Il fenomeno del bullismo nelle scuole
Data: Venerdì, 08 gennaio 2010 ore 21:00:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


Il disagio dei docenti catanesi nei confronti del fenomeno dilagante del bullismo nelle scuole.

E' giunto il momento di passare dalle parole ai fatti e, per questo, i docenti chiedono una maggiore collaborazione da parte di esperti e psicologi per cercare di recuperare gli studenti ad un comportamento civile. (da www.lasicilia.it)

 

Prof. Renato G. Bonaccorso

r.bonaccorso@cannizzaroct.it

 

I docenti catanesi si sentono «soli di fronte alla piaga dilagante del bullismo». Non bastano gli incontri, serve «una maggiore collaborazione da parte di esperti e psicologi dei servizi sanitari del territorio che ci affianchino in un percorso di recupero dell’adolescente bullo e dell’adolescente vittima». Manca, insomma, «un adeguato riconoscimento sociale e il supporto necessario in termini di risorse finanziarie e di lavoro di rete». A distanza di due mesi, e dopo l’ennesimo episodio di criminalità minorile che ha avuto come vittima un minorenne aggredito e picchiato dal "branco" alla ricerca di soldi e "fumo", torniamo a parlare dei cosiddetti "Circoli di qualità", messi su nelle scuole dall’Ufficio scolastico provinciale su input di quello regionale, per avviare un programma di formazione che aiuti i teenager bulli. Si tratta in pratica di un osservatorio permanente in 4 scuole capofila: l’istituto magistrale statale Lombardo Radice, la scuola media Dante Alighieri, il circolo didattico Pizzigoni e l’istituto comprensivo De Amicis di Tremestieri. Bene, dopo 2 mesi di incontri il Csa di Catania, a cura della dottoressa Angela Rapicavoli, referente provinciale del progetto, ha stilato una relazione che tiene conto della partecipazione alle attività. Ed è proprio da questa relazione che è emerso il disagio di una parte di docenti. «Spesso il bullismo è confuso con generici comportamenti devianti e/o veri e propri reati - spiega la dottoressa Rapicavoli -. Molti docenti (che agli incontri hanno partecipato insieme a dirigenti scolastici, rappresentanti dei genitori e personale ata, ndr.) hanno infatti espresso il desiderio di non essere lasciati soli nella gestione di situazioni problematiche che spesso esulano dall’apprendimento, ma che tuttavia ne condizionano l’esito». Lo scollamento diffuso tra alcuni dirigenti scolastici e il personale docente, o tra questi ultimi e le famiglie degli studenti, esasperano il malessere e il senso di minaccia e di solitudine di cui è investito il sistema scolastico. Durante il corso che s’è svolto al Lombardo Radice, che prevedeva la partecipazione degli istituti superiori, la presenza è stata molto bassa. «La scarsa collaborazione e l’assenza dei dirigenti scolastici, dei rappresentanti dei genitori e degli alunni hanno contribuito a determinare nei docenti il vissuto di essere lasciati soli nell’affrontare situazioni problematiche - dice la Rapicavoli -. Sono emerse stanchezza, sfiducia e demotivazione. Negli incontri di gruppo i docenti hanno dato voce al disagio che deriva dall’instabilità del posto di lavoro, dall’insufficiente e discontinuo coinvolgimento dei servizi sanitari del territorio». Tali problematiche sono apparse come predominanti rispetto alla percezione del bullismo. «Per due volte sono state descritte situazioni in cui la vittima era un rappresentante Ata o un docente in balia di classi ingestibili e non adeguatamente supportato dal dirigente scolastico». Di recente è stato inviato a tutte le scuole siciliane un questionario che presto sarà compilato e consegnato ai Csa. I risultati saranno resi noti nel corso di un convegno che si terrà tra febbraio e marzo prossimi. Viene chiesto se nella scuola è stato costituito il "circolo di qualità"; se sono state messe in atto azioni volte a prevenire e contrastare i fenomeni di bullismo; quali metodologie sono state utilizzate a livello di scuola e di rete per contrastare le azioni bullistiche degli alunni; se sono state coinvolte le famiglie in caso di bullismo; quali modalità ha individuato la scuola per pubblicizzare la funzione del circolo di qualità dentro e fuori l’istituzione scolastica.

VITTORIO ROMANO (da www.lasicilia.it)
 







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