In Sicilia il salva-precari si rileva un flop
Data: Marted́, 23 febbraio 2010 ore 09:08:14 CET
Argomento: Rassegna stampa


Malgrado l’alta quota di fondi messa a disposizione dallaRegione, i posti proposti sono stati rifiutati in massa: di fronte eimpieghi di lavoro distanti da casa, malpagati e professionalmente pocoinvitanti, oltre che privi di garanzie previdenziali, migliaia diaventi diritto hanno preferito accontentarsi dell’indennità didisoccupazione. (Alessandro Giuliani- La Tecnica della scuola)

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di Alessandro Giuliani. Malgrado l’alta quota di fondi messa adisposizione dalla Regione, i posti proposti sono stati rifiutati inmassa: di fronte e impieghi di lavoro distanti da casa, malpagati eprofessionalmente poco invitanti, oltre che privi di garanzieprevidenziali, migliaia di aventi diritto hanno preferito accontentarsidell’indennità di disoccupazione.
I precari non hanno mai accettato di buon grado i cosiddetti contrattidi disponibilità. Hanno sempre temuto che si rivelassero diversi dacome erano stati descritti la scorsa estate, in sede di accordiMiur-sindacati. E lo scorso 18 febbraio ne hanno avrebbero avutoconferma. Almeno quelli proposti in Sicilia, dove peraltro la Regioneaveva “sposato” la causa tagli (alcune migliaia) sostenendo il progettosalva-precari con ben 55 milioni di euro in due anni (sui 150complessivi di tutte le Regioni),
In base a quanto riportato dai Comitati insegnanti precari dellaprovincia di Messina risulterebbe che "la maggior parte dei postidestinati ai precari messinesi non è stata assegnata". I precari hannospiegato che "pur apprezzando il tentativo della regione Sicilia difarsi carico del problema occupazionale a seguito dei 7.000 tagli alpersonale della scuola" le convocazioni per ricoprire posti di sostegnoai ragazzi diversamente abili, alla lotta alla dispersione, alpotenziamento delle competenze di base degli alunni stranieri sisarebbero rivelate bene diverse da come preannunciato.
"La mancata accettazione da parte dei precari – hanno scritto i Cipsiciliani - è dipesa dall’inadeguatezza dei progetti stessi pensaticome una soluzione ai problemi del precariato siciliano, ma rivelatisitotalmente insufficienti a tutelare il diritto allo studio deglialunni, a garantire l’integrazione scolastica degli alunni condisabilità, a tutelare i diritti ‘inalienabili’ dei lavoratoricostretti a firmare “contratti d’opera”  privi di alcuna garanziaprevidenziale".
La programmazione dei progetti, una sorta di ex co.co.co., ma anche laloro struttura, su cui pesa la mancanza di contributi previdenziali,risulta evidentemente troppo distante da quella cui i docenti ed ilpersonale Ata sono abituati a sottoscrivere quando si vedono assegnatauna cattedra o un posto vacante in amministrazione. Va bene adattarsi,avrebbero spiegato, ma questo è troppo: di fronte e impieghi di lavorocon sedi molto distanti da casa, malpagati e professionalmente pocoinvitanti hanno preferito accontentarsi dell’indennità didisoccupazione. Sempre in attesa che arrivi qualche supplenza breve,tramite graduatoria d’istituto.
Ai Cip, inoltre, non è piaciuto nemmeno "il notevole ritardo con cuisono stati varati per essere assegnati. A tutt’oggi non sono statiavviati, l’espletamento dovrebbe avvenire entro il mese di agosto.Qualcuno ha dimenticato che l’attività didattica – hannoconclusopolemicamente i precari - per gli studenti si conclude agiugno".
Se la situazione non dovesse sbloccarsi, se le condizioni proposterimarranno le stesse, rimanendo inalterato il malcontento deipotenziali fruitori del progetto, alla fine è probabile che i verivincitori di questa faccenda sempre più ingarbugliata risulterannoquelle Regioni (Calabria, Emilia Romagna, Friuli, Lazio e Toscana) chenon hanno aderito al salva-precari.







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