PROTESTA DEI PRESIDI: MA PERCHE' SI PREMIANO I PIU' FURBI?
Data: Lunedì, 10 gennaio 2005 ore 09:55:50 CET
Argomento: Opinioni


PROTESTA DEI PRESIDI: MA PERCHE' SI PREMIANO I PIU' FURBI?

Dagli atti parlamentari di fine anno, concernenti la conversione in legge del D.L. 280/2004, giunge notizia dell’avvenuta approvazione al Senato di un emendamento che consentirà – se venisse confermato anche dall’altro ramo del Parlamento – ai concorrenti ammessi con riserva alle procedure di reclutamento dei Dirigenti Scolastici per la quota (1500 posti) riservata ai presidi incaricati, di essere immessi in ruolo progressivamente a partire dal 2005.

Il "privilegio" riguarda quei concorrenti che, pur in difetto dei requisiti prescritti dal bando di concorso da possedere alla data di scadenza del termine di presentazione delle domande:

- avevano comunque( e avevano fatto bene!) presentato domanda di ammissione al concorso;

- ne erano stati esclusi con provvedimento formale dell’Ufficio Scol. Reg.:

- avevano opposto ricorso al TAR, ottenendo la sospensiva in attesa della decisione di merito;

- erano stati inclusi, sempre con riserva, nella graduatoria finale in posizione utile per essere dichiarati vincitori, nomina – naturalmente – sospesa, in attesa della decisione di merito del giudice amministrativo.


Dunque, com'era inevitabile si è scatenato un putiferio. L'ultima protesta è dei presidi della Tuscia: tuonano contro il lasciapassare con cui, dal prossimo anno scolastico, i temerari partecipanti potranno ricoprire il ruolo di preside a tutti gli effetti, pur non avendo al momento della domanda al concorso i criteri necessari per essere ammessi.

«E' una palese offesa alla legalità - ha tuonato Danila Annesi, la preside del 1° circolo didattico di Civita Castellana a capo di un comitato costituito dai presidi incaricati - che lede la dignità di chi non ha partecipato a quel concorso, perché sapeva di non avere le carte in regola. Così si penalizza chi ha rispetto delle leggi: c'è amarezza e delusione».


La battagliera preside, insieme a una ventina di colleghi che rischiano di perdere il titolo, è decisa ad arrivare fino in fondo. «Anche perché il Tar del Lazio - spiegano i ricorrenti - aveva sospeso ogni decisione e concesso a queste persone di partecipare al corso. Il Consiglio di Stato si era espresso per la partecipazione, e detto a chiare note che comunque queste persone non potevano assumere incarichi dirigenziali. Invece i politici si sono inventati una sanatoria premia-furbi».

Cosa succederà adesso? «Intanto- ha detto Danila Annesi - chiederemo l'aiuto dei sindacati e dei parlamentari, ma se non sarà sufficiente ci rivolgeremo anche alla Suprema corte dell'Aia. E andremo avanti a suon di ricorsi».

In conclusione lasciateci un'ultima esclamazione: w i furbi! Siete proprio nella nazione giusta!

 

Silvana La Porta








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