Si riparte dopo la sosta fra tagli a spese e docenti
Data: Luned́, 04 gennaio 2010 ore 19:34:14 CET
Argomento: Rassegna stampa



Mario Castro fa un'analisi delle varie problematiche che affliggono la scuola siciliana alla vigilia della ripresa delle lezioni. (dal sito www.lasicilia.it)

 

 

 

La ripresa delle attività didattiche sarà particolarmente difficile per la scuola siciliana e, quindi, anche per quella catanese. Saranno coinvolti dirigenti scolastici, docenti precari, studenti. Ma andiamo con ordine.
LE RIFORME. L’anno che si chiude ha visto il mondo scolastico catanese, siciliano e nazionale, alle prese con un mare tempestoso. La bussola del cambiamento l’ha dettata il ministro delle finanze che, insieme con la Gelmini, ha portato avanti una serie di riforme comunque caratterizzate da pesanti tagli alle spese e riduzione di personale.
IL MAESTRO UNICO. Questo quadro è diventato particolarmente grave nel Meridione, laddove le restrizioni sulla spesa pubblica hanno coinciso con la crisi economica in generale. Da un lato si è sviluppata la polemica sul maestro
unico, con la conseguenza che province come Catania, che non avevano tempo pieno, si sono ritrovate con centinaia di posti in meno.
ORGANICI RIDOTTI. Purtroppo anche gli organici dei docenti di lettere e di educazione tecnica nell’ex scuola Media
hanno subito riduzioni, per non parlare della scuola superiore che ha visto la contrazione spalmata un po’ su tutte le
cattedre. Se i docenti piangono, lo stesso è accaduto per gli assistenti amministrativi e collaboratori scolastici, molti dei quali sono rimasti senza occupazione.
IL CROCIFISSO. In questi quadri appare strano che poi sia sorta una polemica, abbastanza inutile, sull’opportunità del Crocifisso in classe. Appare invero abbastanza scontato che nel nostro Paese continui a essere presente nelle aule o negli uffici pubblici il simbolo della religione che ha caratterizzato la nostra storia e la cultura. Piuttosto, quindi, che l’esercizio di una presunta guerra di religione, sarebbe forse più opportuno che tutti, politici in testa, si
preoccupino del destino di migliaia di persone rimaste da un anno all’altro senza una fonte di reddito professionale, onesta e dignitosa. La Gelmini, inoltre, ha avviato la riforma della scuola superiore ed il tentativo assieme
alle Regioni di raccordarla alla formazione professionale. Ma qui le cose sembrano complicarsi e difficilmente, a breve, ne avremo la realizzazione.
LA TELENOVELA DEI PRESIDI. Inoltre, nel mese di gennaio continuerà la telenovela dei presidi, ex vincitori del concorso in Sicilia. Come è noto, il direttore dell’ufficio scolastico regionale Di Stefano ha rispettato l’ordinanza del
Cga annullando il concorso per dirigente scolastico bandito con decreto direttoriale del 22 novembre 2004. Di Stefano, prevenendo il dispositivo del Consiglio di giustizia amministrativa che ordinò alla direzione regionale di
procedere entro il 10 gennaio ad una nuova procedura concorsuale, in caso contrario avrebbe disposto l’invio di un commissario ad acta, ha tempestivamente avviato l’iter per il nuovo concorso come, appunto, stabilito dalle
sentenze giudiziarie; pertanto, il direttore generale sta procedendo alla costituzione di una nuova commissione esaminatrice, il cui provvedimento di nomina verrà pubblicato entro l’ormai prossimo otto gennaio.
C’è da dire che la nota dell’ufficio scolastico regionale sarà inviata a tutti i partecipanti alle due prove scritte del l’ultimo concorso a dirigente scolastico.
Un problema potrebbe nascere sul numero dei partecipanti che rischia di aumentare rispetto a quello dei candidati che sembrano ammessi alle prove concorsuali.
