TuttoscuolaNEWS n. 180
Data: Luned́, 10 gennaio 2005 ore 11:58:20 CET
Argomento: Comunicati



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EDIZIONE STRAORDINARIA

Emergenza Sud-Est asiatico:
"Adottiamo una scuola in Indonesia"

N. 84/180, 8 gennaio 2005


SOMMARIO

1. La scuola italiana di fronte  alla  catastrofe  dello  tsunami.  Un
invito
2. Adottiamo una scuola. Perche'?
3. Adottiamo una scuola. Come?
4. Adottiamo una scuola in Indonesia/1. A chi rivolgersi
5. Adottiamo una scuola in Indonesia/2. Le scuole di pace
6. Adottiamo una scuola in Indonesia/3. L'altro tsunami
7. Avviata la raccolta dei fondi per la Comunita' di Sant'Egidio



1. La scuola italiana di fronte  alla  catastrofe  dello  tsunami.  Un
invito

Una riflessione da parte di tutti gli studenti italiani,  dai  piccoli
ai piu' grandi, da dedicare a tanti coetanei sfortunati  del  Sud  Est
asiatico colpiti dalla catastrofe dello  tsunami.  Un  approfondimento
stimolato e guidato dagli insegnanti, confrontando  idee,  sentimenti,
raccogliendo informazioni  su  un  mondo  cosi'  diverso  dal  nostro,
immedesimandosi in chi ha perso parenti, maestri, casa e le poche cose
che aveva.
E' l'invito che  il  Ministro  dell'istruzione,  Letizia  Moratti,  ha
rivolto oggi agli studenti  e  agli  insegnanti  di  tutte  le  scuole
italiane    e    al   quale  Tuttoscuola  risponde  immediatamente  e
concretamente con una forte iniziativa.
E' possibile infatti fare qualcosa di tangibile, che sia avvertito  da
chi deve ora sopravvivere anche al "dopo tsunami"  (e  in  molti  casi
potrebbe essere ancora piu' difficile) e trovare la forza di  guardare
al futuro, le cui possibilita' sono legate soprattutto all'istruzione.
Un sostegno e un aiuto diretto dagli studenti e dalle scuole  italiane
ai "colleghi" di una o piu' scuole delle aree colpite dal sisma.
Come? In  tanti  modi.  Noi  abbiamo  pensato,  con  la  Comunita'  di
Sant'Egidio,   di  proporre  l'iniziativa  "Adottiamo  una  scuola  in
Indonesia". Tutti i particolari su come aderire li troverete in questo
dossier. Vediamo innanzitutto perche' e come adottare una scuola.


2. Adottiamo una scuola. Perche'?

Kamala (Isola di Phuket) 4 gennaio 2005 - "Riapre la  scuola  che  non
c'e'    piu':   dei   374  alunni  non  rispondono  all'appello  110.
Dell'edificio scolastico che prima di Natale accoglieva  quei  bambini
mancano due pareti esterne, l'acqua ha portato via banchi,  armadietti
e porte e ha lasciato scie di sporco sui muri rimasti in  piedi"  (dal
Corriere della sera).
Ora c'e' bisogno di ricostruire muri e speranze.
La scuola e' il primo impegno per un popolo  che  vuole  uscire  dalla
tragedia e investire per il futuro.
L'Indonesia   e  molti  paesi  colpiti  dallo  tsunami,  stavano  gia'
investendo, per quanto  potevano,  in  istruzione  e  formazione.  Ora
dovranno farlo con nuova convinzione, ricominciando in molti  casi  da
capo. Per riuscire avranno bisogno della  solidarieta'  del  mondo,  a
cominciare proprio dai giovani e dalle scuole degli altri Paesi.
Adottare una scuola nei Paesi devastati dalla  tragedia  e'  investire
nella speranza, e' un grande gesto di  solidarieta'  verso  i  giovani
affinche' ritrovino quella fiducia  nel  futuro  che  il  maremoto  ha
spezzato il 26 dicembre.


