Le iscrizioni al nuovo anno potrebbero slittare addirittura al 31 marzo aspettando il sì o il no alla riforma
Data: Venerdì, 08 gennaio 2010 ore 18:29:58 CET
Argomento: Rassegna stampa


A seguito dei rilievi del Consiglio di Stato, l'attuazione della riforma delle scuole superiori sembra essersi arenata.

In questo clima di incertezza, in attesa che il Ministero trovi una soluzione, sembra destinata a slittare al 31 marzo la scadenza per le iscrizioni. (dal sito www.lasicilia.it)

Prof. Renato G. Bonaccorso

r.bonaccorso@cannizzaroct.it

CATANIA. Basta provare a chiamare al telefono le segreterie dei Licei Scientifici o degli Istituti tecnici per capire che aria tira, quanta ansia, quante domande, quanti dubbi: sono perennemente occupati, così come, del resto, sono presi quasi d’assalto questi uffici delle scuole che dovrebbero essere in grado di dare risposte che oggi, nella maggior parte dei casi. Risposte ai genitori che vorrebbero iscrivere i figli al prossimo anno scolastico e sapere quali indirizzi ci saranno, quale specializzazioni, quali, eventuali, novità e quali tagli. Il tutto legato alla Riforma Gelmini, che molti chiamano, più che altro, riordino e tanti altri bollano, seccamente, come un taglio brutale sic et simpliciter, l’escamotage per risparmiare, insomma, anche sul fronte dell’istruzione. A frenare il piano Gelmini non erano riusciti gli scioperi e le proteste degli insegnanti e del personale Ata, ma c’è riuscito il Consiglio di Stato, che ha esaminato i regolamenti che riscrivono gli assetti di licei e istituti tecnico-professionali, formulando una serie di osservazioni critiche. In pratica ha imposto al ministero uno stop, chiedendo di ritoccare i regolamenti di riforma. Prima conseguenza il rinvio della scadenza delle iscrizioni dal 31 gennaio al 28 febbraio. Ora si ventina l’ipotesi di arrivare ad un altro rinvio, sino al 31 marzo. Per dare tempo alla Gelmini di rispondere al Consiglio di Stato e alle scuole di organizzarsi e di dare informazioni precise alle famiglie. Ma che cosa può accadere? La rivoluzione tocca soprattutto i licei scientifici, perché rischiano di sparire tutte le sperimentazioni che avevano arricchito negli ultimi anni l’offerta formativa. All’ultimo vertice di Napoli con i responsabili della cabina di regia messa all’opera dal ministero, c’era in rappresentanza degli Scientifici della provincia di Catania la giovane preside del Galileo Galilei, una delle scuole più avanti nella sperimentazione. Spiega la dirigente, Gabriella Chisari: «Abbiamo avuto una serie di indicazioni su come muoverci in questa fase di transizione e in attesa che decolli questo progetto del ministero, intanto ci stiamo organizzando per dare noi risposte quanto più precise possibili alle famiglie che vogliono iscrivere i loro figli. Di sicuro è che ci sarà questo azzeramento delle sperimentazioni, ma le scuole potranno intervenire utilizzando con la quota di flessibilità. Così, per esempio, sarà possibile per un liceo inserire ancora la seconda lingua straniera o della fisica al primo anno del Pni, procedendo poi all’aggiustamento dei quadri orari». Da Siracusa, invece, il preside dello Scientifico "Corbino", Enzo Papa, spiega: «Ci sono tante questioni aperte, a partire dal fatto che non si è ancora capito chi dovrà fare le scelte sugli indirizzi da salvare, se toccherà al collegio docenti, al Consiglio di istituto o alla direzione regionale scolastica. E se dovesse essere adottata la scelta tecnologica, ci troveremmo di fronte a professori di italiano e latino che salteranno certamente». Mille domande, poche risposte, dunque. Annaspano le famiglie che vorrebbero affrontare subito il problema del futuro dei loro figli, per lo meno di quello scolastico. Secondo il preside dell’Iti Cannizzaro di Catania, però, la riforma va vista anche negli aspetti positivi: «C’è finalmente una semplificazione, mancata sino a oggi. Da noi stiamo già lavorando per spiegare alle famiglie che cosa cambierà, la trasformazione degli indirizzi separati di elettronica e meccanica in meccatronica. E per i Tecnici anche il timore di vedere perdute specializzazioni quasi elitarie, penso all’indirizzo di Enologia negli Agrari, potrà essere superata grazie alla quota di flessibilità che potrà raggiungere anche il 55%». Quel che si perderà, in sostanza, anche se non subito, potrà essere recuperata nel tempo. Ne è convinto anche il preside dell’Iti Fermi di Siracusa, il prof. Orazio Vinci: «C’è il problema dell’indirizzo di tecnologia alimentare che si rischia di perdere all’inizio della riforma, ma nel giro di un paio di anni si potrà recuperare attraverso una diversa modulazione». Per il momento, dunque, fase di stand by, mentre la Gelmini prepara la sua risposta al Consiglio di Stato e le scuole le loro alle famiglie italiane. Chi sarà più convincente?

ANDREA LODATO (da www.lasicilia.it)







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