Lettera al Sommo Pontefice. I precari della Scuola Pubblica
Data: Sabato, 27 febbraio 2010 ore 10:25:55 CET
Argomento: Associazioni


 A Sua Santità
Il Sommo Pontefice Benedetto XVI
00120 Città del Vaticano

Santità, 
i precari della Scuola Pubblica Italiana hanno ascoltato con gran commozione i suo ultimi  interventi fatti con tanta sofferenza e affetto paterno per tutti coloro che hanno perso il lavoro a causa di questa crisi e il caldo appello fatto da sua Sua Santità Illustrissima per la tutela dell'occupazione in Italia.
Ci sentiamo gratificati per il messaggio fraterno di solidarietà e amore in tali sinceri e
caritatevoli sentimenti di Sua Santità.
.                 Sono gli stessi sentimenti, d'altronde, che  ci accomunano per tutti quelli che si trovano in una situazione di disagio e forte difficoltà psicofisica ed economica. Inoltre non possiamo nasconderle, Santissimo Padre, i nostri disagi di precariato che da tempo proviamo per i nostri 42.000 colleghi della scuola, che hanno perso il lavoro, dopo decenni di fedele servizio alle dipendenze dello Stato Italiano.
            Da allora viviamo ogni giorno il nostro precariato come un peso che ci grava sul cuore come un macigno, aggravato inoltre dalla nostra vivissima preoccupazione per gli altri 90.000 lavoratori della scuola che perderanno il loro lavoro nei prossimi due anni. Molti di noi sono disperati. Nonostante i sacrifici fatti per studiare, i concorsi vinti, le abilitazioni e i master conseguiti, siamo infatti consapevoli che saremo sbattuti in mezzo alla strada assieme alle nostre famiglie.
            Alcuni di noi hanno gridato il loro dolore dal tetto degli Uffici Scolastici Provinciali occupati, come a Benevento, o hanno fatto lo sciopero della fame, come a Palermo e Messina, ma nessuno ha mai ascoltato la nostra disperazione. Molti altri, invece, rivolgono da mesi preghiere giornaliere alla Madonna e al Signore, buono e misericordioso, ma non riusciamo a vedere lo stesso uno spiraglio di luce nel nostro futuro e in quello delle nostre famiglie.
            Ci siamo rivolti quindi anche a lei, Santissimo Padre, con la speranza che possa pregare per noi ed invocare l'intercessione del Signore e della Madonna. Inoltre, le chiediamo umilmente di rivolgere un urgente appello pubblico ai nostri politici, affinché la riforma della Scuola Superiore sia almeno rinviata di un anno per iniziare un vero confronto con i docenti, in quanto la proposta attuale danneggia gravemente sia gli studenti e sia i lavoratori. È importante, poi, che si favorisca da subito lo scivolo anticipato di due anni per i pensionamenti, così che anche i lavoratori della scuola possano continuare a sostenere in futuro le proprie famiglie. I provvedimenti finora adottati dal Governo, ad esempio il "salvaprecari", sono infatti del tutto insufficienti e non salvano nessuno, se non, grazie all'ingannevole gioco di parola, la faccia di chi ha il coraggio di lasciare in mezzo alla strada 142.000 lavoratori in tre anni. 
            Confidiamo che Sua Santità Illustrissima ascolterà la nostra preghiera e facendole presente  il silenzio mostrato fino a questo momento dalla Chiesa e dai suoi organi, come la CEI, intervenuta più volte nel dibattito sui tagli all'istruzione, ma solo per chiedere maggiori finanziamenti alla scuola privata, ci ha fatto sentire soli e abbandonati da tutti. 
            Confidiamo in un suo eventuale pubblico intervento di solidarietà e in un appello al Governo Italiano
Le inviamo i nostri più cari e distinti saluti.
A nome di tutti i precari della Scuola Pubblica Italiana.

Coordinamento Precari Scuola nazionale, sezione di Ravenna
Coordinamento Precari Scuola nazionale, sezione di Forlì-Cesena







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