Il 23 gennaio la ministra si sposa: auguri
Data: Giovedì, 21 gennaio 2010 ore 23:00:00 CET
Argomento: Comunicati


Mi appare singolare che la ministra Gelmini, vigorosa sostenitrice delle tradizioni e delle radici cristiane, dell’insegnamento della religione cattolica, del crocefisso nelle aule, cattolica osservante, sostenitrice del family day e avversa, come il Vaticano, al testamento biologico si sposi con rito civile. Era l’unica via possibile, si dirà, perché il fidanzato, un imprenditore immobiliare bergamasco, è stato già sposato e ha pure una figlia, Rachele, di 12 anni. E non solo, ma si sta sposando in stato interessante dichiarando al mondo che il matrimonio è stato felicemente consumato ancor prima della sua ufficializzazione. Se si rispettassero le tradizioni però  si dovrebbe dire che lei ne sta infrangendo un bel po’: non ha il velo bianco, non riceve un sacramento, si sposa con un divorziato contro cui la Chiesa cattolica ha conti in sospeso. Sicuramente non voglio fare la morale, né mi interessa come e con chi si sposa e neanche il modo: nulla di nulla, convito come sono delle libertà civili e delle garanzie costituzionali di ogni cittadino. Ciò che disturba sono le prediche e i rimbrotti strumentali o le accuse per accreditarsi agli occhi dei cattolici, come avvenne per il caso di Eluana Englaro. Sono le minacce di sanzioni contro quella preside che si astenne dal minuto di silenzio in memoria dei caduti in Afganistan; sono le invettive contro quei docenti che per rispettare i bambini islamici non fanno il presepe; sono le grida allo scandalo se ci si dimentica o non si vuole mettere il crocefisso nelle aule per una serie di motivi; e si potrebbe continuare. Se si declama la libertà di coscienza la si lasci a tutti, smettendola finalmente di stabilire tutto per legge e per decreto, compresa quella interpellanza per evitare di leggere in classe il diario di Anna Frank che nella edizione integrale porta la descrizione delle parti intime che potrebbero, dice il leghista, turbare le bambine. E allora signora ministra personalmente le auguro felicità, prosperità, fortuna, carriera e soprattutto figli maschi che nella tradizione contadina siciliana vogliono dire  “provvidenza”. Se crescendo però fossero di partito politico opposto al suo sarei io più felice: ma solo per il piacere di vedere sobillata una tradizione.

Pasquale Almirante

 







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