3. Adottiamo una scuola. Come?

Ci sono vari modi per adottare una scuola.
Il primo, forse  il  piu'  importante,  e'  quello  di  contribuire  a
ricostruire materialmente una scuola distrutta, a riacquistare arredi,
banchi, strumentazione didattica, computer.
Partendo da un progetto di ricostruzione,  per  la  cui  realizzazione
servono necessariamente interventi finanziari e donazioni di enti e di
privati, potrebbero essere proprio le nostre  scuole,  da  sole  o  in
rete, a promuovere, sensibilizzare e stimolare nel proprio  territorio
l'iniziativa di raccolta di fondi.
Vi sono anche altri modi, allo stesso tempo, per adottare una  scuola,
come quello di creare rapporti tra scuole italiane e  scuole  del  sud
est asiatico: rapporti  fatti  di  scambi,  di  contatti  tra  alunni,
d'interazione personale, di testimonianza di solidarieta' e  vicinanza
spirituale. Internet e webcam possono  facilitare  questi  contatti  e
accorciare le distanze geografiche.
I ragazzi hanno creativita' e sanno  trovare  le  vie  e  i  modi  per
arrivare al cuore e agli interessi dei loro coetanei. I  rapporti  tra
ragazzi   possono  diventare  un  modo  per  sostenere,  incoraggiare,
condividere e guardare insieme ad un futuro nuovo.
E lo scambio puo' forse diventare, infine, ospitalita' in  Italia  dei
nuovi amici.


4. Adottiamo una scuola in Indonesia/1. A chi rivolgersi

Quale tramite per adottare una scuola?
Proponiamo di rivolgersi alla Comunita' di Sant'Egidio a Roma, che  ha
radicate presenze in Indonesia, il paese piu' colpito dal disastro,  e
la cui apprezzata esperienza e' notoriamente garanzia di serieta' e di
efficacia nel conseguimento degli obiettivi di sostegno e di aiuto.
Anche perche', per rendere efficaci gli aiuti, bisogna conoscere molto
bene  le  caratteristiche,  le  regole  sociali,  le  abitudini  delle
comunita' alle quali ci si rivolge.
Nella zona piu' colpita, a Banda Aceh, nel nord dell'isola indonesiana
di Sumatra,  si  sommano  vecchie  e  nuove  difficolta',  logistiche,
culturali, religiose e politiche, oltre  che  economiche,  in  un'area
dove almeno mille insegnanti risultano dispersi  e  il  cinquanta  per
cento delle scuole distrutte. E' importante,  dunque,  che  gli  aiuti
raccolti siano affidati a soggetti che abbiano conoscenza diretta  dei
problemi locali e dei modi per cercare di risolverli.
In    fondo  sono  riportati  tutti  i  recapiti  della  Comunita'  di
Sant'Egidio.


5. Adottiamo una scuola in Indonesia/2. Le scuole di pace

Dove si puo' indirizzare l'azione degli operatori della  Comunita'  di
Sant'Egidio?
In    due   direzioni:  nell'ampliamento/ricostruzione  di  strutture
scolastiche e nel sostegno all'attivita' delle "Scuole di pace".
Le "Scuole di  pace"  sono  centri,  completamente  gratuiti,  che  si
qualificano come  un  ambito  familiare  che  sostiene  il  bambino  o
l'adolescente nell'inserimento scolastico; che aiuta la  famiglia  nel
suo compito,  proponendo  un  modello  educativo  aperto  agli  altri,
solidale verso i  piu'  sfortunati,  capace  di  superare  barriere  e
discriminazioni.
Le attivita' di una scuola della pace si  svolgono  generalmente  piu'
volte la  settimana.  Visite,  gite,  feste,  escursioni  fanno  parte
integrante delle attivita' delle scuole della pace.
Ogni anno nel mondo piu' di 10.000 bambini e  adolescenti  frequentano
regolarmente le scuole della pace della Comunita' di Sant'Egidio.
Inoltre in Indonesia le scuole della pace si caratterizzano anche  per
il   loro  carattere  multietnico  e  interreligioso.  Giovani  cinesi
cristiani, in genere  piu'  benestanti,  aiutano  a  studiare  bambini
indonesiani di religione musulmana,  collaborando,  in  maniera  assai
concreta,    all'edificazione  di  una  societa'  pacifica  senza  odi
religiosi o etnici.


