Cultura di Governo
Data: Mercoledì, 17 febbraio 2010 ore 14:25:59 CET Argomento: Rassegna stampa
di Simonetta Salacone* (ilManifesto del 16/02/2010)
Nella scuola che dirigo la «giornata del ricordo» non è stata
celebrata. Il fatto ha suscitato polemiche. Ne approfitto per dare
alcuni chiarimenti a chi non fa il mestiere dell'insegnante.
Primo: la scuola non è luogo di celebrazioni, ma di educazione
attraverso lo studio e l'approfondimento culturale dei fatti.
Secondo: i contenuti della programmazione sono scelti dai docenti
all'interno di «indicazioni programmatiche» e vengono adeguati alle età
e alle capacità degli alunni, alle situazioni e ai contesti.
Terzo: la storia non si legge con l'ottica dei "buoni-cattivi", la
scienza non si affronta secondo le categorie del "vero-falso", i
prodotti dell'arte non si giudicano con lo sguardo del "bello-brutto" e
del "conforme alla morale corrente" e così via. Per questo una buona
scuola mette a confronto idee diverse, pone dubbi e domande, insegna ai
bambini, sin dalla più tenera età, e poi ad adolescenti e giovani ad
affrontare problemi, cercando risposte nei fatti, nei documenti, nelle
ricerche già effettuate da studiosi, nella cultura socialmente
consolidata e raccolta nei corpi disciplinari. Sapendo però che nessuna
risposta è mai definitiva, che i prodotti della ricerca non sono mai
acquisiti in maniera definitiva, che ogni contenuto disciplinare è
rivedibile. Solo così si dà spazio al pensiero critico e si aiutano
bambini e giovani a non avere paura delle proprie idee, anzi a saperle
esprimere liberamente, a saper accettare il confronto, senza
presunzione, ma anche senza timidezza e ad essere pronti a recedere
dalle proprie certezze a fronte di nuove conoscenze e scoperte.
Quarto: l'educazione di bambini e adolescenti deve sviluppare le
intelligenze di diversa natura e saper far ricorso anche all'emotività,
senza che questa sopravanzi alla riflessione. Nel caso specifico di
eventi bellici o drammatici, ricordo quanta delicatezza essi pongono se
riportati a bambini di età infantile (ai bambini si deve parlare degli
eventi drammatici, ma con messaggi di vita e di speranza, non di morte
o di violenza non dominabile, come benissimo ha indicato Benigni nel
suo film "La vita è bella").
Quinto: chi pretende di dettare alle scuole i contenuti della
didattica, le modalità di utilizzo del personale, strumenti rigidi per
la programmazione-verifica-valutazione, chi pretende di stabilire
dall'esterno per i docenti regole minuziose di comportamento, non solo
viola l'autonomia di pensiero e la libertà di insegnamento, ma punta a
fare delle scuole luoghi di educazione autoritaria e di costruzione del
consenso (per arrivare ad una scuola di regime ci vuole poco).
Sesto: nessun dirigente o docente pretende di insegnare a politici ed
amministratori il loro mestiere. Altrettanto rispetto pretendiamo nei
coofronti del nostro lavoro di docenti e dirigenti scolastici: sappiamo
noi quanto sia delicato il compito di educare che la società ci affida.
Pretendiamo, come i nostri politici ed amministratori, di essere
giudicati, con onestà intellettuale, con sguardo attento ai contesti e
non general-generico sui risultati che otteniamo. I nostri risultati
venite a vederli nelle scuole che criticate. La scuola primaria è
scuola complessivamente di eccellenza, come riconosciuto a livello
internazionale. La Iqbal Masih, nello specifico, esprime un'offerta
formativa di qualità riconosciuta anche da tanti soggetti esterni e
sarebbe proprio strano che qualcuno intendesse punirla nelle persone
della sottoscritta e dei docenti, I vostri risultati, amministratori e
politici, li valutiamo quotidianamente quando, di fronte ai nuovi
bisogni educativi della società, ci proponete solo tagli al personale,
agli orari, ai curricula scolastici, all'obbligo scolastico, ai
finanziamenti, ai servizi di pulizia, di trasporto, di assistenza, e ci
private dei tempi della ricerca, del confronto fra adulti, della
relazione con gli studenti, della didattica operativa,
dell'aggiornamento professionale.
*Dirigente scolastico della scuola "Iqbal Masih" di Roma
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