Pensionamenti inferiori al previsto: che ne sarà dei precari?
Data: Lunedì, 01 febbraio 2010 ore 20:01:30 CET
Argomento: Opinioni


Ci sono alcune notizie che fanno trepidare, sul tipo di quella lanciata dal senatore Valditara quest’autunno che proponeva una legge per anticipare il pensionamento agli insegnati cui mancassero due anni per raggiungere i 40 fatidici di contributi. A suffragare questo suo disegno di legge diceva che sarebbe stato importante approvarlo da parte della maggioranza al governo per sistemare i tanti precari che, per le forti contrazioni di ore nella secondaria di primo e secondo grado, per il maestro unico e la riforma Gelmini si sarebbero trovati disoccupati da un momento all’altro. Una proposta a cui tantissimi docenti anziani si erano aggrappati per togliersi dai piedi, finalmente, e dare spazio ai non più giovani, purtroppo, colleghi precari sempre in attesa che qualcuno si alzi da un momento all’altro per prenderne il posto, come nelle sale di attesa. E invece quella proposta svanì tra le brume delle parole cui ormai siamo abituati, anzi assuefatti come gli oppiomani. Tuttavia col tempo, che come è noto è galantuomo, il nodo è arrivato al pettine della contabilità e si incomincia a dire che le richieste di pensionamento per quest’anno sono inferiori al previsto, raggiungendo un massimo di 20 mila unità circa tra i docenti e di 9 mila circa fra gli Ata. Il Miur da par suo, paventando una qualche imprevista diminuzione e per contenere le contestazioni, ha messo in essere una legge che obbliga, nel triennio 2010/12, l’esodo coatto di chi ha raggiunto i 40 anni di contribuiti compresi i riscatti. Ma nonostante questa uscita strategica i numeri non tornano e a farli con un certa logica ci ha pensato Italia Oggi per la quale ci sarebbe una considerevole contrazione dei posti disponibili per le immissioni in ruolo, a causa proprio del mancato esodo. Il motivo più importante è legato alla legge del 24 dicembre 2007, quella che il Governo Prodi fece passare, nonostante le sofferenza di alcuni suoi alleati, sulla più restrittiva legge Maroni e che prevede le famose quote annuali ma che per i nati per esempio nel 1952 diventa una sorta di inseguimento verso il nulla, perché se si raggiunge l’età contributiva sfugge quella anagrafica e così via. Il quotidiano fa rilevare che il pensionamento anticipato, prima cioè dei 40 anni, ha riguardato il 50% delle richieste e che venendo a mancare questa valvola di sfogo si è creta la falla, o meglio il tappo. Tappo che ai precari impedisce di raggiungere la meta sognata e agognata, mentre altrettanti migliaia di docenti vengono bloccati dentro l’opposto imbuto in attesa che le quote si adempiano. Per questo ci rivolgiamo al senatore Valditara, propugnatore della suddetta interessante proposta che però i suoi colleghi della commissione bilancio cassarono: non può lei, senatore, dare un colpo alla botte che al cerchio ci pensano i precari e i colleghi sul ciglio della pensione? PASQUALE ALMIRANTE





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-19758.html