PROGRAMMA ANNUALE 2010 OSSERVAZIONI PROPOSTE E CHIARIMENTO DELL’ASA DEL LAZIO
Data: Giovedì, 21 gennaio 2010 ore 22:47:04 CET
Argomento: Normativa Utile


OSSERVAZIONI E RICHIESTE DI CHIARIMENTO
Sul finanziamento delle spese per le supplenze brevi (e delle ore eccedenti), per il funzionamento e per gli esami di Stato
La porzione di finanziamento di cui ogni scuola può disporre per le spese relative alle sup-plenze brevi, per il funzionamento e per gli esami di Stato è gravemente insufficiente e ir-ragionevole anche in considerazione del fatto che una quota minima di fondi va comunque destinata al funzionamento quotidiano delle scuole. Solo a titolo di esempio si riportano alcuni casi concreti (Tabella 1).
Dai dati della Tabella 1 si evince chiaramente che le scuole possono coprire le spese per supplenze per una parte modesta dell’anno 2010. Appare dunque indispensabile che l’Amministrazione fornisca indicazioni chiare sulla possibilità di sconfinare rispetto ai fondi garantiti, anche perché molte scuole non dispongono ormai di alcuna giacenza di cassa che consenta di sostenere, sia pure per un tempo limitato, le spese eventualmente non finanziate.
Il rischio concreto che si corre è quello di provocare una delle seguenti conseguenze, en-trambe perniciose:

  1. Che le scuole interrompano, più o meno bruscamente, la sostituzione dei docenti assenti con la conseguente lesione del diritto all’istruzione degli alunni;
  2. Oppure che le scuole continuino a nominare i docenti supplenti, accendendo a cari-co della DGPFB crediti anche consistenti che provocheranno un ulteriore aumento dei residui attivi e il contemporaneo rischio di contenzioso con i supplenti cui non fosse corrisposta la remunerazione dovuta. Questa seconda ipotesi si è già verifica-

 

ta, ad esempio, nel 2008 ed i relativi crediti nei confronti della DGPFB sono ancora pendenti.

Sul richiamo al tasso di assenteismo medio nazionale per tipologia di scuola e sulla “effettiva inderogabilità” del ricorso alle supplenze
Dalla stessa tabella 1 si rileva anche che nessuna scuola del campione è in grado di copri-re interamente il proprio fabbisogno per le supplenze 2010. Ciò vuol dire che l’eventualità di dover ricorrere ad ulteriori risorse non è affatto eccezionale. Lo sconfinamento riguarde-rà praticamente tutte le scuole, indipendentemente dal tasso di assenza dei docenti, co-sicché il richiamo al tasso di assenza medio nazionale appare incomprensibile. Da questo punto di vista l’effettiva inderogabilità del fabbisogno è già attestata dai dati di cui il Mini-stero dispone.
Si chiede:

  1. A chi spetta il compito di effettuare la verifica dell’effettiva inderogabilità?
  2. Come deve comportarsi una scuola che non abbia giacenze di cassa nei confronti del personale supplente da assumere?
  3. Fino a quale limite è assicurata l’attribuzione di ulteriori risorse?
  4. In base a quali criteri una supplenza può essere definita “inderogabile”?
  5. Le ore eccedenti dove si situano? Fanno parte del budget delle supplenze? In base a quali criteri un’ora eccedente può essere definita “inderogabile”?

Sulla riduzione del 25% della spesa per i contratti dei servizi di pulizia (“appalti sto-rici”)
Le prime questioni che si pongono sono le seguenti.

  1. Chi e come deve dare comunicazione alla società affidataria del servizio? Se devo-no farlo le scuole, con quale procedura e facendo riferimento a quali fonti normati-ve?
  2. Come devono essere gestiti eventuali azioni giudiziali promosse dalla ditta di puli-zie?
  3. Come deve essere rinegoziato il contratto di servizio e cosa accade se l’importo contrattuale, così ridotto, non è sufficiente ad assicurare il livello minimo di pulizia degli ambienti?
  4. Cosa accade in caso di rescissione del contratto da parte della ditta di pulizie?

Si tratta di domande che devono trovare risposta in tempi brevissimi perché nel frattempo le ditte continuano ad intervenire nelle nostre scuole rispettando le condizioni previste dal contratto senza alcuna riduzione del servizio.
La riduzione secca del 25% dell’importo contrattuale annuale crea inoltre una grave dispa-rità tra le scuole. Dato per scontato che tale riduzione comporterà per tutte le scuole l’eliminazione delle lavorazioni straordinarie, peraltro indispensabili in alcune circostanze (sgrossi periodici, bonifiche e pulizie da effettuare in seguito a lavori di manutenzione, ecc) e il contemporaneo abbassamento della qualità del servizio ordinario, tale ulteriore ridu-zione si riverbera in modo molto diverso in ciascuna istituzione scolastica. Abbiamo stima-to un’oscillazione che va dal 5% al 25%, in meno, dell’importo che ogni scuola potrà desti-nare al servizio ordinario giornaliero (le cosiddette “lavorazioni a canone”). In altri termini, mentre in alcune scuole la riduzione del 25% del servizio potrebbe essere contenuta poco al di sotto dei minimi, in altre i livelli di pulizia e di igiene rischiano di scadere ben al di sot-to dell’accettabilità. Ciò appare chiaramente anche soltanto rapportando l’importo contrat-tuale di ogni scuola con le superfici da pulire (Tabella 2). Essendo infatti uguale per tutti il prezzo unitario del servizio che va corrisposto alla ditta, ne consegue che alcune scuole hanno un margine molto maggiore di altre (l’oscillazione arriva fino al 40% in più o in me-no).
Occorrerebbe operare una ridefinizione degli importi che, a contratti attuativi già firmati, appare molto problematica da attuare.
Sull’avanzo di amministrazione presunto
La nota 9537 suggerisce di quantificare l’avanzo di amministrazione da programmare per l’esercizio finanziario 2010, in aggiunta al finanziamento assegnato dalla stessa nota, nell’entità pari al fondo cassa al netto dei residui passivi, senza tener conto dei residui atti-vi. Ma, in molti casi, l’avanzo di amministrazione così quantificato risulta negativo. Durante il recente seminario Asal del 14 gennaio 2010, alla presenza di circa 400 scuole, tale cir-costanza è stata testimoniata da più della metà di esse.
E’ evidente che in questo caso si rischia di operare in modo improprio, a meno ché non si ipotizzi di compensare tale disavanzo riducendo l’importo assegnato alla scuola di una quota di pari entità. Una tale operazione sarebbe del tutto impraticabile dal momento che ridurrebbe ulteriormente un finanziamento già gravemente insufficiente.
Per quanto riguarda, in particolare, l’indicazione di non programmare i residui attivi per il 2010 inserendoli nell’aggregato Z come “disponibilità da programmare” si segnalano le seguenti gravi conseguenze:

