Al Marconi convegno sul II ciclo e segnatamente sull’istruzione scientifica. Rischio tagli ma riforma necessaria
Data: Domenica, 17 gennaio 2010 ore 19:58:06 CET
Argomento: Rassegna stampa


Alessandra Belfiore sul quotidiano "La Sicilia" di ieri (16 gennaio) fa il resoconto del convegno tenutosi all’ITI "Marconi" - dal titolo "La riforma del II ciclo. Attese e timori". (da www.lasicilia.it)

(foto D'agata)

 

 

Renato G. Bonaccorso

r.bonaccorso@cannizzaroct.it

 

 

 

 

"L’ottimismo è il profumo della vita", diceva il noto "poeta" Tonino Guerra. E’ questo lo spirito che sembrava aleggiare ieri pomeriggio tra i relatori del convegno - organizzato dal bimestrale Scuolainsieme, all’ITI "Marconi" - dal titolo "La riforma del II ciclo. Attese e timori". L’incontro ha centrato l’attenzione sul tema scottante della riforma dell’istruzione secondaria di II grado e dell’istruzione tecnico-professionale, in particolare. Quella che a molti appare la più urgente.

C’è chi da giorni non esita a parlare di svolta epocale, come il prof. Giovanni Zen, intervenuto ieri pomeriggio in qualità di massimo esperto sul campo del riordino dei tecnici. Il punto riaffermato da tutti a gran voce è la rivalutazione dell’istruzione tecnico-scientifica che da anni, da secoli addirittura, è protagonista di una lotta senza quartiere nei confronti delle discipline umanistiche. "Siamo al 38° tentativo di riforma del II ciclo, da Gentile in poi - spiega il prof. Zen -. Abbiamo finalmente ottenuto la possibilità di ripensare l’offerta formativa, spostando il fulcro della nostra attenzione sulla questione dell’apprendimento e sulla centralità dell’alunno". Parole d’ordine che da anni la fanno da padrone negli ambienti e nelle istituzioni scolastiche. "Il compito di rimodulazione effettiva dell’offerta formativa, e il bagaglio delle effettive competenze acquisite da ciascun allievo, mirerà all’inserimento dei ragazzi nel mondo del lavoro. Un mondo del lavoro che chiede di scommettere e mettersi in gioco, abbandonando la logica del posto fisso".

E a proposito di posto fisso, sempre più distante, impossibile non legare l’argomento della riforma dell’istruzione secondaria ai tagli annunciati e già attuati, che si incrociano a doppio filo, direttamente o indirettamente, con lo già scottante problema del precariato. La riforma prevede, infatti, una riduzione dell’orario settimanale da 35 a 32 ore e la scomparsa vera e propria di alcune discipline, come ad esempio Trattamento testi, per alcune scuole tecniche. "E’ chiaro che 4 ore in meno settimanali, moltiplicate per ogni classe di ogni istituto, avranno delle palpabili conseguenze sull’impiego, così come la sparizione di alcuni insegnamenti - spiega il direttore dell’ufficio scolastico regionale, Guido Di Stefano - Comunque, non condivido il fatto di valutare una riforma soltanto in base alle ricadute che avrà sui posti di lavoro. Un riordino era, comunque, necessario e il Ministero deve compiere delle scelte in base alle risorse e al tetto di spesa disponibile. Le risorse, in questo momento, mancano e su questo è necessario regolarsi". "Tuttavia - chiarisce immediatamente Alberto Felice De Toni, presidente della Commissione per lo sviluppo dell’istruzione tecnica e professionale - chi ha concepito la riforma in sé e per sé non c’entra nulla con la decisione dei tagli alle risorse". La riforma vera e propria non partirà a settembre. Dal 1° settembre, per le classi prime, ci sarà l’avvio del percorso. Gli anni scolastici saranno organizzati non più in biennio e triennio, ma in 2+2+1. "E non è casuale - spiega ancora De Toni - Chissà che fra 10 anni non si decida di tagliare anche l’ultimo anno, giungendo, secondo il modello europeo, a un percorso formativo di 12 anni non più di 13". Ancora molti i punti da chiarire. Non resta che aspettare l’avvio del prossimo anno scolastico.

ALESSANDRA BELFIORE (da www.lasicilia.it)







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