CHI RAPPRESENTERÀ I DIRIGENTI NELL’ERA BRUNETTA
Data: Lunedì, 04 gennaio 2010 ore 07:00:00 CET
Argomento: Opinioni


Fin’ora una fitta folla di sigle e siglette alla caccia del fatidico livello minimo del 5%  di rappresentatività hanno riempito i bollettini della cronaca sindacale e la pletora di contratti nazionali , integrativi e decentrati, nonché tutti gli accordi biennali e annuali che non facevano altro che ripetere lo stanco rito a tutti i livelli, impegnando personale distaccato e burosindacalisti  in uno spossante, quanto inutile, rito di ratifiche e controratifiche, e spesso di lungaggini e discussioni e ridiscussioni senza fine.
Tutto questo finirà; anche per quanto riguarda la rappresentanza dei dirigenti.
E’ possibile fare delle previsioni anche alla luce delle simulazioni che girano negli ambienti ben informati e che restano chiuse nei cassetti e nelle scrivanie delle segreterie lontano da occhi indiscreti?
Basta andare sul sito dell’ARAN e con un po’ di pazienza rielaborare i dati su un foglio elettronico, tenere conto della campagna acquisti e cessioni  degli ultimi anni  e provare a sviluppare qualche simulazione per trovare delle sorprese inaspettate. E questo lavoro è stato fatto dall’asasi, ed ecco i risultati  a sorpresa presentati alla riflessione e valutazione dei presidi e dei dirigenti scolastici.
Si parte dagli attuali otto comparti con relative otto aree dirigenziali e, anche se possiamo ragionare sui dati del 2006 e per economia prendiamo in considerazione le sette confederazioni dei dirigenti più rappresentative e significative, non ci dovremmo discostare di molto dalla situazione attuale che vedrà o dovrà vedere comunque alla fine del 2010 la certificazione delle deleghe e dei rapporti di forza da parte della stessa agenzia negoziale.

Confederazioni

Vecchie  aree dirigenziali

Rappresentatività al 31 dicembre 2006

I

II

III

IV

V

VI

VII

VIII

Min

EELL

SSN Amm

SSN medici

Scuola

Fisco

Universita

PCDM

TOTALE

COSMED

113

7

6.177

26.480

32.777

CONFEDIR

333

1.298

3.390

8.933

200

190

5

13

14.362

CGIL

184

1.325

2.293

7.228

1.293

49

9

11

12.392

CISL

317

985

1.335

5.277

1.394

57

33

13

9.411

UIL

139

591

934

3.530

394

67

10

7

5.672

CIDA

254

167

7

4

2.803

88

26

23

3.372

CONFSAL

224

8

9

910

212

28

3

1.394

TOTALE

1.564

4.381

14.136

51.461

6.994

663

111

70

 

Come si vede dalla tabella l’area dirigenziale del  comparto più affollato di dirigenti è quello della sanità e lì primeggia incontrastata la confederazione COSMED che, da sola, è in grado di determinare tutta la sanità; la peculiarità di questa confederazione è quella che non ha analoga forza negli altri comparti, anche se è rappresentativa nell’area I, ma questo più che essere un limite si tramuta in vantaggio, in quanto può facilmente stipulare accordi e convergenze con altre confederazioni che hanno la prevalenza in altre aree dirigenziali. Gli aderenti alla COSMeD nella dirigenza della pubblica amministrazione sono superiori alla somma degli iscritti alle confederazioni CGIL‐CISL‐UIL.
E infatti assistiamo positivamente da qualche anno a una specie di patto di intesa tra le tre confederazioni indipendenti, o non ideologiche della dirigenza a forte valenza professionale,  COSMED+CONFEDIR+CIDA che, da sole, coprono la maggioranza assoluta in tutte le aree dei futuri comparti. Il sindacalismo ideologico della dirigenza politicizzata della triplice cgil+cisl+uil esce, come vedremo, praticamente marginalizzato dal nuovo quadro. La CONFSAL non fa praticamente gioco né con le vecchie   né con le nuove aree; è rimasta in mezzo al guado e si è isterilita.
Per i dirigenti meno avvezzi con queste sigle ostiche e spesso ignote, diciamo che la COSMED raggruppa una miriade di sigle che in questi ultimi anni sono state attratte in un meccanismo centripeto; e le principali sono l’ANAAO dei medici ospedalieri, la FVM dei medici veterinari, il SIDIRSS dei dirigenti amministrativi e tante altre categorie della sanità.
La CONFEDIR invece raggruppa la DIREL e la DIRER degli Enti Locali e la CIMO dei medici e l’AUPI degli psicologi e la DIRSTAT dei ministeriali e tante altre categorie e sottocategorie. E’ l’unica confederazione di dirigente presente in tutte le attuali otto aree e in posizione di leadership.
La CIDA invece, che è la cenerentola di queste costellazioni, praticamente è piazzata solo sulla scuola nei presidi, senza i quali praticamente sparirebbe.  Infatti sommando insieme Cosmed+Confedir+Cida arriviamo a 50.511 iscritti e la CIDA con i suoi 3.372 iscritti  rappresenta appena  il 7%  dell’intera galassia del sindacalismo indipendente.
Non solo, ma se andiamo a disaggregare i dati nel tempo ci accorgiamo che il trend massimo della CIDA è stato ottenuto nel 2002, allorquando l’ANP raggiunse il 45% , e da allora dal congresso dove fu fatta la scelta perdente di tesserare i docenti e i pensionati è scivolata  costantemente sino all’attuale 39% all’interno della scuola e con un trand irreversibile, rispettando la regola che anche le organizzazioni vivono i ritmi biologi della crescita e del declino. Tra l’altro tutti i congressi della CIDA si sono fatti a tavolino senza mai eleggere i delegati da parte delle associazioni per la marginalità di queste componenti.
Ma che cosa cambia, se cambia qualcosa, per le aree dirigenziali con i nuovi comparti? Vediamo

