In calo 5 in condotta
Data: Lunedì, 15 febbraio 2010 ore 22:26:20 CET
Argomento: Rassegna stampa


 

La nota del nostro direttore sul quotidiano "La Sicilia" sul voto in condotta e sui corsi di recupero.

 

 

Renato G. Bonaccorso

r.bonaccorso@cannizzaroct.it

 

 

 

 

Si tirano le somme dei risultati del primo quadrimestre nelle scuole e sembra proprio che i 5 in condotta siano abbastanza pochi, benché sui 6, la sufficienza, non si hanno molte notizie. L’anno scorso, secondo il Miur, nel primo quadrimestre i 5 in condotta furono 36.259 (1,4 %) nelle superiori e 18.033 (1,1%) nel primo grado. Certamente un 6 in condotta non è un bel voto, anzi, abituati come sono le famiglie (quelle che ci tengono all’educazione dl figlio) a considerare già il 7 un voto alquanto allarmante, scendere più in basso è come una tagliata di faccia. Ricordiamo intanto che il 5 in condotta scatta, secondo l’ultimo regolamento sulla valutazione, non dopo la prima sanzione, ma a seguito di ripetute infrazioni disciplinari, anche se è sempre il Consiglio di classe a dire l’ultima parola.

Questo sta pure a significare che, relativamente al giudizio di ammissione agli esami di stato, per evitare tragiche esclusioni una mediazione si trova sempre, come la si troverà per portare tutti i voti di tutte le materia al sei, visto che da quest’anno non è richiesta la media complessiva ma la sufficienza per ciascuna disciplina. In ogni caso con la pubblicazione dei risultati del primo quadrimestre tutte le scuole dovrebbero pure provvedere a istituire i corsi di recupero e di sostegno, proprio per evitare bocciature a giugno o ripetizioni estive. Da tre anni, ai tempi di Fioroni, i compensi agli insegnanti è sensibilmente aumentato e sulla base del contratto di lavoro (Tabella 5) deve essere pagato a 50 euro lordi l’ora. La cosa strana è che molte scuole applicherebbero altre tariffe, stabilendo una somma inferiore, ma riportandola al suo giusto costo a giugno-settembre.

Una evidente disparità perché il lavoro è comunque uguale sia a febbraio-marzo e sia in estate. Sembra inoltre che alcuni presidi concordino queste tariffe "intermedie" con le Rsu che, di fronte alle ristrettezze economiche delle scuole, accetterebbero la proposta, dimenticando che le Rsu possono stabilire col dirigente le "modalità" del recupero non già la tariffa. E c’è anche una intrinseca logica che vuole il lavoro di recupero e sostegno sempre uguale in tutte le latitudini e in tutte le stagioni. Contestualmente però fanno capolino le lezioni private, quelle che consentivano, alcuni anni addietro, ai professori di arrotondare il magro stipendio, e con tariffe orarie di buon peso. Non si gridi allo scandalo però: il mercato ha le sue regole.

PASQUALE ALMIRANTE (da www.lasicilia.it)







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