Licei musicali, attesi da 30 anni ma troppi punti non chiari
Data: Domenica, 14 febbraio 2010 ore 08:38:44 CET
Argomento: Rassegna stampa


Roma, 13 feb. (Apcom) - L'esigenza di questo tipo di licei era evidente. I pregi della riforma finiscono però qui. Nei giorni scorsi, precedenti all'approvazione della riforma in Cdm, ben 16 associazioni di settore hanno scritto all'on. Valentina Aprea, presidente della commissione Cultura della Camera, per chiedere "un adeguato investimento, superando l'idea che si tratti di una spesa improduttiva". I licei musicali vengono introdotti nel momento storico più difficile della scuola negli ultimi decenni: i tagli imposti dal Mef non permettono di realizzare l'investimento chiesto dai musicisti. Consapevoli di tutto ciò, i docenti chiedono quindi che la limitazione a quaranta sezioni abbia valenza di avvio. Ma per i docenti di musica il problema non è solo economico. I licei musicali dovrebbero sostituire i Conservatori, i quali oggi fanno formazione musicale di base e dovrebbero diventare istituti di alta specializzazione, ma non sono pronti al passaggio. E i licei stessi del resto sono ancora da inventare. "I tre segmenti (medie, superiori e alta formazione) operano - sostiene Chiti - senza coordinamento, i regolamenti non sono ancora pronti, le sedi dei quaranta licei, (già pochissime per il nostro territorio), non si conoscono, del reclutamento dei docenti nessuno sa nulla, e la materia 'musica' è sparita da tutte le altre scuole superiori". Se queste sono le premesse, non sembra che il liceo musicale possa risolvere il problema della storica assenza della cultura musicale nell'insegnamento delle scuole italiane. "Il lavoro - spiega Chiti - va fatto a partire dalle scuole primarie, con l'educazione musicale, con una seria politica culturale degli enti locali, con un'attenzione particolare alla promozione ed alla gestione dei media e della programmazione televisiva e radiofonica". I docenti si lamentano anche perché non sanno come verranno gestite le convenzioni tra nuovi licei ed i conservatori. "E' tutto solo sulla carta - ribadisce Sergio Chiti - "può essere una grande opportunità, o può essere solo una operazione di facciata, tutto potrebbe rimanere come prima, con i conservatori soli a gestire quasi l'intera istruzione musicale". C'è poi il problema della concorrenza tra le due tipologie di docenze (liceali e in Conservatori). I nuovi licei non sembrano garantire, inoltre, maggiori possibilità di sbocchi nell'ambito lavorativo musicale: "ciò potrà avvenire - sostiene Gatti - solo se nel futuro la musica riacquisterà la dignità che le dovrebbe essere propria in questo paese, con l'apertura a docenti qualificati dell'insegnamento, dalle scuole dell'infanzia alle scuole primarie, potenziando la musica nei licei anziché togliendola, creando ulteriori sezioni delle scuole medie ad indirizzo musicale e operando la creazione di un numero congruo di licei musicali in tutte le regioni italiane".





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-19878.html