “epocale” della Gelmini (la scuola non è un ammortizzatore sociale, ha detto), viene quasi del tutto a cessare. Che ne sarà? Dove andranno? Che faranno? Faranno parte di quell’organico funzionale a disposizione di ogni istituto? Strutturandolo come, se la spesa non può variare, le ore neanche e nemmeno le materie? Ci chiediamo come si possa lasciare tanta gente, dopo anni di docenza, in balia di se stessi e del caso?
PASQUALE ALMIRANTE







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