TAR Lazio rinvia alla Corte Costituzionale la legge anti-commissariamento per il pettine
Data: Domenica, 07 febbraio 2010 ore 06:40:46 CET
Argomento: Rassegna stampa


Secondo il Tar Lazio (ordinanza 230/2010), la disposizione di cui all’ art. 1 comma 4-ter del d.l. 25 settembre 2009, n. 134 (la norma blocca-processi pro inserimento a pettine, patrocinati dall’ANIEF con gli avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Rosario Tarsia) viola la Costituzione e, pertanto, deve essere rimessa al giudizio del Giudice delle Leggi perché sia annullata. Intanto il MIUR, sempre su ricorsi del Sindacato guidato da Marcello Pacifico, subisce un nuovo commissariamento per il diritto allo spostamento dei 24 punti SISS rivendicato da altri 300 docenti, e una nuova sospensione della tabella di valutazione dei titoli del D.M. 42/09 per la mancata valutazione del punteggio aggiuntivo dei docenti di strumento musicale. E’ evidente che la nuova norma voluta dal Ministro Gelmini interviene non per fornire un’interpretazione autentica della trasformazione delle graduatorie da permanenti ad esaurimento su cui il Parlamento ha il diritto-dovere a pronunciarsi (e si è pronunciato nei termini della liceità del trasferimento a pettine in altre graduatorie e del diritto alla mobilità), ma per influire sugli esiti dei processi in corso e per annullare il potere decisorio del giudice. L’Amministrazione, infatti, invece di eseguire i dispositivi della magistratura che è chiamata a interpretare la normativa, nonché ad adempiere ai precetti del commissario ad acta, a spese del privato cittadino si è sottratta con arroganza alla giustizia, di cui dovrebbe essere garante imparziale, grazie all’approvazione di una norma che per i giudici è palesemente contraria ai principi e ai valori della nostra Costituzione come richiamato dagli avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli. Tutti i cittadini, infatti, sono uguali davanti alla legge. Ora attendiamo, con serenità e profonda fiducia nell’operato della giustizia, il parere del Giudice delle Leggi per mettere la parole fine a una maldestra e incompetente gestione delle graduatorie dei precari e per riportare quell’equilibrio violato tra i poteri dello Stato più volte richiamato dal Presidente Napolitano. Alla fine, siamo certi, che saranno riconosciuti i diritti dei ricorrenti alla stipula dei contratti di nomina a tempo determinato e indeterminato secondo il merito di ciascuno e la determinazione della provincia scelta.





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