La nota del nostro direttore sul quotidiano "La
Sicilia" sul voto in condotta e sui corsi di recupero.
Renato G. Bonaccorso
r.bonaccorso@cannizzaroct.it
Si tirano le somme dei risultati del primo
quadrimestre nelle scuole e sembra
proprio che i 5 in condotta siano
abbastanza pochi, benché sui 6, la sufficienza,
non si hanno molte notizie.
L’anno scorso, secondo il Miur, nel
primo quadrimestre i 5
in condotta furono
36.259 (1,4 %) nelle superiori
e 18.033 (1,1%)
nel primo grado. Certamente
un 6 in condotta
non è un bel voto,
anzi, abituati come
sono le famiglie (quelle
che ci tengono all’educazione
dl figlio) a
considerare già il 7 un
voto alquanto allarmante,
scendere più in basso è come
una tagliata di faccia. Ricordiamo intanto
che il 5 in condotta scatta, secondo
l’ultimo regolamento sulla valutazione,
non dopo la prima sanzione,
ma a seguito di ripetute infrazioni
disciplinari, anche se è sempre il Consiglio
di classe a dire l’ultima parola.
Questo sta pure a significare che, relativamente
al giudizio di ammissione
agli esami di stato, per evitare tragiche
esclusioni una mediazione si
trova sempre, come la si troverà per
portare tutti i voti di tutte le materia al
sei, visto che da quest’anno non è richiesta
la media complessiva ma la
sufficienza per ciascuna disciplina. In
ogni caso con la pubblicazione dei risultati
del primo quadrimestre tutte
le scuole dovrebbero pure provvedere
a istituire i corsi di recupero e di sostegno,
proprio per evitare bocciature
a giugno o ripetizioni estive. Da tre
anni, ai tempi di Fioroni, i compensi
agli insegnanti è sensibilmente aumentato
e sulla base del contratto di
lavoro (Tabella 5) deve
essere pagato a 50
euro lordi l’ora. La cosa
strana è che molte
scuole applicherebbero
altre tariffe, stabilendo
una somma inferiore,
ma riportandola
al suo giusto costo
a giugno-settembre.
Una evidente disparità
perché il lavoro
è comunque uguale
sia a febbraio-marzo e sia in estate.
Sembra inoltre che alcuni presidi concordino
queste tariffe "intermedie"
con le Rsu che, di fronte alle ristrettezze
economiche delle scuole, accetterebbero
la proposta, dimenticando
che le Rsu possono stabilire col dirigente
le "modalità" del recupero non
già la tariffa. E c’è anche una intrinseca
logica che vuole il lavoro di recupero
e sostegno sempre uguale in tutte
le latitudini e in tutte le stagioni. Contestualmente
però fanno capolino le
lezioni private, quelle che consentivano,
alcuni anni addietro, ai professori
di arrotondare il magro stipendio, e
con tariffe orarie di buon peso. Non si
gridi allo scandalo però: il mercato ha
le sue regole.
PASQUALE ALMIRANTE (da www.lasicilia.it)