DI GELMINI SOLO LA PARTE DESTRUENS
Data: Domenica, 14 febbraio 2010 ore 08:55:31 CET Argomento: Rassegna stampa
GELMINI DESTRUENS
di Daniele Checchi 11.02.2010
Finora abbiamo visto solo la parte destruens. Il Ministro
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha sapientemente
riorganizzato la scuola primaria e secondaria in modo tale da
permettere le riduzioni d’organico che le erano state richieste dal
Ministero dell’Economia. I mancati rimpiazzi di insegnanti andati in
pensione hanno aumentato l’età media del corpo docente, per altro già
elevata per via dell’anomalo andamento delle immissioni in ruolo in
periodi passati. Come accaduto lo scorso anno per la scuola primaria,
la cosiddetta riforma della scuola secondaria recentemente varata dal
governo, riducendo le sperimentazioni, riduce nel contempo il tempo
trascorso a scuola da parte dei ragazzi. Analogamente, l’apertura della
possibilità dell’apprendistato come assolvimento dell’obbligo
scolastico varata dalla Commissione Lavoro della Camera permette di
ridurre le risorse destinate al recupero della dispersione scolastica.
Tutto ciò che razionalizza e usa in modo più efficiente le risorse date
non può che essere benvenuto. Ma non basta. Manca la parte construens.
Nel settembre 2008 il Ministro dell’Istruzione aveva promesso che un
terzo dei risparmi di bilancio sarebbero stati restituiti al settore
sotto forma di meccanismi premianti per i docenti più meritevoli. Era
stato promesso un piano per l’edilizia scolastica che recuperasse le
situazioni di maggior degrado. Di tutto questo fino ad oggi non c’è
traccia nell’operato governativo. Per ottenere comportamenti virtuosi
non basta ripetere il mantra del merito. Occorre disegnare meccanismi
che orientino i comportamenti verso obiettivi socialmente desiderabili.
Pensando all’attuale divario di apprendimento che caratterizza le
scuole meridionali a tutti i livelli, nulla è stato messo in campo per
spingere insegnanti e giovani meridionali a recuperare rispetto ai loro
coetanei del nord Europa. Pensando agli elevati tassi di mancato
conseguimento dei titoli secondari nelle regioni nord-orientali, ci
domandiamo quali interventi siano stati intrapresi per rovesciare
questo andamento. Pensando agli elevati tassi di turn-over dei docenti
sulle cattedre, non notiamo alcuna inversione di tendenza. Pensando al
reclutamento dei nuovi insegnanti, siamo ancora in attesa di un segnale
ai nuovi aspiranti. Last but not least, la valutazione degli
apprendimenti in modo universale è ancora di là da venire. Nonostante i
miracoli fatti dall’Invalsi, solo il 6.8% degli studenti è stato
valutato nell’ultimo test sulla scuola primaria. Ci domandiamo come si
pensi di costruire un nuovo modo di fare scuola, quando si rinuncia a
misurare, non si premiano i comportamenti virtuosi e si distribuiscono
soltanto tagli a pioggia.
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