Di.S.A.L. Sicilia:Lo sbilancio delle scuole: tagli senza cucito.
Data: Sabato, 20 febbraio 2010 ore 08:25:14 CET Argomento: Opinioni
L’impressione
è purtroppo quella che la tanto
decantata l’autonomia scolastica non è mai decollata e mai potrà farlo
fintantoché non si parlerà in modo concreto e serio di autonomia
finanziaria: assegnazione diretta e gestione diretta per le scuole di
tutte le risorse, senza vincoli, per meglio adeguare le spese al
contesto particolare in cui si opera, monitoraggio dei risultati
raggiunti e valutazione. (Dirigenti delle scuole autonome e libere
Di.S.A.L. Sicilia)
Siamo già a metà quadrimestre
e non accennano a diminuire nelle scuole le gravi incertezze in ordine
alla stesura dei bilanci annuali. Il Ministero della Pubblica
Istruzione ha emanato nello scorso mese di dicembre una circolare sul
tema caratterizzata da note tecniche di difficile attuazione nonché da
incompleta indicazione di tutte le risorse necessarie al perseguimento
dei fini scolastici istituzionali.
In questi giorni, a fronte delle corali proteste dei dirigenti
scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi di
tutta Italia si è provveduto da parte del Ministero a dilazionare
il termine entro cui approvare i bilanci scolastici, senza però
chiarire le difficoltà evidenziate dagli operatori del settore.
In primo luogo, secondo le contestate indicazioni ministeriali le somme
non riscosse che ancora molte scuole vantano nei confronti del
Ministero non dovrebbero essere inserite nella programmazione annuale,
in attesa dell’effettiva assegnazione. Il problema è che si dimentica
che le somme in questione – relative perlopiù a stipendi per i
supplenti – le scuole le hanno già pagate proprio con anticipi di cassa
sottraendo disponibilità da altri capitoli di spesa peraltro vincolati.
Se dunque le assegnazioni finanziarie ministeriali tarderanno
ulteriormente (alcune scuole aspettano dal 2007) nulla potrà opporsi al
consolidarsi di ingenti buchi nei bilanci delle istituzioni
scolastiche.
In secondo luogo, ad anno scolastico inoltrato ancora le scuole non
sanno quale sia l’ammontare degli stanziamenti da poter destinare ad
interventi di inclusione e perequazione sociale quali le attività di
arricchimento dell’offerta formativa, gli interventi di integrazione
per gli alunni disabili, i progetti scolastici nei contesti a
rischio, il pagamento delle ore eccedenti utilizzate dalle scuole
per sopperire alle assenze del personale, le indennità dovute ai
direttori s.g.a. incaricati e via discorrendo.
Ancora, la circolare ministeriale in questione prevede una riduzione
del 25% delle somme dovute alle ditte di pulizia nei c.d. appalti
storici. A fronte del rinnovarsi del rischio occupazionale, nulla si
dice in ordine alle modalità per la realizzazione del presunto
risparmio di spesa e niente neppure viene detto in ordine al ripristino
dell’organico del personale ausiliario che in presenza delle ditte di
pulizia è stato già ridotto dal Ministero per una quota pari del 25%
dell’intero organico assegnato alla scuola. Insomma siamo alle solite:
botte piena e moglie ubriaca.
Ulteriore elemento di criticità è rappresentato dalla sfasatura tra
scadenze di programmazione dei bilanci e durata dell’anno scolastico
che non coincide con quello finanziario. Anche questa è una notazione
che viene periodicamente evidenziata dagli addetti al settore ma di cui
nessun organo decisionale tiene conto.
In definitiva, è dal 2001 che si parla in finanziaria di tagli nella
scuola, ma non di investimenti. I 260mln di euro dallo scudo fiscale
non sono una risposta, sono solo restituzione di quanto è stato
tagliato. Ed anche le recenti leggi approvate in tema di riforma della
scuola appaiono unicamente volte a liberare risorse economiche
destinate alla scuola per incanalarle verso altre finalità non meglio
note. I tagli sulla scuola ormai sono una costante “intergovernativa”
da anni. Pare proprio che l’approccio politico al problema abbia un
taglio esclusivamente economico che non tiene assolutamente conto delle
finalità sociali della spesa soprattutto in ordine alla realizzazione
di quelle condizioni di giustizia sostanziale che sono proclamate nella
Costituzione della Repubblica. Perché invece di operare verso scelte di
miglior utilizzo delle risorse esistenti ci si butta da anni su tagli
costanti e persistenti, dei risultati dei quali non si vede nemmeno
l’ombra? Ma i tagli non dovrebbero tradursi in risparmi e i risparmi
non dovrebbero diventare reinvestimenti nel settore? Non è forse questa
l’unica strada verso un’istruzione pubblica di qualità?
Il pasticcio si complica anche perché i vari attori chiamati ad
intervenire nel sostegno alla gestione della scuola per la
realizzazione del tanto auspicato sistema formativo integrato (Stato ed
Enti locali) sembrano agire senza alcun coordinamento fra di loro non
esistendo di fatto alcuna linea guida comune. Ciascuno in questo
momento persegue autonomamente finalità di risparmio dei costi e
pertanto si registrano interventi scoordinati con cui viene stravolto
il panorama degli edifici da destinare all’istruzione creando
accorpamenti, sovrapposizione ed inevitabili disfunzioni che mostrano
come tali provvedimenti non abbiano alcuna sintonia con le esigenze
concrete della didattica e con i bisogni specifici del territorio.
Analogamente si procede al taglio indiscriminato di cattedre senza
tenere conto neanche perfino delle problematiche individuali e delle
situazioni di svantaggio più grave quali quelle dei bambini portatori
di handicap.
A quale proclamata eccellenza del servizio pubblico scolastico fanno
riferimento gli accorpamenti nello stesso edificio di scuole di ordine
e grado diversi con la sovrapposizione quasi condominiale delle
dirigenze scolastiche, l’abbandono al degrado per quasi totale assenza
di interventi manutentivi di edifici anche di grande bellezza e
importanza storica che da luoghi di accoglienza del sapere sono
trasformati in catapecchie ove addirittura talvolta gli allievi migrano
in una continua transumanza imposta dalla carenza di aule anche perchè
divenute inagibili.
Per non parlare dell’attenzione alle tematiche della prevenzione
infortunistica e sismica che in talune realtà anche ad un occhio
inesperto appaiono pura fantascienza (salvo poi scandalizzarsi quando
si verificano eventi dalle conseguenze tragiche che vengono prontamente
risolti rassicurando l’opinione pubblica attraverso la tempestiva
ricerca di un colpevole o di un capro espiatorio che in questo caso
passa sempre attraverso il dirigente scolastico).
L’impressione è purtroppo quella che la tanto decantata l’autonomia
scolastica non è mai decollata e mai potrà farlo fintantoché non si
parlerà in modo concreto e serio di autonomia finanziaria: assegnazione
diretta e gestione diretta per le scuole di tutte le risorse, senza
vincoli, per meglio adeguare le spese al contesto particolare in cui si
opera, monitoraggio dei risultati raggiunti e valutazione.
Dirigenti delle scuole autonome e libere
Di.S.A.L. Sicilia
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