L'Ufficio
Scolastico Regionale ha deciso che le prove scritte del concorso a preside
annullato devono essere rifatte e ne ha inviato comunicazione a tutti coloro che
hanno sostenuto le prove nel 2006, a prescindere dal giudizio che la precedente
commissione aveva assegnato agli elaborati. L'Ufficio Scolastico
Regionale si è però cautelato ed ha inserito, in calce alla comunicazione, una
nota che ... (da
www.lasicilia.it)
Renato G. Bonaccorso
r.bonaccorso@cannizzaroct.it
I candidati che hanno fatto gli scritti nel 2006 del concorso
a preside, a Catania oltre 300, stanno ricevendo in
questi giorni una raccomandata dalla direzione scolastica
regionale nella quale vengono avvertiti del rifacimento
delle prove scritte, a seguito dell’annullamento
del concorso precedente. Questa notifica viene evidentemente
accolta con un umore diverso, a seconda
dell’esito fausto o infausto conseguito nella correzione
e nella vicenda concorsuale precedente. In sintesi, i
candidati, presenti nelle prove scritte del 2006, vengono
ammessi a sostenere nuovamente dette prove scritte,
a prescindere dal giudizio favorevole o negativo attribuito
dalla precedente commissione esaminatrice.
C’è da dire che Guido Di Stefano, direttore generale dell’Ufficio
scolastico regionale, forse prevedendo ulteriori
ricorsi agli organi giudiziari da parte dei candidati, ha
concluso la raccomandata asserendo che la sua nota
’sarà soggetta a modifica qualora intervenga provvedimento
di sospensione dell’esecuzione dei giudicati’.
Quest’ultimo punto non è stato ben digerito dai circa
1000 docenti, che sono stati bocciati alle prove concorsuali,
ma successivamente ’promossi’ dal Cga, che ha
stabilito, erga omnes, di rinnovare le prove concorsuali.
Ovviamente, dai vari incontri organizzati dal comitato
dei 426 presidi, con deputati, sindacati, con il presidente
della Regione, si evince che non intendono rassegnarsi
a questa situazione, soprattutto a una eventuale
ripetizione del concorso. Hanno proposto ricorso in
opposizione allo stesso Cga che lo tratterà a febbraio, e
inoltre hanno impugnato presso il Tar di Palermo il decreto
del direttore Di Stefano che l’8 gennaio aveva disposto,
oltre all’annullamento degli esiti precedenti, il
rifacimento delle prove scritte: su questa richiesta il Tar
dovrebbe pronunciarsi entro la fine mese.
Ci risulta che sull’altro fronte i concorrenti che avevano
denunciato numerose illegittimità, che tanto scalpore
hanno suscitato a livello nazionale, si costituiranno
in ambedue le sedi giurisdizionali per ribadire la cancellazione
della precedente tornata concorsuale. Certo, ci
sembra abbastanza duro richiedere ai docenti, che ritenevano
di avere superato con merito le prove di un concorso,
di sottoporsi nuovamente a due prove scritte;
tuttavia, tenuto conto di quanto sentenziato dal massimo
organo di giustizia amministrativa, ci sembra che il
rifacimento delle prove scritte tagli la testa al toro.
D’altra parte, le persone preparate non avranno alcuna
difficoltà a dimostrare la qualità e la cultura pedagogica
e organizzativa posseduta. Fermo restando che, in un
momento successivo, potranno essere intrapresi eventuali
correttivi e rimedi per chi sarà rimasto tagliato fuori
dal rifacimento del concorso. Tra l’altro, non si può
sottacere che i candidati, i quali hanno ottenuto le sentenze
di annullamento e la rinnovazione del concorso,
chiedano in una situazione di par condicio il rispetto
delle regole proprie di un Stato di diritto e , in primis,
l’ottemperanza alle sentenze della magistratura.
MARIO CASTRO (da
www.lasicilia.it)