A
seguito dei rilievi del Consiglio di Stato, l'attuazione della riforma delle
scuole superiori sembra essersi arenata.
In questo clima di incertezza, in
attesa che il Ministero trovi una soluzione, sembra destinata a slittare al 31
marzo la scadenza per le iscrizioni. (dal sito www.lasicilia.it)
Prof. Renato G. Bonaccorso
r.bonaccorso@cannizzaroct.it
CATANIA. Basta provare a chiamare
al telefono le segreterie dei Licei
Scientifici o degli Istituti tecnici
per capire che aria tira, quanta ansia,
quante domande, quanti dubbi:
sono perennemente occupati,
così come, del resto, sono presi
quasi d’assalto questi uffici delle
scuole che dovrebbero essere in
grado di dare risposte che oggi,
nella maggior parte dei casi. Risposte
ai genitori che vorrebbero
iscrivere i figli al prossimo anno
scolastico e sapere quali indirizzi
ci saranno, quale specializzazioni,
quali, eventuali, novità e quali
tagli. Il tutto legato alla Riforma
Gelmini, che molti chiamano, più
che altro, riordino e tanti altri bollano,
seccamente, come un taglio
brutale sic et simpliciter, l’escamotage
per risparmiare, insomma,
anche sul fronte dell’istruzione.
A frenare il piano Gelmini non
erano riusciti gli scioperi e le proteste
degli insegnanti e del personale
Ata, ma c’è riuscito il Consiglio
di Stato, che ha esaminato i regolamenti
che riscrivono gli assetti
di licei e istituti tecnico-professionali,
formulando una serie
di osservazioni critiche. In pratica
ha imposto al ministero uno stop,
chiedendo di ritoccare i regolamenti
di riforma. Prima conseguenza
il rinvio della scadenza
delle iscrizioni dal 31 gennaio al
28 febbraio. Ora si ventina l’ipotesi
di arrivare ad un altro rinvio, sino
al 31 marzo. Per dare tempo alla
Gelmini di rispondere al Consiglio
di Stato e alle scuole di organizzarsi
e di dare informazioni
precise alle famiglie. Ma che cosa
può accadere? La rivoluzione tocca
soprattutto i licei scientifici,
perché rischiano di sparire tutte le
sperimentazioni che avevano arricchito
negli ultimi anni l’offerta
formativa. All’ultimo vertice di Napoli
con i responsabili della cabina
di regia messa all’opera dal ministero,
c’era in rappresentanza degli
Scientifici della provincia di Catania
la giovane preside del Galileo
Galilei, una delle scuole più avanti
nella sperimentazione. Spiega
la dirigente, Gabriella Chisari: «Abbiamo
avuto una serie di indicazioni
su come muoverci in questa
fase di transizione e in attesa che
decolli questo progetto del ministero,
intanto ci stiamo organizzando
per dare noi risposte quanto
più precise possibili alle famiglie
che vogliono iscrivere i loro figli.
Di sicuro è che ci sarà questo
azzeramento delle sperimentazioni,
ma le scuole potranno intervenire
utilizzando con la quota di
flessibilità. Così, per esempio, sarà
possibile per un liceo inserire ancora
la seconda lingua straniera o
della fisica al primo anno del Pni,
procedendo poi all’aggiustamento
dei quadri orari».
Da Siracusa, invece, il preside
dello Scientifico "Corbino", Enzo
Papa, spiega: «Ci sono tante questioni
aperte, a partire dal fatto
che non si è ancora capito chi dovrà
fare le scelte sugli indirizzi da
salvare, se toccherà al collegio docenti,
al Consiglio di istituto o alla
direzione regionale scolastica. E
se dovesse essere adottata la scelta
tecnologica, ci troveremmo di
fronte a professori di italiano e latino
che salteranno certamente».
Mille domande, poche risposte,
dunque. Annaspano le famiglie
che vorrebbero affrontare subito il
problema del futuro dei loro figli,
per lo meno di quello scolastico.
Secondo il preside dell’Iti Cannizzaro
di Catania, però, la riforma
va vista anche negli aspetti positivi:
«C’è finalmente una semplificazione,
mancata sino a oggi. Da noi
stiamo già lavorando per spiegare
alle famiglie che cosa cambierà,
la trasformazione degli indirizzi
separati di elettronica e meccanica
in meccatronica. E per i Tecnici
anche il timore di vedere perdute
specializzazioni quasi elitarie,
penso all’indirizzo di Enologia negli
Agrari, potrà essere superata
grazie alla quota di flessibilità che
potrà raggiungere anche il 55%».
Quel che si perderà, in sostanza,
anche se non subito, potrà essere
recuperata nel tempo. Ne è convinto
anche il preside dell’Iti Fermi
di Siracusa, il prof. Orazio Vinci:
«C’è il problema dell’indirizzo di
tecnologia alimentare che si rischia
di perdere all’inizio della
riforma, ma nel giro di un paio di
anni si potrà recuperare attraverso
una diversa modulazione».
Per il momento, dunque, fase
di stand by, mentre la Gelmini
prepara la sua risposta al Consiglio
di Stato e le scuole le loro alle famiglie
italiane. Chi sarà più convincente?
ANDREA LODATO (da www.lasicilia.it)