Il nucleare divide anche a scuola
Data: Martedì, 02 marzo 2010 ore 12:00:00 CET
Argomento: Opinioni


E' tra gli obiettivi del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, che, presentando ieri l'accordo siglato col Ministero per i Beni e le attività culturali per coordinare un progetto europeo sui beni culturali, ha auspicato "un tavolo di confronto per un'opera di corretta informazione sui rischi limitati" connessi al nucleare.

L'idea della Gelmini è di farlo "entrare a piano titolo" fra le conoscenze didattiche degli studenti, come già avviene nelle scuole per le energia rinnovabili. "Con gli esperti del Cnr potremo offrire al Paese una conoscenza approfondita su questo tema".

Le dichiarazioni non sono piaciute al Partito democratico. In particolare, Stella Bianchi, della segreteria nazionale del Pd, responsabile Ambiente, ha commentato: "Accogliamo con stupore le dichiarazioni del ministro Gelmini. Ci pare l'ennesimo segno di difficoltà del governo sul tema del nucleare. Una scelta così impopolare che per poter passare deve essere non solo imposta alle Regioni e ai cittadini, eventualmente anche con l'uso delle forze armate, ma addirittura inculcata ai ragazzi fin dai banchi di scuola". L'esponente del Pd ha quindi concluso: "Ci aspetteremmo che in cima alle preoccupazioni del ministro dell'Istruzione ci fosse l'approfondimento delle conoscenze scientifiche degli studenti italiani assieme a tutte le altre, non un'azione selettiva che assomiglia in modo preoccupante alla propaganda di altri tempi".

Anche la senatrice Mariangela Bastico (Pd) valuta come " sconcertante" l'iniziativa de ministro: "In scuole dagli edifici fatiscenti, le cui casse sono ridotte sul lastrico, con 25.600 professori in meno e 7.700 alunni in più nelle superiori grazie alla riforma, con classi strapiene e meno ore di lezione, la prima urgenza che si avvertiva era proprio una bella ora di 'centrale nucleare'", commenta caustica la Bastico.

Per l'esponente democratica, "l'idea di avviare approfondimenti a scuola sulla costruzione delle centrali nucleari dimostra, soprattutto, la distanza che separa il Ministro dalla realtà quotidiana delle scuole italiane: pensare, in un momento così difficile, a indottrinare gli studenti sulla scelta del nucleare, è un'operazione propagandistica che nulla ha a che vedere con la sostenibilità ambientale e tanto meno con la didattica".

La Bastico conclude con un giudizio tagliente sulla Gelmini: "Un Ministro che, di fronte a un inizio d'anno che si preannuncia lacrime e sangue dopo la riforma e i tagli, pensa alle centrali nucleari, sorprende per temerarietà e sconcerta per avventatezza".





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