6. Adottiamo una scuola in Indonesia/3. L'altro tsunami

Ma c'e' un'altra riflessione che quest'evento puo' suggerire.
Come e' stato efficacemente detto, esiste uno "tsunami silenzioso" che
ogni giorno uccide migliaia di bambini e fa  vivere  nell'indigenza  e
nell'analfabetismo milioni di persone, anche se  abitano  lontano  dal
mare. Nel momento in cui una catastrofe naturale, che  ci  ha  colpito
con maggiore intensita' perche' ha toccato anche  tanti  connazionali,
ci fa riflettere, non si deve dimenticare gli squilibri  che  esistono
permanentemente. Da qui l'idea di  allargare  l'iniziativa  "Adottiamo
una scuola in Indonesia" anche  alle  scuole  e  "scuole  della  pace"
collocate a diversi chilometri dalle coste,  ma  che  avevano  bisogno
gia' da prima del maremoto, e continuano ad averne ora, di un aiuto.
Gli interventi promossi dalle nostre scuole potrebbero essere  portati
dalla Comunita' di Sant'Egidio nelle  scuole  situate  nelle  zone  di
Pekan Baru, Duri, Padang e Medan.
E' utile ricordare che si stima siano circa 250 milioni i minori  (dai
5 ai 14 anni) nel mondo che lavorano; la meta' di  essi  si  trova  in
Asia. L'Asia, infatti, e' il continente dove il  fenomeno  del  lavoro
minorile e' piu' diffuso e dove sopravvivono forme di  lavoro  forzato
dei bambini e di vera e propria schiavitu'.  Minori  di  8  o  9  anni
vengono dati in pegno, in cambio di piccoli prestiti,  ai  proprietari
delle fabbriche per le sigarette e a quelli dei  telai  dove  lavorano
fino a venti ore al giorno.
Si    calcola   che,  in  India  e  in  Indonesia,  i  minori  attivi
economicamente siano intorno al 25% e l'orario  lavorativo  consentito
e' dalle dodici alle quindici ore giornaliere. Ecco una  faccia  dello
"tsunami silenzioso" da combattere.


7. Avviata la raccolta dei fondi per la Comunita' di Sant'Egidio

Pertanto il sostegno alle scuole dell'Indonesia puo'  essere  portato,
attraverso la Comunita' di Sant'Egidio, sia a scuole e bambini che  si
trovano nelle aree  colpite  dal  maremoto,  sia  a  scuole  collocate
nell'entroterra indonesiano.
In    allegato   le   lettere  con  le  quali  sono  stati  informati
dell'iniziativa, tra gli altri, il Presidente della  Repubblica  Carlo
Azeglio Ciampi ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_180-1.doc )  e  il
ministro    dell'Istruzione    Letizia    Moratti    (
http://www.tuttoscuola.com/ts_news_180-2.doc ).
La Comunita' di Sant'Egidio  riportera'  attraverso  Tuttoscuola  alle
scuole italiane che parteciperanno all'iniziativa  i  risultati  della
loro azione per gli amici, piu'  sfortunati,  indonesiani  e  rendera'
anche possibile l'attivazione di forme di comunicazione diretta tra le
scuole italiane partecipanti e quelle indonesiane beneficiarie.
La raccolta dei  fondi  la  avvia  l'Editoriale  Tuttoscuola  con  una
donazione di 2.000 euro.

Ecco i riferimenti per contattare la Comunita' di  Sant'Egidio  e  per
fare donazioni (specificando  la  causale  "Adottiamo  una  scuola  in
Indonesia"):

PIAZZA S. EGIDIO, 3/A - 00153 ROMA
telefono: 06/58561
Fax: 06/5883625
e mail: a.quattrucci@tiscali.it
Web: www.santegidio.org

Chi vuole contribuire puo' inviare la sua offerta  alla  Comunita'  di
Sant'Egidio scegliendo tra le seguenti modalita':

1) C/C bancario 200034 BANCA DI ROMA - AGENZIA 204
VIA DELLA CONCILIAZIONE, 50 - 00193 ROMA
ABI 3002 - CAB 05008 CIN: A
IBAN: IT20A0300205008000000200034
BIC: BROMITR1204

intestato a:
COMUNITA' DI SANT'EGIDIO ONLUS - AMICI NEL MONDO
(Cod. fiscale 96094790589)
PIAZZA S. EGIDIO, 3/A - 00153 ROMA

causale: "Adottiamo una scuola in Indonesia"


2) C/C postale 97968002

intestato a:
COMUNITA' DI SANT'EGIDIO ONLUS - AMICI NEL MONDO
(Cod. fiscale 96094790589)
PIAZZA S. EGIDIO, 3/A - 00153 ROMA

causale: "Adottiamo una scuola in Indonesia"


3) Carta di credito

mediante  connessione  sicura  per  i  circuiti:  CARTASI'  -  VISA  -
MASTERCARD
(collegarsi al sito www.santegidio.org per effettuare la transazione)


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