  1. Le scuole che hanno un fondo cassa inferiore ai residui passivi si troverebbero nella situazione paradossale di risultare in deficit pur avendo crediti nei confronti della propria amministrazione.
  2. Una quota consistente dei residui attivi riguarda le spese per supplenze degli anni 2007 e 2008 per le quali la stessa DGPFB ne dispose la registrazione1, in attesa della loro liquidazione. Analogamente molte scuole attendono il saldo delle spese per supplenze del 2009 la cui consistenza è stata regolarmente trasmessa al mini-stero tramite le funzioni di rilevazione degli oneri presenti sul portale SIDI.
  3. La quasi totalità dei residui attivi delle scuole ha generato nel tempo consistenti an-ticipazioni di cassa utilizzando somme destinate ad altri scopi, nell’intento di non la-sciare senza stipendio il personale supplente. Ma è chiaro che, qualora si riscon-trasse l’insolvenza di codesto Ministero, nessuna scuola potrà più pagare i supplen-ti con anticipazioni di cassa limitandosi a chiamare i supplenti entro il limite, irragio-nevolmente basso, coperto dalla nota 9537. L’unica altra alternativa è quella di non pagare le spettanze del personale supplente fino all’eventuale ulteriore stanziamen-to.

Sulle voci di spesa non citate nella mail
Si richiedono chiarimenti sulle seguenti voci di spesa che non sono affatto citate nella nota 9537:

  1. Compensi e missioni ai revisori dei conti;
  2. Indennità di funzioni superiori;
  3. Contributo per il pagamento della linea dati ADSL già del Miur (480 €/anno come da nota n. 446 del 9/2/2007 e seguenti);
  4. Terza area (Istituti professionali)
  5. Finanziamenti ex lege 440/1997.

CONCLUSIONI E PROPOSTE
Le osservazioni fin qui esposte delineano un quadro finanziario molto critico che conferma le preoccupazioni che l’Asal ha più volte espresso. Se le politiche finanziarie fin qui seguite
1 Si veda, ad esempio la nota n. 186 del 27/2/2008 della DGPFB sul Conto consuntivo 2007 che impartiva precise disposizione per la “determinazione del residuo attivo scaturente dai finanziamenti disposti dalla DGPFB” ed, in base alla quale, le scuole avevano conteggiato i loro residui attivi.
non dovessero essere energicamente corrette, si corre il rischio di far degradare il servizio pubblico di istruzione a livelli molto più bassi di quelli attuali. A ciò si aggiunge il rischio di provocare una sperequazione crescente tra le scuole in conseguenza delle diverse situa-zioni socio-economiche in cui si trovano, contravvenendo al dettato costituzionale che im-pone allo Stato di garantire a tutti un servizio di istruzione pubblico in grado di offrire pari opportunità formative.
Nell’esprimere tali preoccupazioni l’Asal avanza le seguenti proposte immediate:
1) Fornire indicazioni urgenti a quelle scuole per le quali, una volta inseriti i residui atti-vi nell’aggregato Z, risulti un disavanzo e a quelle che stimino già da ora di non ave-re la copertura finanziaria dei contratti di supplenza in essere o che esauriranno le risorse nei primi mesi dell’anno;
2) Utilizzare, invece del tasso di assenza medio, il fabbisogno di ciascuna scuola rela-tivo al 2009.
3) Destinare una somma maggiore alle scuole primarie che hanno anche la scuola dell’infanzia.
4) Porre a carico del MEF le supplenze che non hanno nulla a che vedere con le as-senze brevi e saltuarie e che rendono le spese delle scuole non comparabili né tra loro né con il tasso di assenza medio. Tra queste indichiamo:
a. I congedi parentali facoltativi;
b. Le assenze per gravi patologie;
c. Le assenze sistematiche dei beneficiari della legge 104/1992 per se stessi o per un familiare;
d. Le assenze per motivi di studio (150 ore).
e. Gli altri istituti contrattuali e fattispecie simili a quelle fin qui elencate.
5) Reperire a breve almeno i fondi necessari per il pagamento dei crediti contratti dalla DGPFB negli anni 2007, 2008 e 2009.
6) Rendere chiari e conosciuti a tutti i criteri e i parametri per la determinazione del fi-nanziamento spettante a ciascuna istituzione scolastica come previsto dall’art.1, comma 601, della legge 296/2006.
7) Stabilire le modalità per l’effettuazione delle attività alternative all’insegnamento del-la Religione Cattolica.

IL PRESIDENTE
Paolo Mazzoli







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