ZAIA(Lega):libri e zappa.Obbligo agli studenti un'attività manuale come nella Cina di Mao
Data: Giovedì, 28 gennaio 2010 ore 15:20:43 CET
Argomento: Opinioni


Brunetta vuole una legge per mandare i figli da casa appena superano i 18 anni; un deputato Pdl chiede di non leggere la versione integrale del Diario di Ann Frank perché turba le bambine; la ministra minaccia di sanzioni la preside che per vari motivi, che non spetta a me giudicare, si astiene dal minuto di silenzio per i soldati morti in Afganistan; altri parlamentari, sempre Pdl, chiedono, e sempre per legge, di tirare diritto sulle legittime aspettative dei ragazzi di altre religioni; altri ancora dello stesso schieramento di partito chiedono normative e verifiche sui libri che i docenti adottano in omaggio alla libertà di insegnamento; viene imposto il tetto del 30% di presenza in classe dei bambini extracomunitari, saltando l’autonomia delle scuola; e cos’altro ancora? Sembra proprio che quel famoso liberalismo e quell’antistatalismo che è stato il cavallo di battaglia del centro destra si stia sperdendo tra le brume del Po, tra una ampolla e l’altra. E sembra pure che il dibattito democratico e libero sulle grandi questioni della scuola sia stato versato sulle acque del fiume nordista che fra l’altro pare stia diventando sempre più limaccioso, inquinato e percorso da pesci non autoctoni. Ora si ci mette il ministro Zaia che sarà competente di cose agricole ma di scuola temo un po’ meno. “Propongo pertanto che nel pacchetto dei crediti formativi, già nelle Superiori, ci sia anche l'obbligatorietà di svolgere qualche attività manuale'', dice a Rete veneta, e poi aggiunge, “'Incontro studenti da 110 e lode che non hanno mai lavorato e che all'età di 25, 26, perfino 30 anni, vengono accompagnati dalla mamma alla ricerca di un lavoro. So che il parlamentare Cazzola del Pdl ha proposto uno stage in azienda per chi, all'ultimo anno delle superiori, desidera farlo. Sono perfettamente d'accordo con lui. Bisogna recuperare la figura dello studente lavoratore.” Ha dimenticato di dire che la Stato garantisce la fornitura della zappa o della falce, se decide per la campagna, mentre la pinza o il martello se decide per l’industria. Ma ha pure dimenticato di ricordare che queste teorie erano propugnati dalla Cina in tempi di rivoluzione culturale, quando il pensiero del presidente Mao Tse-tung furoreggiava. In Cina infatti, all’epoca, gli studenti erano costretti ai campi di lavoro, un po’ come vorrebbe fare il ministro Zaia che con ogni probabilità vede nel suo leader, Bossi, una nuova fonte di ispirazione politica e filosofica per pubblicare, non certo il libretto rosso, ma un nuovo libretto verde coi suoi pensieri. PASQUALE ALMIRANTE





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