"Natale 1984" di Libero Tassella
Data: Giovedì, 24 dicembre 2009 ore 14:08:47 CET
Argomento: Rassegna stampa


Questa poesia, ingenua, la scrissi per farla recitare a Pietro Perelli quando facevo l’insegnante di sostegno presso la S.M. Nosengo al Rione Traiano di Napoli, nel lontano 1985 e si riferisce a un tragico fatto di cronaca, all’attentato del dicembre 2004 sul treno che da Napoli portava molti miei concittadini a Milano a trovare amici e parenti in occasione del Natale 2004. La bomba scoppiò sotto la galleria nella tratta Firenze – Bologna, di seguito un articolo sull’episodio.

Natale 1984

Nunziatina
e Salvatore
non rispondono più…..

Era una bomba
e non un bengala,
sotto la galleria
sulla Firenze - Bologna.

Nella borsa
avevano il capitone
e il pandoro Alemagna.

Nunziatina
e Salvatore
li trovarono a pezzi,
come le palline colorate
che vendono a piazza Cavour.

Andavano a Milano,
ma si fermarono
all’ospedale di Bologna;
erano entrati nella grotta
come i pastori a Betlemme.

Nunziatina
e Salvatore
non rispondono più…..

Il giorno di Natale del 1984
Nunziatina
e Salvatore,
freschi sposi,
non mangiarono
il ragù
e la pasta reale.

In due casse da morto
erano due numeri,
quelli che a tombola
non escono mai.

Dicembre 1985
Libero Tassella
23 dicembre 1984: la “Strage di Natale”




Un altro episodio della “Strategia della tensione” con l’obiettivo di intimidire chi investigava sui traffici tra criminalità organizzata e apparati deviati dello Stato e di favorire radicali modifiche istituzionali, sancite nel piano di rinascita democratica del 1976 e riprese nella famosa intervista di Gelli al Corriere del 1980
di Letizia D
tratto da Senza Soste n.22
Sono le 19.08 del 23 dicembre 1984: il Rapido 904 viene colpito da una fortissima esplosione mentre percorreva la linea Firenze-Bologna in direzione nord all’ interno del tunnel della Grande Galleria dell’ Appennino, in località Vernio, dove la ferrovia procedeva dritta e il treno superava i 150 Km/h. La detonazione fu causata da una carica di esplosivo radiocomandata, messa al centro del treno. Si saprà dopo che l’ordigno fu posto sul treno a Firenze, alla stazione di Santa Maria Novella. Sarà quella che i giornali ribattezzeranno come la “Strage di Natale”. Al contrario dell’attentato all’Italicus (1974) questa volta i terroristi attesero che il treno entrasse all’interno della galleria prima di azionare l’esplosivo, massimizzando così l’effetto della detonazione. Lo scoppio, avvenuto quasi a metà del tunnel, provocò un grande spostamento d’aria che frantumò tutti i finestrini e le porte. L’esplosione causò 17 morti (tra cui Federica Tagliatatela, 12 anni, a cui il musicologo Leoncarlo Settimelli ha dedicato una canzone intitolata “Il sogno spezzato di Federica”) e 267 feriti.
A seguito delle perizie fatte sul materiale ritrovato sul treno, vennero arrestati, nel 1985, Guido Cercola e il pregiudicato Giuseppe “Pippo” Calò, noto per i suoi rapporti con mafia, camorra napoletana, ambienti neofascisti, la loggia P2 e persino con la Banda della Magliana. I processi, che si sono svolti tra il 1989 e il 1994, comminarono l’ergastolo per i due principali imputati Cercola e Calò con l’accusa di strage.
Il contesto politico del 1984 aveva visto il Pci diventare primo partito italiano alle elezioni europee. Un Pci certamente più dedito alla collaborazione che non all'opposizione, ma che negli ambienti Usa e Nato viene da sempre visto come elemento di preoccupazione nell’area strategica del Mediterraneo.
E’ anche l’anno in cui i servizi segreti, per opera della magistratura, vengono pesantemente e nuovamente coinvolti nello stragismo italiano. Il caposettore "I" del Sismi, collegato direttamente alla Nato, generale Musumeci (piduista), viene incriminato prima per le trattative portate avanti con le Br e la camorra sul caso Cirillo, per un traffico d'armi verso il Medioriente e per avere depositato, il 13 marzo 1981, una valigia carica di esplosivo sul treno Taranto-Milano nel tentativo di depistare le indagini sulla strage di Bologna e per coprire l'identità dei veri autori.
Dalla requisitoria del giudice Sica emerge un fittissimo intrecciarsi di interessi, personaggi e gruppi di diversa estrazione che lavorano nel traffico di droga, si scambiano armi e favori, impiantano società in Italia e all'estero, ottengono licenze edilizie a tempo di record, collaborano nell'esecuzione di stragi ed attentati. Il tutto potendo contare sulle coperture fornite da esponenti dei servizi segreti e da settori del mondo politico.
Si può dunque affermare che la strage di Natale è stata un avvertimento da parte di queste strutture parallele affinché i politici intervenissero per bloccare tutte le inchieste, come già avvenne con la strage dell’Italicus nel 1974 che portò al trasferimento del processo di piazza Fontana da Milano a Catanzaro e all’insabbiamento del golpe Borghese e della Rosa dei Venti. In secondo luogo, per la logica delle stragi, la bomba di Natale avrebbe dovuto influire sulla situazione politica, nel senso che elezione del presidente, revisioni costituzionali, governabilità e ordine, elezioni amministrative dovevano andare secondo gli obiettivi previsti dal piano di rinascita democratica.







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