Per la scuola primaria il MIUR annuncia tagli agli organici ancora più consistenti del previsto.
Data: Venerdì, 26 febbraio 2010 ore 16:29:33 CET Argomento: Rassegna stampa
La
situazione attuale Per quanto riguarda l'anno in corso, sappiamo che
per la prima elementare, i genitori avevano scelto nella misura del 3%
le 24 ore settimanali, nella misura del 7% le 27, nella misura del 34%
le 40, nella misura del 56 % le 30 ore. Non si hanno ancora i numeri certi
e definitivi sulla quantità di classe effettivamente istituite in base
a ciascun modello orario. Si
prevede un taglio di 4.500 posti di insegnanti specialisti di inglese
Redazione
redazione@aetnanet.org
La situazione attuale Per quanto riguarda l'anno in corso, sappiamo che
per la prima elementare, i genitori avevano scelto nella misura del 3%
le 24 ore settimanali, nella misura del 7% le 27, nella misura del 34%
le 40, nella misura del 56 % le 30 ore. Non si hanno ancora i
numeri certi e definitivi sulla quantità di classe effettivamente
istituite in base a ciascun modello orario.
Conosciamo bene invece che cosa è accaduto nella vita di ogni giorno
delle scuole primarie del Paese.
Si tratta di una realtà che abbiamo più volte raccontato e descritto.
Che cosa succederà l'anno prossimo?
L'organico sarà determinato:
• considerando 27 ore settimanali anche per le nuove
prime oltre che per le seconde
• non prevedendo ore di compresenza e suddividendo il
monte ore complessivo di docenza per il numero delle classi
nel frattempo, stanno per chiudersi le iscrizioni.
Alla luce di queste anticipazioni date dal miur, il modello allegato
alla circolare per far esprimere ai genitori le loro scelte sul modello
orario, appare ancora più chiaramente come una gigantesca bufala.
Ma di quale scelta stiamo parlando?
Con questi numeri, non basteranno più nemmeno le fantasiose e
improbabili acrobazie organizzative messe in atto quest'anno per
realizzare le 30 ore!
Non è finita: si prevede un taglio di 4.500 posti di insegnanti
specialisti di inglese.
Chi insegnerà inglese? Il miur rassicura: si sta provvedendo a formare
gli insegnanti con un piano straordinario di formazione. Potrà ben
bastare un livello minimo di competenza per insegnare l'inglese nelle
classi prime, vivaddio!
Ora, anche volendo (e non vogliamo) sorvolare sul fatto che le
organizzazioni sindacali non sono state informate, né sentite al
riguardo, è del tutto evidente che nulla garantisce che si determini
così una disponibilità di insegnanti “specializzati” laddove esiste
effettivamente il fabbisogno.
Ma ciò che soprattutto colpisce (ed è inaccettabile) è il fatto che in
questo modo se ne va un altro pezzo della scuola primaria di qualità
che abbiamo conosciuto in un passato recente.
Il miur informa inoltre che le proiezioni effettuate prefigurano un
aumento di circa 15.000 alunni per il prossimo anno scolastico nella
scuola primaria. forse questo dato ha indotto un qualche ripensamento
sui tagli degli organici? assolutamente no: per questi 15.000 nuovi
alunni il miur prepara proprio una bella accoglienza!
Noi non ci stiamo!
In questi giorni sulla stampa si parla molto del rapporto sullo stato
della scuola della Fondazione Agnelli, di cui forniamo un'anticipazione
di seguito.
E' del tutto evidente che una scuola primaria impoverita, fantasma di
se stessa, dequalificata diventa premessa dell'insuccesso scolastico e
formativo, della disaffezione che facilmente provoca poi abbandono e
dispersione.
Non possiamo accettare che una logica di classe, mascherata da esigenze
di risparmio e realizzata attraverso mere tecniche contabili, si
abbatta su un segmento del sistema dell'istruzione fondamentale per la
formazione e il futuro delle persone.
Non siamo soli.
In molte realtà, in queste ore, si organizzano assemblee, dibattiti e
persino occupazioni “creative” delle scuole: sta crescendo di nuovo la
mobilitazione.
Tutto questo potrà trovare un momento alto e partecipato di espressione
nello sciopero indetto per il 12 marzo.
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Una scuola che si caratterizzerà per iniquità
Molta eco ha avuto, sulla stampa di questi giorni, la presentazione del
Rapporto annuale sulla scuola della Fondazione Agnelli. L'analisi
proposta mette in evidenza una serie di divari, un livello preoccupante
di dispersione, una spesa che sembra rilevante.
1. Dispersione: tra i giovani al di sotto dei 24 anni, 1 su 5 non
arriva al diploma.
2. Sono molteplici i divari riscontrati:
• di genere: le ragazze avrebbero performance
superiori a quelle dei ragazzi
• etnici: i tassi di ripetenza degli immigrati di
prima generazione sono più elevati
• socioculturali: gli studenti con retroterra
familiare “meno favorevole” sono più soggetti alla dispersione e si
concentrano in alcuni indirizzi e scuole
• tecnologici: vi sarebbe un gap generazionale tra
gli studenti “nativi digitali” e docenti di età media avanzata con
scarsa considerazione e conoscenza delle nuove tecnologie
• di indirizzo: il solo fatto di andare al liceo fa
ottenere competenze in più rispetto al professionale
• territoriali: frequentare una scuola al Sud fa
conseguire risultati significativamente peggiori rispetto a quelli
conseguiti frequentando le scuole del Nord.
3. La spesa presenta grandi differenze territoriali, che sarebbero
determinate da tre fattori: dimensioni medie dei plessi, diffusione del
tempo pieno e prolungato, allievi disabili per insegnante di sostegno.
Quando poi il rapporto analizza la spesa delle diverse Regioni in
termini di efficacia, efficienza ed equità, giunge alla conclusione che
“il Trentino Alto Adige è una regione con elevati livelli di efficacia
ed equità, ma non è efficiente. La Puglia è efficiente ed equa, ma la
qualità degli apprendimenti è molto bassa . Il Veneto è efficace e
molto efficiente, ma ha un livello di equità basso".
Sulla base di questa analisi, il Rapporto giunge a parlare, senza mezzi
termini, di una scuola che si caratterizza per iniquità.
Il Rapporto, che per il momento è disponibile solo in forma di
anticipazioni, si interroga e problematizza molto la prospettiva del
federalismo. Dalle sintesi ad oggi disponibili, traspaiono elementi
profondi di preoccupazione, a cominciare dal rischio di un federalismo
“per abbandono” da parte delle regioni più avanzate che finirebbe
allora per allargare i già gravi divari esistenti.
Colpisce che proprio dalla Fondazione Agnelli arrivi uno stimolo a
riflettere su una scuola che è diventata agente di selezione di classe
invece di costituire un ascensore sociale, una possibilità di
emancipazione, un percorso che dà concretezza alle pari opportunità.
Speriamo, almeno, che d'ora in poi venga risparmiata l'accusa di essere
mossi da pregiudiziali ideologiche a coloro che, come la FLC:
• continueranno a denunciare questa situazione che di
giorno in giorno si aggrava per effetto dei provvedimenti del governo
• non smetteranno di lottare per una istruzione di
qualità per tutti, in tutte le regioni e in ogni scuola della nazione
• manterranno e attualizzeranno il loro impegno per
una scuola capace di conseguire le finalità attribuitele dal dettato
costituzionale.
Roma, 26 febbraio 2010
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