Confederazioni

Ministeriali

Enti Locali regioni Comuni

SSN

Scuola+Univ

I Nuovo

II Nuovo

III Nuovo

IV Nuovo

Min

EELL

Sanità

Scuola

TOTALE

COSMED

113

7

32.657

0

32.777

CONFEDIR

536

1.298

12.323

205

14.362

CGIL

244

1.325

9.521

1302

12.392

CISL

387

985

6.612

1427

9.411

UIL

213

591

4.464

404

5.672

CIDA

365

167

11

2829

3.372

CONFSAL

439

8

9

938

1.394

TOTALE

2.297

4.381

65.597

7.105

 

Praticamente la graduatoria resta la stessa e i rapporti di forza pendono decisamente a favore della COSMED+CONFEDIR, che raggiunge ampiamente la maggioranza assoluta di tutti.
La riarticolazione però ottiene lo scopo di semplificare il quadro, in quanto marginalizza decisamente la CONFSAL da un lato e la CIDA dall’altro. Infatti togliendo dal prospetto ambedue queste confederazioni nane, i rapporti di forza tra da un lato i sindacati ideologici dei dipendenti (cgil+cisl+uil) , che cercano spazio tra i dirigenti, e dall’altro le grandi due confederazioni indipendenti dei dirigenti (COSMED+CONFEDIR) praticamente restano immutati. Come dire che se i dirigenti vogliono semplificare la loro rappresentanza allora dovrebbero rafforzare e spingere l’unità di azione tra COSMED+CONFEDIR+CIDA con ancor più vigore e all’interno di questo campo privilegiare i due giganti COSMED e CONFEDIR.
Cosa molto importante è da notare che la COSMED+CONFEDIR hanno contestato il rinnovo del contratto dell’area I e area II , definito  iniquo punitivo e pericoloso , e stanno contestando le  proposte economiche dell’ ARAN relative al contratto dell’area III e IV. Le reazioni dell’ultima seduta negoziale del 21.12.2009 sono di delusione, rabbia, rifiuto assoluto sulla proposta di suddivisione degli aumenti. Mentre la CIDA, dopo aver firmato il pessimo contratto dell’area I, non se l’é sentita di firmare il II e non è interessata ai contratti dell’area  sanitaria III e IV, adagiandosi sulle posizioni dei confederali  su tutti i fronti; tanto non incide e determina e quindi interessata solo a stare seduta ai tavoli a guardare. Il pericolo grave è che molli anche l’area V dei presidi, passando armi e bagagli al fronte avverso assieme ai confederali; le avvisaglie sono state evidenti nell’abbandono al loro destino dei presidi del Veneto e della Sardegna e della Sicilia, decimati dalla sentenza del cga, e pare ora anche in Lombardia, dove l’usr si è rifiutata di pagare la retribuzione di  risultato ai neodirigenti.
Le proposte negoziali dell’ARAN su tutte le aree dirigenziali non sono piaciute a COSMED+CONFEDIR e solo il clima natalizio ha evitato una rottura per i medici. Come finirà? Non è chiaro. Per ora c’è una sola data certa, quella del 13/01/2010  quando si riunirà nuovamente (3° incontro) il tavolo tecnico sulle sanzioni disciplinari. Ed intanto? Resta confermata la giornata di mobilitazione nazionale (19/01/2010) di tutti i Sindacati dei dirigenti del SSN (Area 3 ª + 4ª), con assemblee in orario di servizio  in tutti gli ospedali.
Abbiamo in questa simulazione ipotizzato che con i ministeriali si fonderebbero il fisco e quelli della presidenza del consiglio, mentre la scuola si fonderebbe con l’università. Ma cambia poco se ipotizzassimo una fusione tra scuola e ministeriali; cosa per inciso più favorevole per sbloccare la situazione inceppata della dirigenza scolastica.
L’indipendenza e l’autonomia professionale di un nuova dirigenza a base professionale, costituisce un antidoto fondamentale per risolvere la perdurante crisi del sistema dei servizi al cittadino e per distinguere definitivamente il ruolo politico da quello tecnico‐professionale‐manageriale. Questa dirigenza inoltre
costituisce la garanzia dell’equa e qualificata erogazione di servizi e prestazioni agli utenti, in un contesto di adeguata tutela dei diritti dei cittadini.

Salvatore Indelicato, s.indelicato@tin.it , 330365449
Vicepresidente regionale ASASI Sicilia
Preside dell’ITI Cannizzaro di Catania







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