AGGRESSIONE A BERLUSCONI: UNA RIFLESSIONE SUL PAESE E SULLA SCUOLA
Data: Mercoledì, 16 dicembre 2009 ore 00:00:00 CET
Argomento: Opinioni


L’eccezione conferma la regola! SPERO DI NO!

Al Consorzio Aetnanet

Porgo a nome mio e di tutti coloro che in questi mesi stanno soffrendo una profonda precarietà, mai come ora così drammatica, un sincero grazie per la visibilità che questo Consorzio è riuscito a dare alle tante istanze dei precari della scuola A.T.A. e Docenti a cui va parte del merito del funzionamento del sistema scuola.
Sconvolti e impreparati ai chiari segnali di ridimensionamento scolastico, che si sono tradotti in soli due anni nella perdita di migliaia di posti di lavoro, pur condividendo una linea politica di rigore che guardi finalmente ad una produttività concreta nel pubblico impiego e ad una meritocrazia che diventi esempio per tutti, siamo convinti, sicuri, che sia intollerabile e inopportuno lasciare inermi migliaia di lavoratori della scuola con famiglie a carico, tra sgomento e disperazione, con a carico problematiche che non trovano altra soluzione che in uno stipendio dignitoso.
Il segnale lanciato domenica a Milano da un folle, la cui unica giustificazione è che non godeva di buona salute, deve tuttavia fare riflettere le Istituzioni di questo paese, affinché tale episodio rimanga isolato e non rappresenti “una regola” da imitare per tutti coloro che si sentono arrabbiati, abbandonati, ai margini della società e che potrebbero potenzialmente scaricare la rabbia sotto forma di odio politico e violenza.
Il mondo della scuola, non può che condannare tale episodio di violenza e ci lascia esterrefatti, il comportamento di un folle che attentando alla vita del Presidente del Consiglio Dott. Silvio Berlusconi ha saputo riflettere in cattivo modo, l’odio politico e il suo disagio verso uno stereotipo da non imitare.
E’ fuor di dubbio che la nazione sta soffrendo una crescita sociale e civile sempre più difficile ed è altrettanto vero che non si cresce così.
L’odio politico ne rappresenta un chiaro campanello d’allarme e purtroppo sta crescendo a dismisura nel paese, per tutta una serie di motivi, legati ad una violenta e rapida trasformazione di settori nevralgici della società, ad una informazione che non piace:
1. Scuola, Sanità, etc;
2. per una informazione che non sempre riesce a raccogliere i sentimenti del paese.
3. per la precarietà del lavoro;
4. per le differenze di genere;
5. per il Gap tra Nord e Sud.

Ne consegue l’abitudine di essere violenti, di essere protagonisti, per la paura secondo me di restare soli e inascoltati, di restare invisibili .
La scuola che rappresenta uno dei capisaldi della nazione deve raccogliere questa sfida e non può fare a meno di forza lavoro che contribuisca a rendere concreti tutti quei progetti che guardino ad una integrazione sociale e ad un recupero di coloro che sono a rischio dispersione a testimonianza di una crescita sana del paese.
La mia preoccupazione mesi fa era proprio che un tale episodio, come quello verificatosi domenica, potesse diventare un esempio da imitare e la prova è giunta puntualmente attraverso Facebook ove si è potuto appurare come migliaia di persone non abbiano esitato a condividere tale gesto, per cui al di là dello stato psicofisico di chi l’ha compiuto, c’è da interrogarsi sulla direzione che sta prendendo il Paese e cosa può fare la Scuola come pilastro della Società.
Cercare con urgenza soluzioni per la scuola nel suo complesso, come per altri settori del Pubblico Impiego, diventa per la politica un impegno prioritario, affinché vengano “scongiurati episodi di violenza poco graditi a tutti”.


La politica deve farsi carico di tale allarme sociale per rivedere strategie e linguaggi di comunicazione, e per dare voce alla Costituzione nei suoi articoli fondanti.
La libertà, i diritti dei cittadini, i doveri dei cittadini, le diversità tra uomini e donne, la lotta contro la xenofobia, devono costituire l’ossatura di una società eterogenea che guardi e si interroghi quotidianamente sulla strada da percorrere, affinché si persegua un interesse comune quello di una democrazia rappresentativa che sappia coniugare dolce e amaro, una cittadinanza ritrovata, regole comuni, una vera democrazia fatta di uomini e donne e non di violenza fisica o mediatica.

Colgo l’occasione per porgere al Consorzio Aetnanet
Auguri di buone feste

Cordialmente
L’assistente Amm.vo (A.T.A.)
Mario Di Nuzzo






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