Giornata della creatività o giornata carnascialesca? Goliardata o esibizione del talento artistico?
Data: Sabato, 27 febbraio 2010 ore 18:15:18 CET Argomento: Eventi
Manca poco, oramai, alla rituale celebrazione della giornata della
creatività nelle scuole.
Si dovrà assistere – ahimè - ancora una volta ,alla solita
carnevalata fuori stagione, tanto attesa e goduta, per statuto, dagli
alunni, quanto avvertita, per principio, da Dirigenti e da
Docenti come un vero e proprio “dies irae”, un castigo divino?
Insomma, una goliardata liberatoria per gli uni , una maledizione per
gli altri !
Perché, in realtà, così è vissuta tale giornata dagli alunni :
come sfrenata libertà , licenza di fare quello che vogliono in nome
della “creatività” : scorazzare lungo i corridoi scagliandosi secchiate
d’acqua addosso, imbrattare muri, impiastricciarsi di mille colori il
volto e le mani alla maniera di falsi indiani, gridare , ballare,
suonare , tambureggiare fino alla spasimo, fino a quando, all’ora
canonica, suona la campanella a ricordare che la farsa è finita e
si può andare a casa!
Ora io mi chiedo: pensava a questi trambusti il legislatore quando gli
venne in mente di istituire la giornata della creatività? Pensava che
la creatività fosse sinonimo d’anarchia, improvvisazione gratuita,
stravaganza, stramberia fine a se stessa? Assolutamente no! Non
erano (non sono ) queste le finalità del legislatore! E se gli studenti
l’hanno –come pare - codesta creatività male recepita, e peggio
realizzata, di chi è la colpa? Forse della scuola dell’autonomia
dirigenziale che, snobbando e disattendendo la valenza educativa
formativa pedagogica e culturale di tale giornata, ha abbandonato gli
alunni a se stessi e non ha avvertito il bisogno di educarli
all’attività “creativa” che non significa avere idee bizzarre,
fare scarabocchi privi di senso o esprimere idee di un
pensiero schizofrenico! Creatività – bisognerebbe spiegare ai giovani –
non significa necessariamente abdicare alla ragione quanto piuttosto
saperla usare in modo più “fluido” più “flessibile,più “fantasioso”. E’
importante , per esempio, educare alla creatività narrativa ed
artistica per dare a tutti non solo la gioia di produrre qualcosa di
nuovo ma anche la possibilità di sviluppare uno stile personale nei
diversi modi di esprimersi: con la parola,col disegno, col gesto…e di
garantire a tutti il “pieno sviluppo della persona umana”.
L’idea del legislatore, non era (non è), dunque, quella di favorire una
carnevalesca mattinata di becera distruttività, bensì di
fornire ai giovani l’occasione , “semel in anno” - e per un solo
giorno – di esibire ,” en plein air”, i loro talenti, fuori dalle
prestazioni ordinarie richieste dai saperi scolastici
codificati, e di impegnarli in uno sforzo d’intelligente e
propositiva creatività! Non una festa improvvisata, fatta di pura
estemporaneità istintiva, promossa e gestita dal libero capriccio degli
studenti, ma , codesta giornata, dovrebbe ( e deve ) essere
il risultato finale espressivo di un progetto sapientemente elaborato
programmato e preparato a tempo dalla scuola–istituzione,
incentivato dai Dirigenti e guidato dai docenti in sinergia
con gli alunni al fine di fare emergere in essi, almeno per un
giorno, tutte quelle potenzialità creative nascoste e che, spesso
ignorate o sottovalutate dalla routine della vita scolastica,
sono il segno delle loro attitudini capacità e interessi più
veri, e della loro più autentica personalità.
Nuccio Palumbo
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