Infatti, allora, oltre 1.000 candidati furono esclusi dal concorso per carenza di titoli, successivamente ottennero il riconoscimento giuridico dal Parlamento. Pertanto, i non ammessi, una volta avviato un nuovo concorso, sicuramente non resteranno a guardare. Potrebbero quindi seguire altri strascichi giudiziari sul numero dei candidati che dovranno partecipare al nuovo concorso. Non è da escludere l’innesco di un nuovo contenzioso, attraverso la richiesta ai vari Tar da parte di numerosi aspiranti per chiedere l’ammissione con riserva.
Poi, vi sono i presidi anziani che contestano la leggina approvata dal Parlamento sulla inamovibilità degli ex dirigenti
scolastici che, secondo la normativa, dovranno rimanere nella medesima sede fino all’espletamento delle nuove
procedure concorsuali. Legge considerata illegittima e discriminante non solo dai ricorrenti non vincitori del concorso, ma, come si è detto, contestata dai presidi anziani, che, continuano a dire, viola il principio della durata dell’incarico dirigenziale, che normalmente non supera i tre anni, inoltre, verrebbero bloccate ben 426 sedi con notevoli conseguenze ai fini della mobilità professionale, oltre che costituire una palese violazione dello stato giuridico e contrattuale dei capi di istituti.
Inoltre, sostengono i dirigenti scolastici in servizio da anni, con detta legge l’amministrazione viene impedita nel promuovere "revoche" nei confronti di ex presidi in caso di soppressione di posti o per motivi disciplinari. Insomma,
la situazione che continuerà ad essere ingarbugliata. Anche nel mese di gennaio, anche se è auspicabile che entro il 2010 questa tormentata vicenda abbia un fine, si spera lieto per tutti. L’altro problema è quello dei precari,
cioè la compilazione delle graduatorie "zero" con precedenza assoluta.
I DOCENTI PRECARI. Da parte degli uffici scolastici provinciali. Entro il 14 i docenti precari che nell’anno scolastico scorso aveva accumulato in una sola scuola almeno 180 giorni di servizio dovranno presentare domanda per l’inserimento nella graduatoria prioritaria. Un iter che impegnerà tutto il mese di gennaio tra domande, graduatorie ed
eventuali ricorsi. Procedure che, purtroppo, dovevano essere fatte prima e non quasi a metà anno scolastico, come
pure per i precari che hanno i titoli per essere reclutati in virtù dell’accordo Stato-Regione per avviare i progetti gestiti dai Ctrh e dagli Osservatori per la dispersione scolastica.
Reclutamenti che, almeno così si dice, dovrebbero essere effettuati nel mese di gennaio, come si è detto ad anno
scolastico abbondantemente iniziato, con possibili confusioni per quanto concerne le assunzioni, considerato che
non è consentito per i precari svolgere contemporaneamente progetti regionali e supplenze.
SUPPLENZE E NOMINE. Sicuramente quindi un disordinato valzer di supplenze che dovrebbe avvenire nel mese di gennaio, ammesso che si possano completare le nomine entro detto mese. In caso contrario queste iniziative
sarebbero un vero e proprio fallimento. Per fortuna che molti precari, in particolare i meglio graduati, lavorano da settembre con contratti conferiti dai dirigenti scolastici individuando i destinatari dalle graduatorie di istituto.
Anche qui sorge la speranza di un nuovo anno diverso da un 2009 caratterizzato per drastici tagli agli organici e da una discussione senza fine, che dal mese di luglio prometteva posti di lavoro e risorse economiche dai progetti
regionali, si possa avere un 2010 nel segno della concretezza e senza ulteriori emorragie di posti. Il 2009 ha visto la reintroduzione dei voti e un ulteriore diffusione delle prove Invalsi sui risultati degli alunni nelle diverse
discipline, ma manca ancora una seria iniziativa di "valutazione di sistema", cioè il giudizio sulle qualità delle singole scuole.
In conclusione, immaginiamo un 2010 impegnativo per la scuola e per l’università attraverso un ricco dibattito culturale che coinvolga il mondo accademico, economico, la società civile e gli operatori della scuola, nella speranza
che non ci costringono a dibattere sulla utilità delle merendine.

MARIO CASTRO

(da www.lasicilia.it)







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